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Va tutto alla grande!
Oggi, giovedì 2 settembre 2010, il DOL ( Department of Labor ), ha appena pubblicato i seguenti dati relativi alla settimana conclusasi il 28 agosto:
Initial Claims (SA) | a 472,000 | da 478,000 | =-6,000 |
Initial Claims (NSA) | a 378,511 | da 384,911 | =-6,400 |
Il numero destagionalizzato mostra anche questa settimana dei buoni segnali di miglioramento. Pur se il dato si mantiene ampiamente sopra i 400000, livello che statisticamente e approssimativamente indica il confine tra un mercato del lavoro in espansione e uno in contrazione, esso non può che essere accettato in maniera positiva. La revisione sulla lettura precedente, attestatasi inizialmente a 473000, incrementa come di consueto la medesima cifra a 478000.
Come di consueto, il grafico che mi piace proporre è quello relativo ai meri numeri non “manomessi” da alcuna destagionalizzazione. Questo consente facilmente di confrontare, senza alcun filtro, la serie, settimana per settimana, rispetto agli anni precedenti.
Passando ora sussidiati di lungo ( CC NSA ) e di lunghissimo periodo ( EUC 2008 ), è possibile constatare l’incremento dovuto all’estensione dei benefici voluta da Obama. Nella settimana conclusasi il 21 agosto 2010, i sussidiati di lungo periodi si sono attestati a quota 4.103 milioni, mentre i sussidi di emergenza sono ammontati a 4.546 milioni.
Per onestà, devo ammettere che trovo serie difficoltà nell’interpretare i numeri relativi alle nuove richieste di disoccupazione. Complice il censimento del decennio, che ha impiegato centinaia di migliaia di lavoratori a termine ed ora li sta licenziando, corresponsabili, secondo alcuni, pratiche poche “ortodosse” per le quali sarebbero assegnati nuovi sussidi a coloro che in teoria non potrebbero più riceverne in quanto non più eleggibili, ritengo che questi dati siano in generale più negativi di quanto invece la situazione economica generale mi faccia pensare. Pur vero che, escludendo alcuni “sondaggi”, dai dati ad ora disponibili sembrerebbe che il mese di agosto abbia bruciato posti di lavoro nel settore privato. In ogni caso, inutile avventurarsi in qualsiasi tipo di previsione basata sui pattern stagionali o altro. La situazione è tale da non, ritengo, permettere nessuna previsione seria. Giusto per dare un esempio, nei mesi scorsi negli USA si denunciava il peggiore anno dal 1951 per quanto concerne l’occupazione giovanile stagionale estiva. Questo fatto tuttavia, che dovrebbe essere segnalato in maniera negativa, ha imposto una pressione a ribasso sul livello di forza lavoro, che vede proprio i suoi massimi annuali durante la stagione estiva. E non crediate sia poca cosa: si parla comunque di qualche milioni di occupati in più o in meno. L’estate che si sta concludendo tuttavia non ha registrato i consueti valori di adesione al mercato del lavoro proprio da quella classe di lavoratori stagionali che spinge a rialzo il livello di forza lavoro. Anche questo ha contribuito in maniera decisiva a mantenere basso il tasso di disoccupazione. Aprendosi pochi lavori estivi, come accade anche per i lavoratori di settori ben più “importanti”, gli operatori stagionali sono risultati “sconfortati” ( ovviamente questa è una mia impressione per giustificare lo scarso incremento stagionale nella forza lavoro, a cui va comunque parzialmente sottratto l’apporto del Census ) e per questo motivo non figurano nella forza lavoro. La destagionalizzazione di un fatto simile porta alla decrescita a cui abbiamo assistito per la forza lavoro. Di qui le solite considerazioni sull’evaporazione di forza lavoro e sul contenimento del tasso di disoccupazione in maniera statistica. Ora viene il paradosso. Poiché poche persone sono entrate nella forza lavoro, poche ne usciranno per ragioni legate alla stagionalità. La destagionalizzazione di questo meccanismo interpreterà questo evento come se molte persone fossero rimaste nella forza lavoro, spingendo quindi a rialzo il livello di forza lavoro stesso. Almeno questo mi aspetto per agosto e settembre. Ulteriori decrementi di forza lavoro sarebbero davvero anomali… ! Se quindi essa aumentasse, ma non lo facesse il livello di occupati, potremo assistere ad un incremento del tasso di disoccupazione destagionalizzato. Ma questa è solo una possibilità. Esiste anche la possibilità contraria, ovvero che, come al solito, i modelli stagionali interpretino tutto questo come nuovi lavori. E allora dovremo attendere le revisioni annuali, l’ultima delle quali ha spostato 1.4 milioni di persone dai nonfarm ai non nonfarm…! Magia!
Come accennato sopra, a complicare ulteriormente le cose ci si mette pure il Census del decennio. Dai dati in merito alle buste paga, si deduce che, tra la settimana contenente il giorno 12 del mese di luglio, quando 200436 persone erano impiegate e quella contenente il 12 del mese di agosto, che ha visto 83955 salariati, 116000 impiegati che hanno perso il posto di lavoro. Dato ovviamente non destagionalizzato. La release di domani, secondo il BLS, dovrebbe riportare la perdita di 90000 posti di lavoro destagionalizzata. Staremo come al solito a vedere, con la consapevolezza che in ogni caso già tutto è deciso…
Mattacchiuz