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USA: Tassi di interesse e crescita economica NON parlano la stessa lingua
Nel giorno post FOMC, il mercato sembra quasi prendere fiato dopo la “sbornia” rialzista di ieri.
E mentre si inizia a parlare seriamente di deficit e di bilancio USA (con una serie di iniziative che poi dovranno essere rielaborate dal Congresso, e la strada sarà lunga e tortuosa) notavo una cosa.
A rigor di logica, dopo la presa di posizione della FED, mi sarei aspettato un comportamento diverso di questo grafico che vi illustro qui sotto
Qui vedete l’andamento (in rosa) del tasso USD inflation swap forward 5y5y (ovvero in parole spicce il tasso inflazione che il mercato prevede tra 5 anni per i 5 anni successivi) e (in azzurro) il rendimento del Tnote 10yr USA.
Cosa notate di strano? Beh, molto semplice.
a) tanto per cominciare il tasso inflazione prospettico. Si fanno tante parole sul fatto che l’inflazione negli USA salirà. Ma se guardate questo grafico, è evidente che il mercato si è fermato alle previsioni di ottobre, ovvero da quanto Trump ha vinto le elezioni. Anzi, oggi è addirittura sotto a tali livelli
b) Seconda particolarità. La FED aumenta i tassi e che fa il TNote? Aumenta i prezzi (e quindi scendono i rendimenti). Che sia un “take profit” degli shortisti post FOMC? Oppure questi due segnali messi insieme stanno a suggerirci da parte del mercato una certa prudenza sul processo di crescita economica?
La cartina tornasole l’ho cercata in un’altra analisi: ovvero l’inclinazione della curva dei tassi.
Guardate il differenziale di rendimento tra il titolo a 30yr e quello a 2 anni.
Come ben sapete, quando si tratta di reflazione e di crescita economica, il differenziale si impenna. Che succede ora?
Differenziale rendimento titoli USA 30yr-2yr
Qui siamo quasi a livello di analisi “Barbell” ma ci dà l’idea di cosa sta accadendo. La curva non si è impennata, si è stabilizzata ma resta sempre molto piatta. Infatti tra il 30yr e il 2yr c’è un differenziale di rendimento sempre bassissimo (storicamente) pari a circa 100 bp (107 per la precisione).
Sono segnali che il mondo dei tassi ci sta lanciando e ci suggeriscono che il mercato, malgrado tutto , non sta credendo ad una crescita economica cosi tonica come sembra.
PS: non vi ho parlato del Dollaro USA per motivi di “influenze politiche” quanto mai determinanti, anche se sarebbe stato quantomeno normale attendersi un rialzo, Anche se è noto ai lettori di I&M la mia view sull’argomento.
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Ottima analisi.
Thanks
Se le tue osservazioni sono fondate, e secondo me lo sono, il corollario del ragionamento è che al momento non c’è alcun pericolo che l’economia acceleri fortemente……..determinando di conseguenza il deragliamento ( alias inversione ) dei mercati azionari Usa e mondiali.
Ottima analisi.