Un grande rally senza i volumi non è normale
Un rally di quelli da incorniciare: passare da quota 666 fino all’area 1400, in pochissimo tempo. Lasciamo perdere i soliti discorsi su crescita farlocca e bolla speculativa guidata dalla liquidità.
Andiamo ad analizzare un dato di fatto. Questo rally ha un elemento che già ho segnalato in passato, che lo rende quanto mai anomalo dal punto di vista tecnico. Si tratta dell’assenza dei volumi che, progressivamente, sono venuti sempre più a mancare.
Ma non nei mercati più limitrofi, bensì nei mercati più importanti.
Una recente ricerca fatta da Bloomberg ha messo in evidenza che sono proprio le piazze più importanti del globo a livello azionario, ovvero New York e Londra, ad avere il maggior crollo di volumi rispetto alla media di 90 giorni. E persino la brillante (economicamente) Germania va in negativo in questa interessante analisi, probabilmente frutto del timore di un rallentamento della crescita economica.
Stupiamoci invece nel vedere che tra i paesi con il maggior aumento dei volumi troviamo proprio Piazza Affari, seconda solo alla piazza egiziana, e seguita poi da molti paesi di cui buona parte emergenti.
Notate bene però, che l’aumento dei volumi può essere legato anche a fattori particolari. Vedi il caso appunto dell’Egitto e perché no dell’Italia, dove operazioni annunciate sul capitale sociale, finanza straordinaria e anche una certa voglia di tornare a comprare (non dimentichiamo che il nostro tasso di risparmio è sceso di molto ma resta sempre elevato se paragonato a quello di altri paesi) possono aver fatto la differenza. Ma in uno scenario toro, ritrovarsi con volumi così in ribasso (qui viene usata una metodologia di Bloomberg definita Z-Score) sulle principali piazze finanziarie del globo non è normale.
Ma per meglio rendervi l’idea, preferisco postarvi anche questo grafico. E’ l’indice MSCI USA messo a confronto con i volumi della piazza di Londra ed i volumi della piazza di New York. Per meglio uniformare il tutto, non adiamo però a prendere i volumi assoluti, bensì quelli medi (90 giorni) rendendo quindi il grafico più “piatto” e per certi versi meno negativo.
Ma il risultato, credo, non cambia per nulla. Un grafico così rialzista con volumi così bassi significano (come da manuali di analisi tecnica…) rally non sano.
Ops…qualcuno aveva dubbi? Peccato che la durata di questo rally sia condizionato anche dalla politica monetaria espansiva. Ora la parola non solo ai lettori ma anche agli eventi. Il QE2 è agli sgoccioli. E vedremo se basterà un generoso carry trade su Yen e Dollaro USA a giustificare ulteriori allunghi. Sempre che non ci arrivi un assurdo ed improbabile QE3…
STAY TUNED!
DT
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Ciao!
La conosci compass? Mandami un’email così te la giro, se ti fa piacere, vedrai delle interessanti valutazioni di tipo settoriale…
🙂
come potrebbe non farmi piacere 😀 puoi usare questa mail martino_bonanomi [chiocciolina] alice.it
Grazie
Chi è fuori, resti fuori?
Chi è dentro, prepari una strategia d’uscita?
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Beh…diciamo che un po’ di prudenza non fa mai male…. 😉
Dream, quanto vedi possibile una correzione dell’indice di un certo rilievo? Come o più di marzo. Bazzicando qua e là nell’analisi settoriale dell’S&P500, seguendo proprio una logica di ordine dei vari settori sencondo la più canonica rotazione, il settore energetico e dei materiali pare meno performante mentre un cambio positivo di traiettoria lo hanno fatto settori Staples & Services (ho usato Healthcare come servizi). Credo comunque a prescindere dalle correzioni dell’indice che sia un segnale che il mercato sta cercando delle posizioni più difensive. Se poi la liquidità sarà ancora capace di trainare tutto… boh.