Tre: il numero perfetto salva il governo

Scritto il alle 15:28 da Danilo DT

Tre voti, Trenta mesi, rinnovata la fiducia

Il governo è salvo. Per tre voti Berlusconi è salvo. E con lui il progetto del PDL è salvo. Esce sconfitta non solo l’opposizione ma il nuovo raggruppamento finiano.
Tranquilli, non ho mai parlato di politica sul blog (anche perché ritengo di non essere interessato a nessuna fazione politica in questo momento…). Però proprio qualche minuto fa ho letto un articolo di Tito Boeri,  un italiano che merita il massimo rispetto.

Sicuramente sconosciuto ai più, Tito Boeri, Ph.D. in Economia alla New York University, per 10 anni è stato senior economist all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, poi consulente del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, della Commissione Europea e dell’Ufficio Internazionale del Lavoro. Oggi è professore ordinario all’Economia Bocconi, dove ha progettato e diretto il primo corso di laurea interamente in lingua inglese. E’ Direttore della Fondazione Rodolfo Debenedetti, responsabile scientifico del festival dell’economia di Trento e collabora con La Repubblica.

Il suo articolo apparso sul sito de “Lavoce.info” merita secondo me la giusta considerazione. Sopratutto per chi, come il sottoscritto si reputa neutrale in questa ridicola guerra fratricida che alla fine ha raggiunto il ridicolo con scenari che nemmeno col Calcio Mercato di fine agosto si possono ammirare…
Silvio Berlusconi resta al comando con 3 voti agguantati in extremis. Ecco il parere del Prof. Boeri.

UN GOVERNO APPESO A TRE VOTI
di Tito Boeri

Due anni e mezzo all’insegna della decisione di non decidere. Questa, in sintesi, la politica economica del Governo Berlusconi, confermato dai due rami del Parlamento ma appeso a una maggioranza risicata di tre voti alla Camera. La scelta di non fare nulla ha portato a una caduta complessiva del reddito nazionale del 6,5 per cento e del reddito pro-capite di più del 7 per cento. Ma ha anche evitato un ulteriore deterioramento del deficit pubblico. Soprattutto, però, il governo non ha realizzato nessuna riforma strutturale benché disponesse di una larga maggioranza in Parlamento. E così l’Italia ha perso altri trenta mesi senza il varo di provvedimenti indispensabili per riprendere a crescere.
Meriti e demeriti della politica economica del quarto Governo Berlusconi, giunto a due anni e mezzo di vita e destinato a proseguire con difficoltà se manterrà il margine di appena tre voti di maggioranza alla Camera, si riassumono nella decisione di non decidere. Si è scelto consapevolmente di evitare qualsiasi misura di contrasto alla grande recessione. Questo ha contribuito alla più forte caduta del prodotto interno lordo nell’Italia del dopo-guerra: nel complesso, un calo del 6,5 per cento. Tra i paesi del G20 solo il Giappone ha fatto peggio. Da notare che la caduta in Italia è stata doppia di quella della Francia, un altro grande paese Ocse che, come il nostro, non ha registrato né lo scoppio della bolla immobiliare né una seria crisi bancaria. Allo stesso tempo, l’inazione del governo ha evitato un forte deterioramento del deficit pubblico. Alla luce della crisi del debito sovrano che ha colpito l’Eurozona non è difficile riconoscere i vantaggi di questa politica. La situazione avrebbe potuto essere decisamente peggiore.


I problemi dell’economia italiana e le preoccupazioni maggiori per la sostenibilità del nostro enorme debito pubblico sono tutti legati alla bassa crescita del prodotto potenziale. Come rivela anche la struttura temporale dei Cds, gli investitori non sono tanto preoccupati per la legge finanziaria del 2011, quanto per le condizioni economiche dell’Italia tra cinque-dieci anni. I problemi di medio periodo sono stati trascurati dal governo Berlusconi: non ha varato nessuna delle riforme strutturali essenziali per migliorare la crescita potenziale dell’Italia, sebbene potesse contare su una solida maggioranza in entrambe le Camere.

TRE DECISIONI, TRE PASSI INDIETRO

Perché il governo ha scelto il basso profilo in politica economica? Il livello del debito pubblico italiano non lasciava molto spazio per politiche fiscali anticicliche. Tuttavia, qualcosa di più per stimolare l’economia al manifestarsi della crisi poteva essere fatto. Per esempio, sarebbe stato possibile offrire un sostegno al reddito delle persone che hanno perso il lavoro attraverso una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, che sarebbe stata utile anche dopo la crisi.
Una possibile spiegazione per l’inazione del governo in questi due anni e mezzo è che le misure concordate dalla coalizione che ha vinto le elezioni nel 2008 non erano pensate per un paese che stava entrando in una grave recessione finanziaria ed è mancata una leadership capace di indicare le nuove priorità e definire provvedimenti adatti alla nuova situazione macroeconomica. E infatti nei suoi primi tre mesi di vita il governo aveva preso delle decisioni, tre in particolare, che sono state messe subito in fuorigioco dalla crisi.
La prima era una riduzione delle imposte sugli straordinari, una misura destinata a incrementare le ore di lavoro. Ovviamente, mentre la disoccupazione cresceva e molti altri paesi utilizzavano in modo massiccio il margine intensivo per contenere la perdita di posti di lavoro, abbiamo assistito a una rapida inversione a U: il taglio alle imposte sugli straordinari è stato accantonato ed è stato incentivato il lavoro a orario ridotto. Una sorte simile è toccata alla cosiddetta Robin Hood Tax che, secondo il ministro Tremonti, avrebbe dovuto tassare banche e petrolieri e fornire così le risorse da destinare ai poveri. La tassa sulle banche ha dovuto essere trasformata in un impegno a garantire denaro fresco alle istituzioni finanziarie in difficoltà attraverso i Tremonti-bond. Anche il piano di aumentare la tassa sulle raffinerie e sugli speculatori sul prezzo del petrolio, definito quando il prezzo del greggio era a 160 dollari, ha dovuto essere accantonato con il prezzo sceso a 30 dollari al barile. L’ultima misura presa all’inizio della legislatura è stata la cancellazione dell’Ici sulla prima casa, una delle maggiori fonti di entrata per le amministrazioni locali. Questa imposta non è ancora stata reintrodotta, ma il governo sta introducendo diversi nuovi tributi sugli immobili, che in definitiva dovrebbero ricostituire il gettito perso con quella decisione iniziale, tanto popolare quanto anacronistica.


Insomma, l’Italia ha perso altri trenta mesi senza realizzare quelle riforme che sono assolutamente necessarie per tornare a crescere. È vero che è difficile varare riforme in fasi negative del ciclo, ma un buon numero di riforme, per lo più strutturali, sono state attuate nell’Unione Europea proprio nel corso di una recessione. Il fatto è che le condizioni di emergenza economica sono situazioni di “politica straordinaria” nei quali è possibile dar vita a coalizioni più larghe per sostenere riforme di politica economica ad ampio raggio. Un governo che persegua un’agenda di riforme, in queste circostanze, rende consapevole l’opinione pubblica dell’emergenza che ci si trova ad affrontare e fa appello al senso di responsabilità dell’opposizione. Il governo Berlusconi, e i media direttamente o indirettamente controllati dal presidente del Consiglio, hanno scelto una diversa strategia di comunicazione. Hanno costantemente sminuito le dimensioni della crisi. Una simile strategia di comunicazione può aver evitato il pesante calo di consenso sperimentato da altri governi nel corso della grande recessione, ma può rivelarsi controproducente. La delusione degli italiani verso Berlusconi sarà ancora più grande di quanto lo sarebbe stata se il governo avesse giocato a carte scoperte, presentando la situazione come è davvero.

Fonte: LaVoce

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DT

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17 commenti Commenta
s66
Scritto il 14 Dicembre 2010 at 16:14

ma dove vuole andare , deve solo rimettere il mandato nelle mani del capo dello stato ! IL SUO TEMPO è FINITO ! RICORDATEVI SE NON SI TOGLIE DAI PIEDI COSTUI CON TUTTO QUELLO CHE CI GIRA INTORNO ? L”ITALIA AFFONDERA’ X SEMPRE ! X CUI L’ETERNO RIPOSO DONA A LUI O SIGNORE ! VATTENE DOVE TI PARE, BASTA CHE SPARISCI DALLA VITA DI QUESTO PAESE ! 30 ANNI TI SEI PRESO DA NOI ITALIANI……………..è ORA CHE CAMBI ARIA !

hironibiki
Scritto il 14 Dicembre 2010 at 16:27

Comunque vorrei aggiungere anche che:
1) vedere alla camera persone che si azzuffano è la cosa più stupida in assoluto! Io manderei tutti a casa. TUTTI indistintamente.
2) vedere che all’interno di un partito 2 esponenti votano contro la mozione di sfiducia mi sembra ASSURDO! Ma che cavolo nemmeno all’interno del proprio partito sono concordi. TUTTI A CASA!!
3) siamo alle quaglie ormai (le cozze sono finite) derisi da TUTTO il mondo.

50 cent
Scritto il 14 Dicembre 2010 at 16:28

Ciao a tutti, normalmente l’incertezza politica che riflessi ha sulla borsa?
Fifty

mattacchiuz
Scritto il 14 Dicembre 2010 at 16:31

50 cent,

sale certo 🙂

Scritto il 14 Dicembre 2010 at 16:45

50 cent,
Beh, ovvio che instabilità politica, in un momento come questo, non può che essere vista in cattivo modo. Questo sulla carta. Poi i miracoli a cui stiamo assistendo possono fare cose che nemmeno ci possiamo immaginare…

50 cent
Scritto il 14 Dicembre 2010 at 17:00

Blade Runner docet.

gioetf81
Scritto il 14 Dicembre 2010 at 17:00

collegherei questo post a quello relativo alla Cupola della finanza internazionale. E lo chiamerei la Cupola della politica nazionale.
Il motivo per cui si decide di non decidere è tipico dei governi che sono espressione di oligarchie interessate a mantenere lo status quo e a non cambiare nulla che comporti rinunce a privilegi di “classe”, come direbbe Marx. Ma non voglio leggere per forza tutto in un’ottica classista, che forse è riduttiva. Questo perché alcune cose che in Italia NON si vogliono cambiare e migliorare sono del tutto trasversali a molte “classi” sociali. In primis, non si intende davvero combattere l’EVASIONE fiscale. Non lo vuole il centro-destra né il centro-sinistra, nonostante i proclami di quest’ultimo alla questione morale. Bersani sa benissimo che in fondo c’è un gran numero di piccoli e medi imprenditori che lo votano, ma poi vanno a depositare il nero a San Marino. E così Dalema e Latorre (PD) in Puglia sanno che una parte del loro elettorato sono piccoli imprenditori edili che hanno lavoratori in nero…ecc. ecc.
Il Paese è fermo perché non si intende introdurre concorrenza tra le libere professioni, abolire gli Albi (non me ne voglia chi aspetta l’albo dei consulenti finanziari indipendenti!) soprattutto quello dei Notai e dei Farmacisti, che accumulano capitali straordinari a fronte di molti lavoratori senza neanche ammortizzatori sociali.
Il Paese è fermo perché la rivoluzione liberale rimane confinata nella propaganda elettorale, ma poi nei fatti nessuno la realizza.
Il Paese è fermo perché abbiamo sindacati che hanno giustamente paura di un mercato più flessibile senza gli ammortizzatori sociali presenti nei Paesi con mercati del lavoro più flessibili del nostro.
Il Paese è fermo perché solo in Italia i giovani rimangono in casa con mamma e papà fino a oltre 30 anni e non scendono in massa in piazza a chiedere i diritti o peggio non si candidano per cambiare le cose.
Il Paese è fermo anche perché oggi sto scrivendo troppo e facendo calare la produttività 😀

gremlin
Scritto il 14 Dicembre 2010 at 17:38

è matematico che il kaimano non arrivi a fine legislatura ma il problema è un altro.

Dopo un potere forte che fa il vuoto intorno a sè (una specie di banca Medio l’Anum) per riempirlo con putridume morale che cosa può nascere?
Hitler era forte per le sue idee la sua dialettica il suo carisma la sua sanguinarietà e la sua intelligenza politica;
il kaimano ha preso tutte le cose buone dei despoti, ha eliminato la violenza fisica e ci ha aggiunto il potere smisurato del suo apparato economico (che non è solo vil denaro). Ha annichilito ogni opposizione, si è insinuato come una metastasi in tutte le istituzioni e centri di potere a vario titolo.

l’opposizione che si oppone realmente è emarginata, l’elettorato è instupidito dalla televisione dal calcio dalle lotterie dagli immigrati, il rischio di un kaimano bis powered by gerovital e cialis è reale, questo è il problema

paolo41
Scritto il 14 Dicembre 2010 at 19:51

Credo che questo blog ha delle intrinsiche validità, perchè riesce a non schierarsi nè a destra nè a sinistra e quando i politici sono stati criticati (spesso anche dal sottoscritto) abbiamo avuto sempre il buon senso di non dipengerli di rosso o di azzurro o di verde.
Personalmente non condivido la critica del blog La Voce (che leggo sempre con attenzione e dove , ogni tanto, posto anche qualche commento), non tanto per una sua implicita inclinazione a criticare l’attuale governo, ma perchè, nella crisi economica che ha attanagliato mezzo mondo, sono convinto che qualsiasi partito fosse stato al governo si sarebbe trovato nelle stesse difficoltà.
Mi viene in mente che Giove ( n.d.r. Esopo) ci mise al collo due bisacce, quella davanti con i difetti degli altri e alle spalle quella con i difetti propri.
Mi viene anche fatto di ricordare che i governi USA, UK, Spagna, Belgio, Grecia, Portogallo, Irlanda, etc, hanno problemi ben più gravi dei nostri, ma all’Economist, al Financial Times, al NY Times, al WallStreet Journal fa scik criticare gli episodi italiani.
Voglio anche evidenziare che i governi, le cui economie vanno bene, paradossalmente, sono quello cinese o russo o iraniano, etc senza aggiungere commenti.
E non portatemi a confronto la Germania come modello da imitare, perchè la Merkel ha pochi meriti se l’attuale momento economico è migliore di altre nazioni europee; i meriti vanno assegnati a una impostazione industriale e sindacale che è datata negli anni, alla dimensione delle aziende, al concetto di qualità che ha sempre contraddistinto le loro produzioni e, infine, ma molto importante, all’euro, come sostengo da parecchio tempo, e come Dream ha sottolineato in un suo post.
Scusate lo sfogo, ma la mia opinione è che occorra rimanere il più neutrali possibile negli aspetti politici.

vichingo
Scritto il 14 Dicembre 2010 at 20:09

Il principale problema della politica è che non è riuscita mai a fare scelte utili per il paese, ma si è sempre arroccata su posizioni faziose, sia destra, sinistra o centro, tutelando solo i rapporti di forza di quell’elettorato che si fa commuovere dagli slogan e promesse e garantisce alla stessa politica, correggo ai politici di restare perennemente sugli scranni del potere, che con la demagogia si garantiscono privilegi insostenibili in un paese che si vuol chiamare civile. Le scelte utili che si possono fare possono costare pesanti sacrifici, ma se fossi convinto che questi sacrifici porterebbero alla rinascita del paese, li farei volentieri, ma poi dovrebbe cominciare una nuova era. Mi ricordo di un mio amico, che quando il debito pubblico incideva per 20 milioni di lire per ogni cittadino, mi disse che avrebbe pagato, ma poi basta. Questa è pura utopia, prima o poi il pentolone scoppierà. 😯

zed iv
Scritto il 14 Dicembre 2010 at 21:19

tito boeri è un personaggino di quarto piano…qui nel fol nella sezione macroeconomia si trovano opinioni sicuramente più qualificate

Scritto il 15 Dicembre 2010 at 00:02

zed iv@finanzaonline,

Molto bene! Se ci sono opinioni di migliore qualità, segnalatele, sarete i benvenuti! 😀

Scritto il 15 Dicembre 2010 at 08:52

Quando si parla di partiti ci si diverte eh?
Vedo che tutti (o quasi) hanno la sindrome del Cristiano tiepido dell’apocalisse, non c’e’ nulla di male criticare il governo, quando la critica e’ costruttiva, e non c’e’ nulla di male dire che Berlusconi ha fatto un ottimo lavoro quando si portano a pro motivazioni, invece gli Italiani per la maggior parte (lo hanno votato il 50% delle persone) hanno paura di essere criticati nel sostenerlo, mentre chi e’ contrario al suo operato mostra un astio pari solo a quello che un ciccapista avrebbe di fronte ad un tavolo che levita davanti a lui…
La BBC una volta tanto ha commentato imparzialmente dicendo che si ci sono molte pecche nel Primer ma quali sono le alternative in Italia?
Non esistono leaders di opposizione, non esistono programmi (a meno che non si voglia passare per programma mandare a casa Berlusconi).

Sinceramente penso che il problema della politica Italiana giaccia nel carattere stesso dell’Italiano, pronto a gridare per il proprio diritto ma ancora piu’ pronto a negarlo al prossimo, ligio affinche tutti rispettino le leggi ad eccezione di se stesso…

Personalmente spero che Berlusconi continui fino a fine legislatura anche se, vedo il problema vero nella deindustrializzazione selvaggia dell’occidente che la apparire sempre di piu’ simile alla Venezia barocca di Casanova…. Stiamo puntando sui cavalli sbagliati, le uniche risorse che rimmarranno sono quelle legate al turismo… in una generazione o meno il sistema tracollera per colpa del peso stesso dello stato, incapace di sostenersi con le risorse erogate dagli individui… Meno male che non ci saro’…

hironibiki
Scritto il 15 Dicembre 2010 at 17:15

mariothegreat@finanzaMeno male che non ci saro’… mariothegreat@finanza ,
Cambi pianeta :mrgreen: (scherzo) ?
Allora forse, e dico forse, sarai libero.. Altrimenti tutte le economie saranno “toccate”. Siamo davanti ad un cambiamento epocale non ristretto ad un solo stato o ai Pigs ecc, ma mondiale.
Non ci sarà scampo, chi prima chi dopo tutte cadranno. Un pò come nel domino.. L’ultima pedina cadrà per ultima in quanto tale, ma cadrà anche lei è solo questione di tempo.
L’avidità dell’uomo ha portato a questa situazione 🙁 ed è molto triste 🙁

nervifrank
Scritto il 15 Dicembre 2010 at 17:33

hironibiki@finanza,

Dice così il buon Mario perché si “sente” vecchio…
🙄

Scritto il 15 Dicembre 2010 at 21:54

hironibiki@finanza,

Nervifrank mi conosce… comunque lo studio della storia sicuramente non mi ha fatto diventare ottimista per il futuro…. parafrasando un vecchio slogan pubblicitario, e’ un mondo di merda piu’ di ieri e meno di domani….

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