TITOLI TOSSICI: affare per le banche o truffa legalizzata?
Ne abbiamo parlato mille volte, ma occorre tornare sull’argomento. I titoli tossici sono l’elemento centrale del piano Geithner salva banche USA. Ma la cosa che mi fa enormemente innervosire è che, per l’ennesima volta, alla faccia della maggiore trasparenza, della massima chiarezza, vogliono nuovamente fare le cose in modo “pilotato” per il massimo godimento di alcuni importanti attori del sistema finanziario globale.
Per farla breve, con il piano Geithner, chi beneficerà dell’iniziativa con rischi (notate bene) bassissimi sono sempre e solo le banche, mentre lo Stato (e quindi i risparmiatori) dovranno subire rischi elevatissimi. Praticamente, detto senza mezzi termini, si tratta dell’ennesima truppa a danno del contribuente. E in pratica è un evidente e chiaro piano indirizzato a non far saltare le banche USA in difficoltà e a finanziare questo salvataggio esclusivamente con denaro pubblico.
Per spiegarvi come, vi invito a leggere qui sotto:
L’autore di queste righe è Luigi Zingales, al secolo Robert Mc Cormack, dell’Università di Chicago. L’articolo è apparso anche sul settimanale “L’Espresso”.
Riprendo testualmente quanto scrive Zingales:
“Per indurre il capitale privato a investire in titoli tossici il piano Geithner offre 86 dollari in prestito e 7 dollari come capitale di rischio per ogni 100 dollari di titoli comprati, lasciando ai privati l’onere di metterne solo 7. Per di più il prestito è ‘non recourse’.
Questo significa che se il valore dei titoli è inferiore al valore del prestito, il governo assorbe interamente la perdita, senza alcun diritto di rivalsa sulle altre proprietà dell’investitore. In altri termini, se il prezzo dei titoli sale, gli investitori privati si prenderanno il 50 per cento dei guadagni, se scende i privati devono assorbire solo sette dollari di perdite.
È un enorme sussidio che trasferisce la maggior parte del rischio sul contribuente. Immaginatevi il seguente ipotetico scenario: Citigroup e Goldman posseggono entrambi 100 miliardi di dollari degli stessi identici titoli tossici. Grazie al piano Geithner con soli 7 miliardi di investimento Citigroup può comprare i titoli di Goldman.
La quale ricambierebbe investendo 7 dei 100 miliardi di dollari che riceve comprando 100 miliardi di titoli tossici da Citigroup attraverso il piano Geithner. Il risultato è che in cambio di 100 miliardi di titoli tossici di dubbio valore, entrambe le banche riceverebbero 93 miliardi in contante, mantenendo il diritto a ricevere il 50 per cento di qualsiasi possibile apprezzamento di questi titoli. Un vero affare.
A pagare il conto sarebbe il contribuente che si troverebbe ad aver investito 186 miliardi di dollari con prospettive di guadagno limitate e grossi rischi di perdite. Nel caso più estremo, in cui i titoli non valgono nulla, le due banche sarebbero comunque contente di effettuare questa operazione, perchè riceverebbero 93 miliardi ognuna a spese del contribuente.
La verità quindi non è che le banche devono essere liberate dai titoli tossici, ma che le banche vogliono essere salvate dal fallimento con i soldi dei contribuenti. Se questo è l’obiettivo, il piano Geithner sembra geniale. Utilizzando principalmente prestiti della Fed, il piano Geithner, a differenza del piano Paulson, non richiede alcuna approvazione da parte del Congresso, minimizzando l’esposizione mediatica e quindi il risentimento popolare. I suoi dettagli sono sufficientemente complicati da oscurare ai più la dimensione del sussidio. In questo modo le banche vengono salvate con i soldi dei contribuenti senza che questi se ne accorgano.”
(tratto da “L’Espresso” )
Quindi capite benissimo che alla fine, le cose girano sempre verso le “mani forti” delle grandi banche USA. Non oso certo immaginare cosa potrebbe succedere nel caso in cui i titoli tossici vadano a perdere molto valore e se il governo fosse costretto ad accollare queste perdite ai contribuenti. E leggete che succede in caso contrario… Continuo con l’articolo.
“Dal punto di vista politico, pero, è un grosso rischio. Se i titoli tossici perdono molto valore e il governo si trova ad assorbire forti perdite, i contribuenti realizzeranno di essere stati ingannati e sfogheranno la loro rabbia contro l’attuale ministro del Tesoro e probabilmente anche contro Obama che lo ha nominato.
Se invece i titoli tossici aumentano fortemente di valore, un numero ristretto di investitori prescelti dal governo diventerà estremamente ricco, a spese dei contribuenti. Questo può scatenare una rabbia populista ancora maggiore, da far impallidire la reazione che ha suscitato il pagamento di bonus milionari ai manager di AIG, la compagnia di assicurazione sull’orlo del fallimento che è stata sostenuta con 180 miliardi dal governo. Geithner gioca col fuoco”.
Non aggiungo altro, Zingales, credo, abbia già detto tutto. Lascio a Voi le dovute considerazioni.
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