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TARGET BCE: il sogno di Mario Draghi si allontana (UPDATE)
Forse definirlo un sogno è un po’ un eufemismo. Meglio continuare a considerarlo come il vero target BCE. Di certo se il mercato andasse nella direzione che Mario Draghi si è auspicato, saremmo tutti più felici e contenti. E anche lo stesso Draghi sarebbe più tranquillo, grazie al successo (ehm…) della sua politica monetaria espansiva (QE Europeo), progetto che possiamo definire al momento abbastanza fallimentare, soprattutto in ottica “target inflazione”.
Il grafico già lo conoscete.
E’ composto da tre sub grafici:
a) Il tasso inflazione swap forward 5y5y Eurozona
b) Il cross EUR USD
c) Il prezzo del petrolio (Brent)
A) Non solo il tasso inflazione forward non è pari almeno al 2% (ricordiamo che questo è un tasso a termine, quindi una previsione di un tasso inflazione futuro). Quello che più preoccupa è la sua tendenza, decisamente orientata ancora al ribasso. Il motivo principale? Rallentamento globale e…il punto c)
B) Il cross EUR USD al momento si è stabilizzato. In linea di massima, la divergente politica monetaria dovrebbe teoricamente appoggiare l’ipotesi di parità 1:1 del cross EUR USD. Ma i forti dubbi del mercato su possibili e molteplici (la FED prevede almeno 4 nel 2016) aumenti dei tassi USA, ha come “gelato” il Dollaro USA. Quindi è necessaria più inflazione, più crescita, più positività.
C) E il petrolio, in questo quadro, conta tantissimo. Sia per l’inflazione che per il cross EUR USD. Di certo Draghi non può fare grandi cose e non può che subire l’andamento dell’oro nero, ma il continuare a vedere il Brent e il WTI in perenne discesa non può che raffreddare le speranze della BCE.
Detto questo, la BCE potrebbe anche aumentare il suo QE (alimentando la speculazione) ma già sappiamo che tutto questo non avrebbe effetti sull’andamento del petrolio, dell’inflazione, del cross EUR USD. Eco quindi il grande problema, già descritto per la FED: le banche centrali si trovano a dover SUBIRE passivamente il mercato, cercando di limitarne gli effetti. Senso di inferiorità che i mercati hanno percepito. I risultati (in rosso) sono sotto gli occhi di tutti.
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