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Le frecce a disposizione di Mario Draghi (e la loro efficacia)

Scritto il alle 09:40 da Danilo DT

 

Il QE Europeo sembra alle porte. Ma ci sono limiti e dettagli da non sottovalutare. Occorre portare il credito direttamente a PMI e famiglie bypassando il canale bancario: ce la farà Super Mario Draghi nella sua nuova “Mission Impossible”?

Ormai la filastrocca la conosciamo a memoria.

Lo spettro della deflazione, i prezzi che continuano a scendere inchiodando i consumi. Le prospettive sul tasso inflazione come è noto non sono certo entusiastiche. E Mario Draghi, ovviamente, scende in campo con promesse.

“Assistiamo a un peggioramento delle prospettive di inflazione nel medio termine, che richiederebbe un più ampio programma di acquisti di attività. Il Consiglio direttivo si impegna, unanimemente, a utilizzare strumenti sia non convenzionali che convenzionali per affrontare con efficacia i rischi connessi a un periodo troppo prolungato di bassa inflazione”. (Mario Draghi)

Su cosa potrebbe fare Draghi, beh, ne ho parlato 1000 volte. Riprendetevi ad esempio questo post per avere un rapido sunto. Certo è che a forza di dire ste cose, prima o poi Mario Draghi, vista anche la liquidità in eccesso del sistema (oggi è la metà di quanto dovrebbe essere), qualcosa farà. Ovviamente la misura più “invasiva” e concreta sarebbe il famoso QE Europeo. Draghi continua a puntare il dito sugli ABS. Un mercato che però, in Europa, è piccolo ed illiquido. E allora riaffiora l’ipotesi di un LTRO “speciale” con obbligo di destinarli ad imprese e famiglie.

Secondo il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, la Bce avrebbe già fatto delle simulazioni per capire, analizzare e valutare l’effetto di un QE, pari a mille miliardi di euro, sia su investimenti e consumi che sul tasso d’inflazione in Europa. Ma QE fatto…in quale modo?

L’ipotesi QE sui debito sovrano si fa invece sempre più complessa. Per ovvie ragioni la BCE non vuole comprare ulteriori bonds dell’area PIIGS, come non avrebbe senso comprare per esempio Bund tedeschi a prezzi già folli e con rendimento reale palesemente negativo. Anzi, se vogliamo dirla tutta, se prendiamo le regole attuali, la Bce non è autorizzata a comprare titoli governativi. Ecco quindi perchè Mario Draghi continua a citare gli ABS, ovvero le cartolarizzazioni dei mutui e dei prestiti emessi dal canale bancario. Si, gli ABS, quelli che qualche problemino lo avevano già creato negli USA, nel periodo “Lehman Brothers”.

Dire che questa sia la strada giusta, a priori, è realmente impossibile.

L’ideale probabilmente sarebbe inventarsi un qualche strumento o dei meccanismi che permettano alle imprese e alle famiglie la possibilità di poter accedere DIRETTAMENTE ai finanziamenti, bypassando il canale bancario che, come visto in passato, utilizza spesso e volentieri il denaro ottenuto in BCE per attività di trading.

Addirittura c’è chi paventa l’ipotesi di un intervento direttamente sul mercato dei cambi. Secondo me questa è poco credibile, am staremo a vedere. Intanto vi lascio questo eccellente grafico di Deutsche Bank.

Illustra le opzioni che la BCE potrebbe utilizzare per stimolare crescita ed inflazione raffrontate all’impegno a livello di bilancio e alle dimensioni del programma di QE. Tenete però conto che una cosa è la teoria ed un’altra e la pratica. Inoltre, la teoria porta a dei ragionamenti, ma poi bisogna vedere se anche in Europa, come negli USA, il QE porterà benefici immediati. Il difficile sarà infatti riuscire a trasmettere la moneta generata al sistema e farla circolare. Questa è la vera “Mission Impossible” di Mario Draghi (visto che ora anche i tedeschi sembrano d’accordo ad un qualcosa simil QE).

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2 commenti Commenta
idleproc
Scritto il 28 Aprile 2014 at 17:03

Mettendosi nei panni di una banca.
Chi finanzio anche avendo risolto i miei problemi?
E’ sempre una valutazione profitti-rischioperdite.
Visto lo stato dell’economia reale, della scelta sul debito pubblico e quindi sull’impossibilità di fare politiche di spesa da parte del pubblico, la tentazione è di rigiocarsi nella finanza il tutto.
Finora il sistema finanziario è stato garantito dalle banche centrali e dallo scarico sociale attraverso il debito sovrano, quando il rischio a livello finanziario diventerà più elevato e i profitti più bassi, i capitali torneranno nell’economia reale permettendo anche le ristrutturazioni necessarie.
Il problema di fondo a mio giudizio resta quello di una redistribuzione dei capitali verso le PMI e dei redditi verso il consumo, l’opposto di quanto hanno fatto finora.
Se aumenta l’inflazione non è così automatico che decollino i consumi, l’altro spettro che può apparire nella notte è quello della stagnazione + inflazione.

Scritto il 28 Aprile 2014 at 19:22

Assolutamente

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