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HOT POST: Tanto rumore per nulla? Tanto tuonò che piovve.

Scritto il alle 09:05 da Danilo DT

investitori in codaNella mia mente, mi immagino il popolo degli investitori come un esercito di automobili pronte a ripartire da un allegro week end nel momento in cui dovesse mai iniziare a piovere, pensando di riuscire in tal modo ad essere più furbi e previdenti degli altri e fuggire prima del’arrivo del maltempo.

Ovvio che poi, quando inizia a piovere, è tutto da dimostrare se tutte quelle automobili riusciranno rapidamente a convergere verso l’autostrada oppure se molti dei simpatici villeggianti resteranno intrappolati nel traffico.
Le radio ed i TG hanno parlato del rischio di forti temporali, e quindi la gente è al corrente del rischio pioggia. Però al momento il clima non è poi così male. Intanto il Signor Rossi si gode la giornata di sole ma vede le nubi minacciose che arrivano. Potrebbero deflagrare in un temporale apocalittico, in una pioggia intensa e decisa (in entrambi i casi le macchine resteranno sicuramente impantanate) oppure in una pioggia modesta. Oppure ancora le nubi potrebbero passare senza creare danni.
I tuoni che si odono all’orizzonte potrebbero essere solo rumore. Una minaccia che poi non porta a nessun danno. Ma il Signor Rossi conosce il cielo, i venti, il clima.. Sa che ci sono degli elementi che pondererà con attenzione e alla prima avvisaglia, carica tutta la famiglia e parte. Prima di tutti gli altri.

Questa storiella che mi sono inventato rappresenta bene la situazione che si sta vivendo sui mercati. Gli investitori e gli operatori conoscono il rischio bolla, sanno che il mercato è caro, sono coscienti del fatto che il periodo non è proprio propizio, dal punto di vista stagionale. E conoscono tutta una serie di indicatori che potrebbero anche suggerire l’arrivo della correzione. L’uso del condizionale però è d’obbligo, perché quegli indicatori, con la sapiente mano delle banche centrali, potrebbero dare esiti fuorvianti. Ed uno di questi indicatori è proprio il VIX, che l’ottimo Fugnoli nella sua recente newsletter considera appunto “rumore”.
Ma facciamo attenzione. Probabilmente il segnale più forte e devastante non sarà quello tradizionale.
Ci vuole un detonatore per far scoppiare il temporale. La storia insegna che non è certo il VIX o il MOVE a generare sconquassi.
Un esempio molto concreto? Eccovi serviti. Qualcuno di voi si ricorda COME si è generata la grande crisi subprime?

Nove agosto 2007: Bnp Paribas congela tre fondi d’investimento esposti ai famigerati mutui americani. Il titolo Bnp, quotato sulla borsa di Parigi scende di più del 4% in un giorno. Banca francese, investimenti americani, investitori di tutto il mondo: sin dall’inizio la crisi è globale. Il resto lo si può passare al fast-forward.
Nomi famosi diventano famigerati: Bear Stearns, Lehman Brothers, Aig e poi Citigroup, Goldman Sachs, Bank of America e Ubs, senza dimenticarsi di Fannie Mae e Freddie Mac, gli architetti pazzi del sistema dei mutui made in Usa.
Nomi quasi sconosciuti diventano anch’essi famigerati: Dexia, Royal Bank of Scotland, Northern Rock, Hypo Real Estate. Burocrati e banchieri centrali abituati a riunirsi a porte chiuse, da Ben Bernanke a Tim Geithner a Mario Draghi, diventano gli angeli custodi del capitalismo mondiale. Il commercio transatlantico è paralizzato. I ricchissimi signori della finanza incominciano a vendere le opere d’arte e vanno al Bancomat a prendere contanti perché non si sa mai. I contribuenti americani ed europei mettono mano al portafogli per salvare le banche e tirano la cinghia per sopravvivere nella recessione del dopo-crisi. Il prezzo è l’odio viscerale per finanza e banchieri, che trova sfogo nelle tendopoli dei ragazzi di Occupy. Zuccotti Park – nome un po’ grandioso per un paio di alberi piantati nel cemento a due passi da Wall Street – diventa il simbolo di chi dice basta ma non ha grandi idee di come proseguire. (Source) 

crisi subprimeNel 2007 fu il congelamento di 3 fondi di BNP a far saltare la baracca, che molto probabilmente sarebbe saltata di lì a poco comunque. Oggi il detonatore potrebbe essere anche un qualcosa di inatteso, di inaspettato, oppure di drammaticamente sottovalutato. Siamo sicuri e matematicamente certi che i potenti del mondo riescano a dirigere, comandare e gestire tutte le criticità globali? Intanto leggete l’eccellente Guerrera con le motivazioni…

E il peccato? Il peccato c’è ma non è tanto originale. È la cupidigia. Ne parlava già Dante, che di banche e debiti qualcosina sapeva. La cupidigia di americani che pensavano che comprare casa fosse un diritto, di banche che gli hanno prestato soldi senza controllare se potessero pagare, e di trader che hanno creato investimenti-Frankenstein per prendersi bonus principeschi.
Le banche centrali, prima di diventare angeli custodi, ci hanno messo del loro con l’incompetenza clamorosa di abbassare i tassi d’interesse senza preoccuparsi delle bolle che stavano gonfiando. I mass media, come spesso accade, non riuscirono a capire la gravità della situazione fino a quando non fu troppo tardi. (Source)

Di certo le banche centrali hanno imparato molto da quella crisi. Peccato però che la situazione attuale del sistema bancario mondiale non sia certo esente da rischi. Riprendetevi i post sui derivati. Andate a rivedervi le tabelle su leva finanziaria e volume dei derivati globali. Siamo sempre (oggi come allora) seduti su una mina innescata e la cupidigia, giustamente, ha portato le banche a NON aver volutamente imparato nulla. Anzi, hanno addirittura accelerato l’esposizione al rischio (protette dalle banche centrali?) generando ultimamente utili RECORD. La storia ha insegnato qualcosa? SI, in teoria, NO in pratica perché nel nome del guadagno, le grasse grosse banche hanno fatto carte FALSE che far lievitare gli utili.

E questo discorso vale per l’economia come per la politica italiana. Questa volta a parlare di rumore è la Bufacchi sul Sole:

draghi renzi confrontoTra le nubi estive che oscurano i cieli dei mercati, dal l’escalation dei conflitti Russia-Ucraina e Israele-Palestina al crack bancario in Portogallo e al default dell’Argentina, inizia ad addensarsi qualche nuvolone italiano di troppo: le voci sull’uscita di scena di Carlo Cottarelli si sommano all’ascesa dell’ostruzionismo in Parlamento sulle riforme di Matteo Renzi mentre la ripresina economica minaccia di sgonfiarsi con un Pil 2014 pericolosamente vicino allo 0 per cento.(…) Le politiche monetarie eccezionali delle più grandi banche centrali hanno sommerso quella che è la colonna portante dei mercati, il rapporto tra rischio e rendimento, con un’inondazione da svariate migliaia di miliardi di euro (un extra da 9 trilioni di dollari stimano gli addetti ai lavori). Al punto che il «risk premium è scomparso del tutto» (…) Se però Cottarelli dovesse andarsene sbattendo la porta, non una porta qualsiasi ma il portone di Via XX Settembre, quel rumore sui mercati si sentirebbe eccome. Qualche investitore straniero alla fine si sveglierebbe. (…) L’implementazione, la “delivery”, resta chiave: senza riforme l’Italia non cresce e senza crescita l’Italia, i suoi partners nell’Eurozona e la Bce dovranno tutti faticare molto di più per far funzionare a colpi di “whatever it takes” la formula sterile della sostenibilità del debito pubblico. (Source) 

Anche qui si parla di rumore. Ma è un rumore diverso da quello che è il semplice spread. E’ un rumore da CUI dipende lo spread. E’ il rumore del sistema, del “grande bluff” di Draghi che fino ad ora ha retto (a suoni di whaterer it takes come si è detto), delle grandi promesse di Renzi, delle parole di speranza che la politica e l’economia “strategica” comunica ai mercati per sedarli e tenerli, appunto, sotto controllo.
Ma questo è un rumore sottile, quasi sordo e per certi versi assordante. Come il terremoto. Un boato che viene da lontano che prima quasi ti solletica e ti lascia indifferente, ma poi ti avvolge e che ti lascia quasi impotente.

Ormai i mercati sono oberati di rumori, di diverso tipo. Quelli più tradizionali (basta pensare ai quotidiani dati macro), quelli teoricamente più forti (la voce delle banche centrali e della politica), quelli che si muovono nel “sottobosco” ma possono esplodere in modo incontrollato (vedi il caso Banco Espirito Santo).

L’investitore dovrà nei prossimi mesi capire quali sono i “rumori” che contano, che possono fare la differenza e che effettivamente hanno la forza per cambiare lo scenario. E nello stesso tempo dovrà cercare di “estraniarsi” da qui rumori che invece creano allarmismo per poi sfociare nel pressapochismo e nel terrorismo psicologico fine a se stesso.

E se arriva il temporale?
Si…tanto tuonò che piovve. Il temporale arriverà, questo è certo. Ma sul tipo di temporale, sull’intensità e sulla durata, questo non è dato a sapersi. Chi segue I&M ha visto che di segnali ce ne sono tanti, troppi forse. Ma nessuno è ancora “deflagrante”. Rumore si, ma un rumore che ci lancia dei messaggi. “Attenzione che lo scenario sta scricchiolando.” Ma a muovere veramente il meteo sarà un qualcosa di forse inatteso ma non per questo NON devastante.
Anche se quel qualcosa, probabilmente, verrà catalogato all’inizio come un banalissimo rumore. Ma non da tutti.

STAY TUNED!

Danilo DT

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7 commenti Commenta
rulloclash
Scritto il 5 Agosto 2014 at 09:37

Ottimo Boss!

reragno
Scritto il 5 Agosto 2014 at 10:01

Bravo Danilo.
E’ il problema con cui mi trovo a dibattere con i clienti quasi tutti giorni.
Un mercato che non sconta un premio per il rischio / rendimento, ha reso artificioso il sistema dando l’illusione che ogni centesimo investito poco o tanto si rivaluterà.
Per qualche asset potrà anche essere vero, ma come dici tu giustamente i nuvoloni si addensano all’orizzonte e le bombe d’acqua sono tanto devastanti quanto imprevedibili.
Il sig. Gann insegna.

Lukas
Scritto il 5 Agosto 2014 at 11:49

Tutto vero…ma rammento che nel trading il timing è tutto o quasi…..per ora tutto ok….poi quando arriverà la tempesta bisognerà esser ben coperti ed al riparo !!!

reragno
Scritto il 5 Agosto 2014 at 12:16

Lukas,

Concordo, ma solo i veri professionisti come te hanno la capacità di fare trading in questo mercato, non certo i miei clienti! Loro si devono sciroppare la mia prudenza………

gilles27
Scritto il 5 Agosto 2014 at 14:22

reragno@finanzaonline,

Vero, un conto è fare trading, un altro è curare gli investimenti per i clienti.
Vai a spiegare ai clienti che compri oggi a 100 perché il mercato è ancora toro, ma se gira a 95 si vende e magari ci si mette pure “corti”. Il cliente ti chiederebbe se sei furbo o scemo…!
Bravo Reragno, massima prudenza con i tuoi clienti!!! concordo pienamente.
Sicuramente Bravo Lukas per il tuo lavoro, ma è un lavoro di “nicchia” che pochi capiscono, capirebbero.
…poi diciamo la verità, il cliente normale, quando si cimenta in acquisto di azionario, si accontenta e gode di un +5% e vende, (taglia i profitti) e non vende se il titolo va al ribasso, cos’ si tiene il titolo fino a perdite del 99%…. alcuni casi? Tiscali, Gandalf, Seat Pagine Gialle… il cliente normale “lascia correre le perdite”… IN PRATICA FA L’ESATTO OPPOSTO DI QUANTO DOVREBBE FARE!!!

Scritto il 5 Agosto 2014 at 17:17

DT & Friends,

il “rumore” – sinceramente – è diverso dalla prospettiva e dall’ottica da cui si guarda – o che Noi (vogliamo) guardiamo. Investitori o meno che si sia.

In Europa, è prettamente “politico” (“hai detto/scritto tutto”) – lo stallo sulle decisioni da prendere e d’adottare, è sempre più sconfortante. Ancora stanno a trattare sui Commissari, tanto per scriverne una.

Trita e ritrita, Tutti/e – iniziando dai/dalle giornalisti/e, in primis – pensano e scrivono SEMPRE LE STESSE COSE (quando non copiano, naturalmente).

Il brodino, in tempi di magra, va sempre bene; in specie, se è ristretto e sempre (più) servito a Loro stessi; sembrano sempre più una setta (sono arrivati a fare meetings con la presenza delle Persone “comuni” dove, oltre a presentare libri che non leggerà mai nessuno, s’intervistano tra di Loro. Neanche nei manicomi di una volta utilizzavano queste “tecniche”).

In questo quadro, i pesci ed i cani – oltre che gli squali -, Ci sguazzano alla grande. E per quanto Mi riguarda, FANNO BENE.

Anzi, BENISSIMO – SE SI HA DEL TALENTO PROPRIO E SI E’ ONESTI!

サーファー © Surfer

kry
Scritto il 6 Agosto 2014 at 00:50

UN RIASSUNTO DI 1000 POST di DREAM. http://www.rischiocalcolato.it/2014/08/risveglio-doloroso.html

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