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Si corre verso la DEFLAZIONE: occorre uno SHOCK

Scritto il alle 15:39 da Danilo DT

shock economy

Tante belle parole, tante belle intenzioni, ma poi occorre confrontarsi col mercato.

Mario Draghi ha provato una strategia d’urto molto “border line” irritando i tedeschi e non solo loro. Prima un TLTRO e poi direttamente acquisti di ABS. Ma il risultato della “spavalderia” di Draghi lo avete letto in questo post.
Nel frattempo le banche rimborsano anticipatamente del LTRO in scadenza. Facciamo due conti e scopriamo che alla fine la cifra si avvicina molto a quella chiesta a prestito con l’inconcludente (ora lo possiamo dire) asta del TLTRO. Le banche hanno dunque usato il TLTRO come serbatoio da cui attingere a compensazione dell’LTRO in scadenza. A bilancio per le banche non cambia un gran che, ma ora con il TLTRO hanno un po’ più di ossigeno temporale.
E se poi non prestano il denaro (come da obiettivi dello stesso TLTRO) lo restituiranno in BCE entro i prossimi 24 mesi, e che problema c’è? Ma di certo Mario Draghi ha ideato il TLTRO con ben altre finalità. Ma qualcosa è andato storto.

Come detto in passato, la benzina la BCE la mette nel motore dell’economia, ma il sistema è ingrippato e ci vuole il meccanico per cambiare le cose, cambiando i pezzi, l’olio e le parti usurate, dando al motore un volto nuovo. Certo, lo sappiamo benissimo, quando il meccanico deve mettere le mani sul motore, sono costi, anche pesanti. Ma ormai sono necessari. E se questi costi di chiamano “diritti acquisiti” tutti devono capire la gravita e TUTTI (ma ripeto, devono essere TUTTI) sono tenuti ad accettare la realtà e fare la propria parte.
Draghi dice che

«la partecipazione delle banche al nuovo programma Tltro è in linea con i valori attesi»,

e non potrebbe dire diversamente: però dice anche che

«La ripresa nella zona euro sta perdendo impulso, la crescita del Pil si è fermata nel secondo trimestre, le informazioni sulle condizioni economiche ricevute durante l’estate sono state più deboli del previsto e i rischi sono chiaramente al ribasso»

Occorre insomma fare di più, come ampiamente documentato su questo blog. Produttività, competitività, economia in tilt. I segnali sull’inflazione sono evidenti. O meglio, sarebbero segnali di deflazione. Il mercato (lo sapete no? Alla fine ha sempre ragione lui) la continua a vedere grigia. In questo grafico vedete le aspettative sull’inflazione in Eurozona a 2, 5 e 10 anni. Ora per la scadenza più breve (2 anni) l’aspettativa è allo 0.6875%. Sensibilemnte SOTTO all’area target del 2% e preoccupa soprattutto la tendenza di questo e degli altri indici. Chiarissima ed inequivocabile.

inflazione aspettative eurozona

Il problema però è che si deve capire quanto è limitato l’impatto della BCE in questo momento. E il quantitative easing sui bond governativi sarebbe la soluzione giusta? E come verrebbe gestito? E soprattutto, la Germania sarebbe d’accordo?

Occorre puntare la piano B, quello che una giornalista canadese ai più sconosciuta come Naomi Klein chiamava Shock Economy, ovvero l’applicazione di politiche economiche e fiscali anche impopolari, molto incisive ma sicuramente efficaci. Sempre meglio della Troika, perché quest’ultima arriva e fa terra bruciata, al fine di perseguire gli obiettivi numerici previsti dall’Unione Europea senza badare alle conseguenze che ne potrebbero derivare.

Se siete interessati alla Shock Economy, buttate un occhio a queste recensione di Stiglitz  oppure il sito dell’autrice. 

STAY TUNED!

Danilo DT

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3 commenti Commenta
ob1KnoB
Scritto il 23 Settembre 2014 at 17:40

L’eterno dilemma europeo: non essere uno stato.
Il qe non servirebbe a niente. Quale sarebbe il vantaggio di acquistare tds, aldilà della modalità e delle proporzioni? La differenza sostanziale del qe europeo da quello americano o anche dalle abenomics e che qui non si interverrebbe sul finanziamento della dilatazione dei deficit pubblici date le attuali regole (opinabili quanto si vuole) di Mastricht. Ergo l’unico effetto sarebbe limitato ad un effetto sui tassi (che già autonomamente hanno incorporato l’effetto). Tanta nuova liquidità che NON serve (i precedenti sono evidenti) e che non avrebbe altro sbocco che gli M&A o l’equity in generale con l’effetto di esasperare sempre più il gap tra economie efficienti e quelle meno. Certo non di finanziare le PMI o i consumi. Forse dimentichiamo che abbondante quota parte dei qe americani sono consistiti nell’acquisto di mortgages. Sarebbe quindi efficace acquistare NPL anzichè ABS. Ma ce la vedi la Germania ed altri acquistare proquota gli NPL di Mps o di Carige?
Biasiamiamo l’atteggiamento della Germania, perchè lo fa’ da posizioni di forza, ma come dargli torto?. Potrebbe forse funzionare se venisse applicata almeno una uniformità fiscale reale trascendente dalla perdita delle autonomie nazionali ma sembra proprio lontano il momento. La perdita della competitività deriva fondamentalmente dalla mancanza reale delle politiche economichei finanziate da finanze pubbliche in equilibrio. Ma non si venga a dire che il problema sono i forestali calabresi o le auto blu. Perche’ l’Irlanda si è risanata così velocemente (sembra…..)?: perchè ad esempio gli utili che Apple, Microsoft, Google, le aziende farmaceutiche , ma anche tanti ‘italiani’ saggiamente delocalizzati (come le Banche con il risparmio gestito..ma anche Fiat in Olanda..) hanno conseguito vendendo in Italia se ne vanno laggiù praticamente ‘tax free’. Andate a controllare…
Altro che evasione da contrastare….sono DECINE di Mld all’anno che mancano all’appello in virtù di trattati fiscali assurdi ma casualmente non rinegoziabili. Come non puoi rinegoziare l’approvvigionamento dell’energia. Come sono intoccabili le quote agricole.
Detto ciò..sai benissimo dov’è il vero problema, come sai che non ci sono politiche monetarie di sorta che possano risolvere il problema.
Al TUO (nel senso di nostro) benessere si contrappone il benessere di qualcun’altro e solo nominalmente entrambi possono realizzarsi. E nel mors tua vitae mea imperante…noi abbiamo solo da perdere. Ringrazieremo sempre chi ha imposto il WTO e le sue regole.

idleproc
Scritto il 23 Settembre 2014 at 20:53

ob1KnoB@finanzaonline,

Concordo.
Inoltre l’europa è così di progetto e noi non abbiamo nessun peso contrattuale.
Chiarirsi bene il punto fondamentale, non abbiamo un governo nazionale che faccia gli interessi nazionali, sono tirapiedi di politiche economiche e geopolitica di altri.
NON ABBIAMO UN GOVERNO ITALIANO.

Scusate il maiuscolo.

ilcuculo
Scritto il 24 Settembre 2014 at 15:06

La storia delle misure necessarie ma impopolari è una palla clamorosa.

Le misure da prendere sono POPOLARI, ovvero devono rimettere la maggioranza della popolazione in grado di acquistare e rimettere in modo l’economia.

E questo significa redistribuire i redditi e Mai ridurli.

Ridurre le pensioni … ma a parte pochi pensionati d’oro che vantano assegni da oltre 100.000 euro all’anno la stragrande maggioranza fa da una pensione da fame ad una appena dignitosa.

Ridurre i salari… idem come sopra i salari reali della maggior parte dei lavoratori italiani sono bassi o bassissimi.

Ridurre le tutele dei lavoratori… permettere di licenziare… non genera domanda … anzi aumenta il margine degli imprenditori a scapito dei lavoratori, crea precarietà rende i lavoratori non accessibili al credito e non stimola la creazione di famiglie , l’acquisto di case auto e altro beni durevoli.

L’italia uscirà dalla crisi quando avremo ridotto la disoccupazione sotto 8% avremo un mercato di beni e servizi aperto e concorrenziale, una giustizia funzionante, un mercato immobiliare stabilizzato….

tutte cose popolari…

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