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SCIOPERO e PENSIONI: cronaca dell’incredibile dibattito Santanchè – Landini
Guest post by Hironibiki
Oggi volevo portare alla vostra attenzione un episodio avvenuto ieri sera sulla trasmissione “IN ONDA” su La7.
Ma andiamo per ordine. Si discute tantissimo in questi giorni sulla manovra finanziaria, spesso ci sono spaccature non indifferenti che sostengono questo o quel partito al fine di avvalorare le proprie convinzioni in merito. Ma in questo coro scoordinato è sorta una voce che, controcorrente, vuole esprimere il reale disagio provato da lavoratori precari, da innalzamento selvaggio su Santanchè Vs Landini pensioni, scappatoie per un libero licenziamento e così via.
Ed ecco spuntare l’ombra dello sciopero in un contesto (quello economico) non certo facile. Ciò che è accaduto ieri ha dell’incredibile, ospiti della trasmissione “In Onda” due nomi di spicco: da una parte Landini della Fiom e dall’altra l’onorevole Santanchè (ospite di innumerevoli trasmissioni tra cui l’indimenticabile scambio di opinioni Santanchè – Benetazzo). Il dibattito si accende subito con Landini che denuncia il fatto che nella manovra non si combatte l’evasione, né i costi della corruzione e che c’è una precarietà che non ha precedenti che di fatto impedisce un futuro ai giovani. Da qui in poi è un escalation di battibecchi. Partendo dal presupposto che nessuno è meglio dell’atro, in fin dei conti in questi anni tutti i partiti hanno dato prova di se (in peggio tristemente); vorrei solo citare alcuni passi che (penso) siano i più significativi.
Santanchè parte con un attacco diretto dicendo che “la vera casta è quella dei sindacati che hanno dei privilegi” scatendando così la reazione di Landindi. Stupendo il passaggio in cui Landini critica il fatto di chi aveva raccontato (Marchionne) che lasciando libero il mercato rendendolo flessibile si sarebbe dato impulso alle aziende e che invece questo ha creato solo precariato. Santachè ribatte che comunque i sindacati hanno firmato il contratto a Pomigliano e la risposta secca e decisa di Landini non tarda ad arrivare: ribatte dicendo che non c’era alternativa in quanto Marchionne aveva ricattato i lavoratori lasciandoli altrimenti (senza firma) a casa. Santanchè tira quindi fuori il meglio di se continuando a dire “ Di chi? Di chi?” e mentre Landini dal canto suo incalza ricordando “Signora è un ricatto che ha fatto Marchionne” lei imperterrita “Di chi? di chi? Ma parli chiaro! Di chi? Di chi?”.
Beh che dire non c’è peggior sordo di uno che non vuol sentire. Poi ancora Santanchè “Continuate [riferito ai sindacati che aderiranno allo sciopero] a non voler innalzare l’età delle pensioni… perchè la vera tutela ai giovani la daremo soltanto quando ci metteremo in testa che dobbiamo lavorare un pò di più ma non contro la volontà delle persone perchè io non so quanti anni ha lei e quando andrà in pensione ma le assicuro che ci sono tantissimi uomini e donne nel nostro paese che NON VOGLIONO andare in pensione VOGLIONO ancora lavorare anche per un senso di responsabilità di GARANTIRE ai giovani la pensione..” Insomma delirio allo stato puro!
Ecco altre affermazioni della Santanchè tra le virgolette e le mie considerazioni accanto:
– “Se la Fiat al momento va male è perché non fa una macchina bella da 10 anni.” Proponiamo allora a Marchionne un nuovo modello la Fiat Santanchè, così produzione e vendita schizzeranno alle stelle.
– “Molti vogliono continuare a lavorare”. E questa poi dove l’ha sentita??? Sicuramente sulle catene di montaggio sono tutti desiderosi di lavorare sino a 65 anni e oltre magari.
– “Il governo ha patteggiato con i mafiosi per far tornare la legalità”. Beh che dire baciamo le mani a tutti.
Ad ogni modo pur non facendo politica e restando neutrale, mi ha dato fastidio come si possa tranquillamente sacrificare i diritti del lavoratore a favore solo dell’imprenditoria. A mio avviso se l’Italia ha avuto anni d’oro è stato anche perché c’era un tessuto sociale (lavoratore a tempo indeterminato o comunque un lavoro che garantiva un entrata sicura) che ha mantenuto alti i consumi facendo girare il volano dell’economia. Oggi quel tessuto sta scomparendo e gli effetti si vedono: calo della domanda, recessione.
Ognuno è libero di pensare come crede, io dal canto mio sono convinto che le cose non miglioreranno, ma sentire la Santanchè dire certe cose mi ha fatto veramente balzare dalla sedia ieri sera.
Se avete voglia di vedere esattamente cosa è accaduto ecco i link:
http://www.youtube.com/watch?v=-dpRsBjMgss
PARTE 1
http://www.youtube.com/watch?v=9Yib12t93YI
PARTE 2
http://www.youtube.com/watch?v=qHXd9CkViRg
PARTE 3
Tenete conto che la trasmissione è durata più di mezz’ora
Un saluto a tutti
Hironibiki
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Dal mio punto di vista la sicurezza del lavoro è fondamentela per pianificare un futuro e quindi consumare. Inoltre contribuisce enormemente nella qualità della vita, parametro che non rientra nel calcolo del PIL. La soluzione secondo me è quella di agganciare le retribuzioni alle performance aziendali, con una preponderanza del variabile sul fisso.
Nell’azienda dove lavoro, ma penso anche in molte altre, la sperequazione tra dirigenza e impiegati aumenta di anno in anno. Se si fanno utili vanno tutti a loro favore se si perde tagliano il personale. Questo sistema è disincentivante. E’ importante più partecipazione, più ridistribuzione e più equità, anche a livello aziendale.
su una cosa la santachè ha ragione….. ci sono lavoratori ultra sessantacinquenni che non vogliono andare in pensione.
molti politici, amministratori delegati, presidenti e sindaci di aziende e anche molti dirigenti da 20.000€ al mese in su. quelli in pensione non vogliono proprio andarci perchè son talmente attaccati alla loro sedia che non li stacchi nemmeno a cannonate.
costituiscono quella casta di potere che domina e controlla tutta l’economia e nella quale entrano pochi eletti, dopo essersi abbondantemente compromessi, in modo da essere ricattabili.
…per principio, quando vedo che i due personaggi summenzionati partecipano a qualche dibattito televisivo,…..cambio canale…..
hi hi hi stavo per scrivere qualcosa di simile… Se siamo ancora qui , siamo piuttosto indietro
…e non c’è dubbio che siamo ancora qui
se si potesse mettere la Santanchè in una stanza chiusa assieme a un centinaio di persone costrette a lavorare 41 anni di cui uno gratis, grazie agli ultimi provvedimenti, e magari è da quando ha 15 anni che lavora, in un isola del Pacifico dove nessuno sa niente di quello che succede, vorrei vedere se dopo, quando esce da quella stanza, se esce, è ancora convinta che la gente voglia lavorare gratis. Comunque, permettere alla gente di continuare a lavorare volontariamente pur avendo raggiunto i requisiti con un incentivo è già stato fatto in passato, mi pare l’incentivo non sia più in vigore, vorrei leggere una statistica sul successo di quella norma, ma se sono così convinti basta ripristinarla ,visto che non danneggia nessun diritto
Vero quello che sostieni,unico appunto che voglio fare per chiarezza:
come scrivevo ieri nel post”Manovra finanziaria ecco chi paga e chi no” il sistema delle caste,piccole o grandi che siano,ha rovinato e sta rovinando il nostro paese e sono sempre più convinto che se eliminassimo queste almeno mezza finanziaria sarebbe fatta.Purtroppo non viene fatta perchè tutti alla vita ci tengono(nel senso fisico della parola).Venendo al problema del dibattito, vero è quello che dici, però devo anche dire(da ex sindacalista quando facevo il dipendente)che il sindacata tutto fa meno che l’interesse del lavoratore. Io per il periodo che l’ho fatto ero animato dalle migliori intenzioni e dedicavo il mio tempo libero a ciò. Certo che quando senti i dirigenti che ti dicono di fare un’assemblea e non toccare certi argomenti perchè già d’accordo con l’azienda, ti crolla il mondo addosso.Io personalmente mi sono detto:”ma come?devo dire certe cose ai miei colleghi e non altre perchè già concordate con l’azienda e glissare?in un moto scalfariano ho detto “non ci sto” ed è finita la mia carriera sindacale.
La riflessione che faccio è la seguente: il sindacato ha innumerevoli compiti ma e purtroppo è restato ancorato a dei vecchi schemi tipo “padrone contro lavoratore”.Secondo me invece avrebbe dovuto evolvere in partnership con l’azienda. Si può togliere l’articolo 18 a patto di avere maggiori garanzie sociali(in Francia il costo del lavoro è maggiore per le aziende ma perchè possono licenziare e l’inps di turno garantisce un livello di reddito come se lavorasse ma non il posto in azienda). Ecco quello che voglio dire è che anche il sindacato è restato abbarbicato alle sue logiche di lavoratori contro padrone,invece dovrebbe vigliare affinchè il famigerato articolo 18 non venisse applicato indiscrimanatamente su basi soggettive, e che ci sia una rete di aiuti sociali per vivere anzichè per evitare il licenziamento.