in caricamento ...
Rapporti Libia-Italia ed economia: quanto pesa la crisi
Le tensioni in Libia sono molto sentite da noi italiani, sia perché lo stato libico è veramente a poche bracciate a nuoto dalla nostra Sicilia (e soprattutto da Lampedusa) e poi perché a livello commerciale (grazie anche agli ultimi incontri tra il Colonnello Gheddafi e il nostro Premier Silvio Berlusconi) abbiamo stretto degli accordi molto importanti. Tant’è che aziende di diverso tipo (Eni, Impregilo, Unicredit ma anche Juventus, Fiat & Co) patiscono in borsa all’inverosimile questa partnership.
Non è quindi un caso poter certificare che l’Italia è in assoluto il paese che ha la maggiore esposizione in Libia.
Tanto per intenderci, il 49% delle esportazioni libiche verso l’Unione Europea sono a favore dell’Italia. Proprio quell’Italia che oggi non vuole dare fastidio al Colonnello Gheddafi, proprio per non inclinare i rapporti economico-diplomatici. Quell’Italia che ha faticato a condannare le stragi delle ultime ore. E sempre quell’Italia che poi, il Colonnello, accusa come fornitrice di armi a favore dei rivoltosi. Non chiedetemi un parere in merito a questa questione, preferisco soprassedere per evitare “conflitti” di matrice politica all’interno del blog.
Rapporti economici stretti tra Italia e Libia
Il numero di aziende direttamente interessate dal fenomeno Libia dovrebbe essere pari a circa 180 unità e le esportazioni sono state pari a circa 2.7 miliardi di Euro.
Il grafico qui sotto illustra il volume d’affari sia in ambito import che export con la Libia. E non si mette in discussione la nostra leadership a livello commerciale. Leadership che oggi si presenta come arma a doppio taglio.
Morale: la Libia resta uno dei serbatoi più importanti di petrolio di tutta l’Africa (se non sbaglio la benzina a Tripoli costa 15 cent al litro…) e per l’Italia è diventata un partner commerciale chiave soprattutto in materia energetica (petrolio e gas). Volete qualche dato? Complessivamente, nel 2010 la Libia ha fornito all’Italia 9,4 miliardi di metri cubi di gas, su un totale di 76,90 miliardi, pari a circa l’11% dei consumi nazionali. tramite il famoso gasdotto Greenstream.
Risulta quindi assolutamente normale ritrovarci con un FTSE MIB decisamente più debole rispetto agli antri indici benchmark europei. Tutto sommato questa rivolta avrà per forza di cose serie conseguenze su di noi.
Che dite, possiamo essere almeno un pochino preoccupati sulla questione libica? Oppure possiamo considerarci ancora una volta un paese lontano dalle crisi, un’isola felice che nulla teme e che anche questa volta ne uscirà indenne? Ognuno è libero di pensare quello che vuole. Io personalmente non posso rimanere indifferente a quanto sta accadendo.
Ti è piaciuto questo articolo? Votalo su Wikio!
E CLICCA QUI per poter votare gli ultimi 3 post di I&M! DAI VISIBILITA’ ALL’INFORMAZIONE INDIPENDENTE!
STAY TUNED!
DT
Tutti I diritti riservati ©
Grafici e dati elaborati da Intermarket&more sulla database Bloomberg
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
Sostieni I&M!
Clicca sul bottone ”DONAZIONE” qui sotto o a fianco nella colonna di destra!
Seguici anche su Twitter! CLICCA QUI!
Vuoi provare il Vero Trading professionale? PROVALO GRATIS!
Scusate ora ho anche visto il servizio in cui Silvio chiama subito Gheddy per dirgli che l’Italia non ha fornito armi e che spera in una soluzione pacifica per non far sfociare tutto in una guerra civile. Lui ha detto che va tutto bene e che la verità la dicono solo le tv libiche.
A questo punto chiamerei le freccie tricolore e direi che dopo la Libia potrebbero rifare il pieno di merda e andare su Arcore.
la famiglia d’italia che tiene sulla coscienza parecchi morti fatevene una cultura ! http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-23033.htm
Non c’entra con Gheddafi o forse si, ma è uno spunto di riflessione e positività
http://www.youtube.com/watch?v=-n1ehDye_og&feature=related
Da “Il Corriere”:
IL COLONNELLO NEL BUNKER – Gli oppositori al regime hanno preso il controllo di diverse città vicine alla capitale libica mentre, secondo le ultime notizie, il Colonnello è asserragliato a Tripoli, nel bunker di Bab al-Aziziya….La zona di Bab al-Aziziya a Tripoli, dove si trova la residenza del leader libico Muammar Gheddafi, sarebbe senza elettricità dalla scorsa notte….L’interruzione della corrente elettrica è coincisa con una sparatoria avvenuta nei dintorni della residenza di Gheddafi, durante la quale sono stati visti cecchini posizionarsi sui tetti dei palazzi del quartiere per sventare un’eventuale attacco. Testimoni parlano inoltre di miliziani africani fedeli a Gheddafi che hanno circondato il quartiere di al-Tajura”.
Faccio una previsione: due giorni e poi non sentiremo più parlare di Gheddafi.
Almeno non di Gheddafi vivo.
A quel punto “qualcuno” a Roma dovrà pensare a salvare la faccia.
Da “Repubblica”:
“La Cina rimpatria oltre 4.600 lavoratori 57 –Oltre 4.600 lavoratori cinesi sono stati evacuati dalla Libia a bordo di due transatlantici noleggiati in Grecia, secondo quanto annunciato dal ministero degli Esteri di Pechino. Le due navi, “Hellenic Spirit” e “Olympic Champion”, sono salpate da Bengasi nella notte dirette al porto di Heraklion, sull’isola di Creta”.
La velocità dei Cinesi nel fare bene le cose anche nei momenti più difficili, dà l’esatta misura della loro superiorità attuale.
Sono contro la guerra, però armerei almeno le frecce tricolore di merda e le manderei sulla casa del colonnello. Bella colorata così quando viene ricoperta saprà chi è il mittente!
Scusate lo sfogo.