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PETROLIO: movimenti da brivido in una calda stagione
In una fase abbastanza interlocutoria dei mercati finanziari, quasi prefestiva, sembra quasi che stancamente si cerchi di arrivare a fine anno per poi ripartire nel 2016 con maggiore convinzione. Verso quali direzioni? Beh, non è facile da dire. Intanto però il protagonista del momenti, il petrolio, continua nella sua fase di debolezza anche se ieri…magicamente a Wall Street c’è stato un bel rimbalzo. Ma cosa sarà mai successo?
Se uno legge le ultime previsioni ci sarebbe da rabbrividire: infatti il FMI se ne esce proprio ieri con una nota dove recita:
“L’atteso aumento dell’offerta di petrolio da parte dell’Iran dovrebbe mettere sotto pressione i prezzi globali, di un valore compreso tra $5 e $15 al barile, aumentando contestualmente il Pil globale di 0,3 punti percentuali. Sebbene è probabile che parte di questo impatto sia già scontato dal mercato dei futures, un ulteriore declino (dei prezzi) potrebbe materializzarsi con l’aumento delle esportazioni da parte dell’Iran, e a seconda di come reagiranno gli altri produttori dei paesi dell’Opec”. (Source)
Avete letto bene, si parla di importi ancora molto lontani dalla realtà attuale. Realistici? Secondo Goldman Sachs la situazione è realmente preoccupante. Secondo loro il 2016 vedrà un ritorno del petrolio SOTTO quota 20$ al barile. Ad accompagnare queste tesi sono i contratti put sul petrolio stesso. Sono decollati e le operazioni con strike in area $ 25 su giugno sono letteralmente esplose.
Ovvio che per molti queste opzioni rappresentano anche una polizza assicurativa, ma il fatto che l’operatività su questi strike sia così aumentata non è da sottovalutare. Il mercato ci crede e si cautela. E poi ovviamente la speculazione fa la sua parte.
Ma allora come giustificare il rialzo del petrolio di ieri sera a Wall Street? Eccovi la spiegazione.
Già ve l’ho accettano la settimana scorsa. Il Congresso americano ha abolito il divieto in vigore da quarant’anni di vendere petrolio al di fuori dei confini Usa. Quindi per farla molto breve, il WTI (Petrolio USA) ha chiuso il gap che lo separava dal Brent (Petrolio Europeo).
Se il rialzo di dieri fosse una rondine, possiamo dire che “una rondine quindi non fa primavera, per il petrolio”: anceh perché siamo in invernoed un inverno così caldo non aiuta di certo le quotazioni.
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