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PAURA e AVIDITA’: mercati in crisi di identità
Per una serie di motivazioni ultimamente sono un po’ assente sul blog. Sicuramente hanno inciso le ferie anche se la differenza la fanno dei problemi personali che stanno condizionando la mia esistenza. Cose che fanno parte della vita.
Ma andiamo piuttosto ad analizzare la situazione che ci troviamo dinanzi. Come sempre non vado a considerare lo scenario politico ed economico italiano visto che il rischio di finire in un ginepraio è decisamente concreto. Lascio perdere e mi dedico soprattutto ad un quadro macro più generico.
Fermiamoci un attimo e facciamo il punto della situazione. Premessa: possiamo dire che il quadro di fondo è quantomai amletico.
La base del ragionamento è il tasso inflazione e conseguentemente i tassi di interesse. Inflazione in aumento e banche centrali costrette a diventare proattive hanno ovviamente ucciso sia l’equity e poi i bond in un mercato unidirezionale che ha colorato di profondo rosso tutti i portafogli dei clienti.
Ulteriore conseguenza sono stati quindi i prezzi al consumo che hanno iniziato a decollare nella primavera dello scorso. E alla faccia dell’inflazione transitoria, siamo arrivati ad un romboante +9,1%, il numero più alto in oltre quarant’anni.
Se l’analisi intermarket non è un’opinione, ovviamente per aiutare ad alleviare la pressione sui prezzi raffreddando la domanda, la Fed ha alzato i tassi ben quattro volte quest’anno con l’intenzione di continuare ad aumentare fino a quando i prezzi non scenderanno.
Gli effetti sulla fiducia dei consumatori non si sono fatti aspettare, ma visti gli eccessi raggiunti, non è una cosa che ci sorprende. E se scende la fiducia dei consumatori, scende anche la fiducia degli investitori.
Scenario che teoricamente potrebbe affossare qualsiasi mercato. Ma non quello del 2022 che a giugno, magicamente, è ripartito salendo dai minimi. Ma che tipo di rimbalzo è? Stiamo finalmente scontando un picco inflattivo oppure no? E’ un rimbalzo effimero? L’economia sta effettivamente ripartendo?
Vedendo le trimestrali e i timori di rallentamento ciclico, c’è da domandarsi dove andremo a parare. Ma le azioni a Wall Street sono ripartite. Come è possibile? Forse perché alcune società sono “scollegate” dal ciclo economico e continuano a sorprendere. E l’inflazione, ormai al suo picco, non sarà più quel pericolo per la FED la quale comincerà a ragionare in modo più propositivo, raffreddando la corsa al rialzo dei rendimenti.
E la recessione? Sembra quasi pilotata dalla FED. Breve e poco consistente ma sufficiente per raffreddare l’inflazione. Ma non è detto che poi la FED riesca nel suo intento di pilotare l’economia fuori dalla spirale inflattiva con effetti positivi per ciclo economico e mercati finanziari.
A questo punto… molti mi vorrebbero fare la domanda…
E quindi? Che si fa?
Secondo me in questa situazione quantomai relativa, la cosa da fare è essere coerente con il proprio piano d’azione, non improvvisare e non farsi prendere dall’emotività. Evitare di lasciarsi comandare da due sentimenti contrastanti: paura e avidità. E attenersi ad una propria strategia. E se non l’avete, credo sia proprio giunto il momento di crearsene una.
STAY TUNED!
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Analisi come al solito lucida e su cui concordo assolutamente. Cosa c’è di meglio in questo periodo che impostare una serie di pac su equity. Io non smetto di proporre strategie mirate in tal senso. La ciclicità porterà di nuovo benessere nei portafogli.