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Parte il braccio di ferro tra GRECIA e UNIONE EUROPEA
Bruxelles… We have a problem.
Un problema che ho già più volte ricordato nelle ultime settimane ma che tutti stanno serenamente glissando. Il problema è sempre stato lì, davanti ai nostri occhi e si chiama crisi Grecia.
Se volete godervi uno Yaroufakis in gran forma e molto convinto, allora beccatevelo in quest’intervista, CLICCANDO QUI.
“The Greek state is given, by the European Union and IMF, more than $100 billion. That sounds very much like a bailout. But it isn’t, because the question is – what did the Greek state do with this money? Finance pension funds? Pay unemployment benefits to Greek workers? Invest in infrastructure? Of course not. The money went straight to French and German banks.” (Y. Varoufakis)
Sta per partire un grande braccio di ferro. Ma è tenuto volutamente in sordina, proprio perché potrebbe essere un confronto molto pericoloso. Per la Grecia? Non solo. Per l’Unione Europea. In una fase cruciale, dove in Spagna non c’è più una maggioranza di Governo, dove l’immigrazione sta minando i principi su cui si è basata l’UE, dove vedremo uno dei più importanti referendum della storia avente come oggetto la Brexit, bisogna fare il possibile per non buttare ulteriore benzina sul fuoco della disaggregazione. Ma sta diventando veramente difficile “nascondere” ancora il problema, proprio perché è la Grecia a fare la “voce grossa” e, quindi, a fare molto rumore.
È scontro frontale tra l’Eurogruppo e la Grecia sullo sblocco dei prestiti necessari ad Atene per evitare l’insolvenza tra maggio e l’estate. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, il presidente olandese dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e la numero uno del Fondo monetario di Washington, la francese Christine Lagarde, pretendono misure di austerità aggiuntive e hanno fatto rinviare la riunione straordinaria dei 19 ministri finanziari, che oggi avrebbe dovuto ratificare l’accordo tra il governo ellenico e i rappresentanti dei creditori (sbloccando i prestiti). (CdS)
Varoufakis usa il referendum Brexit, che avviene in un momento cruciale coincidente con le scadenze del debito greco come arma, sperando che sia a suo favore. Ma questo ovviamente non lo dirà mai. Intanto il braccio di ferro è partito. Grecia contro tutti. Ma chi ha il coltello dalla parte del manico?
(…) Nell’Eurogruppo di venerdì scorso ad Amsterdam, Schäuble, Lagarde e Dijsselbloem avevano chiesto alla Grecia misure di austerità aggiuntive da applicare automaticamente, se fosse stato necessario. In pratica vorrebbero replicata la «clausola di salvaguardia» introdotta per l’Italia. Ma il ministro delle Finanze greco Euclid Tsakalotos aveva protestato che la Costituzione del suo Paese impedisce automatismi futuri. (…)
Ma tu guarda, la Grecia non accetta le clausole di salvaguardia che ci hanno affibbiato. Se vince Varoufakis sarebbe uno scandalo e l’Italia potrebbe anche dire la sua. Potrebbe.
(…) Il presidente della Banca centrale tedesca Jens Weidmann, in visita a Roma, ha appoggiato la linea della Germania richiamando i Paesi con un «alto debito pubblico» (come Grecia e Italia) perché lo ritiene «un freno alla crescita». Il presidente della Bce Mario Draghi, in un’intervista al tabloid tedesco «Bild», ha riaffermato la sua indipendenza dai governi difendendo la politica espansiva con bassi tassi di interesse, che è osteggiata dai risparmiatori della Germania. Draghi si è detto pronto a confrontarsi con il Parlamento di Berlino e «molto preoccupato» per la crescita dei nazionalismi in Europa. (…)
Questo ultimo estratto è la perfetta fotografia dello stato di disaggregazione europeo. Ma sembra quasi che nessuno se ne accorga. Ho già più volte spiegato quanto è FONDAMENTALE riscrivere SUBITO i trattati, proprio per evitare lo sbriciolamento dell’Unione Europea. Ma più passano i giorni e più mi convinco che, invece, i trattati proprio non li vogliono rivedere. Ognuno, come dice Draghi, ormai guarda solo al suo praticello con la volontà di difenderlo ad ogni costo. E gli altri si arrangino. Clima perfetto per quella che si chiama Unione Europea, no?
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STAY TUNED!
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Riscrivere i trattati per realizzare il ministero del tesoro europeo come auspicato da Weidmann affinchè l’UE possa finalmente mettere le mani direttamente sul risparmio dei cittadini? (e sappiamo chi ne ha di più…)
No, grazie.
Occhio anche a “fidarsi” di Draghi, il rischio è di scoprire che finora i due hanno giocato al poliziotto buono e al poliziotto cattivo…
Quindi per te meno Unione e più disaggregazione. Soluzioni alternative? Fine dell’Euro? Sei sempre convinto che sia la soluzione migliore?
se tutto quello che è successo finora non vi ha ancora convinto che siamo in mano alla “mafia” europea, allora è inutile stare a discutere!!!! Impossibile uscire perché non ci fanno uscire, ma l’unica mossa da fare è proprio quella di dire che ci siamo rotti i c……i di tutti i loro soprusi e siamo disponibili a rompere con l’EU….
Guardate il problema Grecia: chi ha rimborsato i crediti che le banche tedesche e francesi avevano con gli ellenici???? Noi !!! Chi è che sta mettendo barriere di filo spinato all’interno dell’unione europea ? I cugini stretti dei teutonici con il loro beneplacito !
In poche parole, per non dilungarmi oltre, siamo costretti a subire tutte le più irrazionali e stupide decisioni dei tedeschi. Eppure la storia insegna!!!!!
“Guardate il problema Grecia: chi ha rimborsato i crediti che le banche tedesche e francesi avevano con gli ellenici???? Noi !!!”
Infatti,
ma non solo Grecia, noi italiani abbiamo contribuito al meccanismo “salvastati” scattato quando anche la SPAGNA ne ha fatto richiesta alla Comm. UE;
siamo stati obbligati a versare in questi fantasiosi serbatoi (ESM , EFSF creati appositamente) più di 60 miliardi di € in 5anni, con ritorno praticamente nullo per noi italiani;
anche considerando i finanziamenti UE annuali devoluti verso i vari Stati menbri, alla fine dei conti noi italiani siamo ancora abbondantemente in credito.
“siamo costretti a subire tutte le più irrazionali e stupide decisioni dei tedeschi.”
per il fatto che siamo ricattabili, a causa del ns elevato liv di deb pubbl;
osservando i report uff.li di EuroStat appena pubblicati per il 2015, l’Italia detiene il deb pubbl più elevato a livello assoluto in eurozona (l’anno scorso il primato apparteneva ai tedeschi che sono riusciti a diminuirlo di oltre 20 miliardi; il nostro è invece aumentato di 35 mld di €)
purtroppo ci ritroviamo a dover fare i conti con questi dati uff.li grazie ai quali i primi della classe (i tedeschi, con i francesi immediatamente dietro) ci ricattano in continuazione tenendoci il fiato sul collo e dettandoci legge.
Aggiungo alla criticità descritta prima per quanto riguarda l’italia, che essa negli ultimi anni non è in grado di vantare un pil e una crescita tali da poter costituire da valido garante per il livello di deb pubbl che si porta dietro; considerati tutti questi fattori, non è difficile comprendere quanto la situazione del ns paese sia delicata e di fatto perchè è sempre messa in posizione minoritaria rispetto ai più potenti paesi della UE.
Non la migliore, l’unica.
Paesi diversi avranno sempre degli squilibri che la flessibilità del cambio compenserebbe. Quindi o si omologano i paesi (impossibile *), o si trasferisce ricchezza tra i paesi (impossibile, improponibile e indesiderabile), o si introducono meccanismi alternativi al cambio per livellare le differenze di competitività: te la immagini un’area comune di scambi commerciali dove per non rinunciare a una moneta comune si introducono dazi o contingentamenti?
Quindi la riscrittura dei trattati DEVE prevedere l’abolizione della moneta unica se l’Europa deve avere un futuro come mercato comune.
* Anche avendo leggi identiche, istituzioni identiche e centralizzate, le economie saranno sempre molto diverse da zona a zona: l’Italia insegna. I fattori che influenzano la competitività e l’efficienza sono moltissimi, e neanche ben identificabili né misurabili.
Avvicinare, far convergere le competitività locali verso un livello comune sarebbe totalmente impossibile anche supponendo di riuscire nella missione già di per sè impossibile di mettere da parte gli interessi particolari per raggiungere l’obiettivo comune.
Per questo secondo obiettivo (superare le divergenze di interessi) ci sarebbero due strade:
– la colonizzazione da parte di uno stato
– la totale cessione di sovranità a organismi sovranazionali, ovvero la centralizzazione del potere nelle mani di meno persone = oligarchia; a sua volta questo è un obiettivo decisamente difficile da raggiungere per via democratica
Tu vedi altre possibilità concrete?
Io no, e quelle che vedo non mi piacciono per niente (non sono masochista).
Infatti.
Aspettare che ci sia una classe politica non corrotta per gestire l’uscita dall’euro è come aspettare che le istituzioni europee mettano mano ai trattati nell’interesse dei cittadini.
E pensare che alcuni auspicavano l’arrivo della troika in Italia per fare pulizia, come se sostituire una casta con un’altra cambiasse qualcosa… E’ il complesso di inferiorità classico di un popolo senza nazione.
E pensare che sarebbe il momento migliore: la speculazione contro l’euro favorirebbe le esportazioni e il prezzo del petrolio basso compenserebbe il maggior costo di importazione di energia (sempre ipotizzando una disaggregazione coordinata e non unilaterale).
Oggi sul tg3 Hanno intervistato Prodi che ha detto che Austria e Germania sono pazze a chiudere i confini, che la Brexit e’ super pericolosa, che la Grecia e’ alla frutta e che mai come in questo momento il progetto Europeo rischia di fallire…
a proposito di Varoufakis http://diem25.org/wp-content/uploads/2016/02/diem25_italian_short.pdf
Unione Europea ed eurozona non mi pare che funzionino alla meraviglia: ci vorrebbe qualcosa di diverso. Bisognerebbe appunto riscrivere i trattati, come suddetto. Cosa assai difficile. Credo che molto dipenderà dall’esito del referundum britannico: una brexit potrebbe dare una fortissima accelerata prima a una disgregazione, ma, in secondo tempo, a un’inevitabile riaggregazione con criteri diversi.