in caricamento ...
ORO: il barometro settimanale
GUEST POST: Gli avvenimenti più importanti della settimana e il ruolo dell’oro nei portafogli di investimento. Prepariamoci al “Post sequester”.
Ancora una volta la speculazione ribassista si e’ concentrata sul mercato sintetico a termine (futures). Il metallo giallo ha sofferto anche dei negativi indicatori di aspettative di breve termine da parte degli operatori (short-term sentement indicators).
La speculazione ribassista ha contribuito alle “liquidazioni” (vendite) record dei fondi ETF. Molti gli ETF che hanno alleggerito le proprie posizioni: SPDR Gold Trust, Central Goldtrust, ZKB, Swiss & Global, ETF Securities e iShares.
I fondamentali del mercato giallo rimangono invariati: rischi significativi di svalutazione monetaria si concentreranno proprio nei prossimi mesi a causa delle politiche ultra-espansionistiche varate dalla Fed, dalla Bank of England e dalla Bank of Japan e dalla maggior parte delle Banche Centrali del resto del pianeta.
Il mondo e’ nel mezzo di una guerra valutaria globale (currency wars). Grandi Investitori, Banche Centrali (soprattutto dell’Estremo Oriente, ma anche della Russia e Sud America) continuano a incrementare le proprie riserve in oro.
A livello tecnico riscontriamo un solido supporto verso l’area posta a $1.510,00 – $1.520,00 mentre la prima resistenza e’ posta a quota $1,625,00.
Questa settimana la Sterlina inglese si e’ indebolita di nuovo contro il dollaro americano, contro l’Euro e specialmente contro l’oro, dopo che l’Agenzia di Rating Moody’s Investors Services ha “minacciato” un possibile downgrade del merito creditizio della Gran Bretagna la quale potrebbe pertanto perdere la tripla A. Moody’s ha giustificato le proprie valutazione con il fatto che “la crescita economica britannica e’ debole e rimarra’ tale nel medio lungo termine”. L’outlook sul debito e’ in peggioramento a causa dell’elevato livello debitorio sia pubblico che privato”.
Paul Tucker della Bank of England, si e’ detto pronto a un nuovo round di stimoli monetari con acquisto di assets finanziari per espandere ulteriormente la massa monetaria (nella speranza di favorire la ripresa economica). Tucker e’ stato ascoltato (deposizione) presso il Parlamento Londinese. Tucker ha ribadito che “nessuno alla Bank of England ha mai pensato che l’allentamento monetario (quantitative easing) fosse al termine e che fosse uno strumento di politica monetaria inusuale”.
Da inizio 2013 il metallo giallo ha guadagnato il 2% sulla Sterlina, contro il 2,2% del 2012 e il 10,5% del 2011. Nel grafico sotto visualizziamo le quotazioni della Sterlina Britannica contro il dollaro americano. La Sterlina e’ in una fase di violenta “caduta libera” (free-fall) contro il biglietto verde.
Gli Stati Uniti si preparano alle “sequestration“, il nuovo spauracchio che e’ scattato da venerdì 1 marzo. Si tratta di tagli lineari alle spese federali che impatteranno per circa 85 miliardi di dollari sul budget del 2013 ed estenderanno il loro effetto per un decennio, per un ammontare complessivo di 1.200 miliardi di dollari.
Per mettere in guardia i Repubblicani, l’amministrazione di Barack Obama ha da poco diffuso un report che dettaglia, uno per uno, i tagli che colpiranno i 50 Stati americani (più il distretto di Washington) ai quali verranno a mancare oltre 6 miliardi di trasferimenti. Il focus degli operatori finanziari internazionali si e’ concentrato sulle elezioni politiche italiane svoltesi lo scorso fine settimana. Grande sorpresa ha suscitato l’affermazione del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Deludente la performance del favorito Centro-Sinistra che non e’ riuscito ad avere la maggioranza politica al Senato.
Dopo il risultato delle elezioni la Borsa italiana e’ sprofondata al ribasso e la prima asta di BOT di lunedi’ scorso ha visto raddoppiare i rendimenti sui titoli italiani a breve termine. La speculazione ribassista sui titoli di Stato si e’ successivamente placata in settimana.
Alla luce dei risultati di cui sopra si profila un periodo teso e lungo di forte instabilita’ e volatilita’ su tutti i mercati finanziari mondiali. Con l’exploit del Movimento 5 Stelle gli italiani hanno bocciato le fallimentari politiche durate piu’ di venti anni, varate sia da parte del polo di Centro-Sinistra che dal polo di Centro- Destra. Bocciate anche le politiche pro-austerity votate da entrambi i poli che avevano sostenuto attivamente il Governo Tecnocratico di Mario Monti. Si e’ aperta una fase di grande incertezza politica, vista l’ingovernabilita’ del Paese a causa dei margini ridotti per riuscire a formare un governo stabile, date le contrapposizioni tra le varie componenti partitiche.
Molti gli scenari probabili i quali comunque non garantiranno la governabilita’. Non possiamo escludere anche l’instaurarsi di una grave crisi finanziaria, che prenda il via proprio dall’Italia, contagiando l’intero sistema finanziario internazionale. Si e’ realizzata una tempesta politica che potrebbe concretizzarsi in una tempesta finanziaria.
Se la crisi politica, finanziaria ed economica che attanaglia l’area che comprende i paesi del Mediterraneo del Sud Europa, quindi Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Cipro, dovesse ulteriormente aggravarsi, non possiamo escludere un’uscita in blocco da parte di questi paesi dalla Zona Euro. Bisognera’ attendere la risposta della BCE ad un eventuale peggioramento della situazione. Se essa interverra’ illimitatamente per sorreggere le quotazioni dei Titoli di Stato dei paesi in difficolta’, questa volta potrebbe vedersi negato il sostegno della Germania, contraria a politiche di allentamento quantitativo. In uno scenario di questo tipo il recesso dall’Euro sarebbe provocato dall’uscita della Germania.
Se invece la BCE non intervenisse adeguatamente, i paesi in difficolta’ rischierebbero concretamente il default. Questo li trascinerebbe fuori dalla Zona Euro in quanto sarebbero costretti ad adottare un’altra valuta di riferimento, riappropriandosi della sovranita’ delle proprie Banche Centrali.
In entrambi gli scenari prospettati, gli unici beni rifugio e porti sicuri (safe haven assets) rimangono l’oro e l’argento fisico da investimento.
“La FED e Jim Grant”
Jim Grant, economista rispettato e autore del mensile on-line “Interest Rate Observer” ha rilasciato un’intervista all’Agenzia Bloomberg.
Grant ha rilevato che: “la Fed fu fondata esattamente 100 anni fa. Con gli accordi di Bretton Woods, stipulati nel 1944, il Gold Standard fu abbandonato per un accordo monetario internazionale che agganciava il valore del dollaro all’oro. Oggi la situazione monetaria e finanziaria e’ fuori controllo.
Le Banche Centrali stanno ingaggiando una corsa globale alla svalutazione, manipolando l’emissione di moneta; e’ proprio il contrario di quanto predicava Adam Smith, il quale affermava che i meccanismi di mercato agivano spontaneamente e contemperandosi ad una “mano invisibile”. L’intervento manipolatorio delle Banche Centrali, invece, e’ ben piu’ che visibile.” Un ospite ha obiettato a Grant che se si adottasse nuovamente il Gold Standard, il sistema economico cadrebbe in crisi a causa di gravi pressioni deflazionistiche.
Grant ha ribattuto che la Fed sta agendo come un dottore che pratica l’accanimento terapeutico a un paziente, la cui malattia ha origini differenti dalla cura cui invece lo si somministra. Grant sostiene che il sovra indebitamento globale non puo’ essere curato con l’erogazione di ulteriore facolta’ da parte del debitore di accedere a nuovi finanziamenti. Questo e’ uno Schema Ponzi del debito. La soluzione sta nel ripristinare, a livello globale, la domanda naturale (attualmente depressa), senza ricorrere nuovamente all’erogazione di ulteriore crediti che dovranno essere rimborsati con gli interessi.
Ecco perche’ le manovre delle Banche Centrali non riusciranno a ripristinare la fiducia globale nel sistema. Stanno solo alimentando “domanda artificiale”, che dovra’ essere ripagata con interessi. Ben Bernanke, invece, questa settimana ha di nuovo confermato di voler proseguire nelle politiche monetarie ultra-espansive difendendo la condotta della Fed, la quale, starebbe tentando di piegare la forte disoccupazione negli USA.
Il mese di febbraio ha visto l’incremento di vendite di oro da parte di molti fondi ETF. Gli ETF, secondo gli ultimi dati, si sarebbero alleggeriti di 2 milioni e 300.000 once d’oro, quasi come a gennaio del 2011.
E’ significativo comunque il fatto che nonostante a gennaio del 2011 le vendite di oro da parte degli ETF segnarono un record, proprio otto mesi piu’ tardi l’oro segno’ un record storico nelle quotazioni (guadagnando $600,00 dollari da gennaio e toccando il top a inizio settembre con un prezzo di $1.921,00).
Riccardo G. – Deshgold
Non sai come comportarti coi tuoi investimenti? BUTTA UN OCCHIO QUI| e seguici su TWITTER per non perdere nemmeno un flash real time! Tutti i diritti riservati © | Grafici e dati elaborati da Intermarket&more su databases professionali e news tratte dalla rete | NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
E se la Germania esce dall’euro? Tutti felici e contenti. Poi non ci crederebbe nessuno,la loro moneta si rivaluterebbe e addio esportazioni, quindi non lo faranno mai.
articolo delirante
innanzitutto il dollaro non è ‘carta e basta’ come tutti pensano: è agganciato al greggio, all’ oro nero, che attualmente è la vera currency mondiale e per cui si fanno le guerre ( greggio sale, dollaro sale )
in futuro la moneta del mondo saranno gas ed energie alternative e le fiat money verranno agganciate lì
spiacente signori ma l’ oro andrà anche sotto i 1000 $. Droga il mercato del greggio e del gas, quindi è destinato comunque allo smantellamento.
Perbacco! Questa teoria mi è nuova… Interessante…
Italiapersempre, poche idee e ben confuse……
dal sito forex italia ….. tanto per non dire che sono mie fantasie….
Petrolio e dollaro USA
Da sempre il petrolio viene trattato in dollari e i ricchi paesi arabi si fanno pagare in dollari le loro forniture di greggio. Questo avviene sia per motivi finanziari (il dollaro è da sempre considerata la valuta stabile per eccellenza) e sia per motivi geopolitici, essendo l’Arabia Saudita, primo produttore mondiale di petrolio, uno stretto alleato politico e militare degli USA. Questo fatto stabilisce una strettissima correlazione tra il prezzo del petrolio e il prezzo del dollaro: di fatto quando il dollaro si indebolisce il prezzo del petrolio tende a salire perché gli sceicchi aumentano prontamente il prezzo, in modo da mantenere invariato il loro profitto. Analogo discorso vale anche nel caso opposto: se il dollaro si rafforza, il prezzo del petrolio scende.
Esattamente l’opposto di quello che pensi…….
Scusate, ma forse mi sono perso un passaggio.
Ma perché il post sostiene che gli ETF vendono oro in quantità se esso é destinato a salire?
Non dovrebbero fare il contrario, se non altro per speculare?
le idee confuse le avete voi abbagliati da un po’ di luccichìo
strano non abbiate capito che la vera currency non dichiarata è e resta il greggio
mentre la exxon va verso lo shale gas abbandonando pian piano l’ oil e la nostra eni dà fastidio proprio agli americani che ne chiedono lo scorporamento
strano vi sia sfuggito che le guerre si stanno facendo per le risorse in particolare di gas, di cui il mediterraneo tiene il più grande giacimento al mondo
ma voi restate pure legati alla reliquia, quando vedrete la prossima fiat currency saldamente agganciata al gas penserete ancora che l’ oro vale qualcosa
P.S: a nessuno salta all’ occhio che Saddam stava tradando il greggio in euro, che l’ Iran voleva tradare il greggio in euro ( prima delle sanzioni ), che la Libia di Gheddafi aveva accordi per tradare il greggio in euro… e che la stessa sorte sarebbe toccata alle riserve gasifere ( si veda la russia di putin con gli accordi energetici dei due gasdotti )
… secondo voi cos’ è che hanno in comune tutti questi paesi?
il terrorismo.
contro il dollaro e a favore dell’ euro- sia che si tradi greggio, sia che si tradi gas.
@Zenlu: spiegaci allora, con i tuoi ‘esperti’ poco esperti del Forex ( ce ne sono di ingannatori… ) come mai lo Zio Sam è andato in guerra ( tanto per cambiare ) contro la Libia e mentre il greggio saliva ( crisi petrolifera, as usual ) il dollaro indebolito dai QE di Bernanke si apprezzava ( esattamente come deve essere… dollaro e greggio sono agganciati perché vanno insieme, non contrari alle majors statunitensi, le famose 7 sorellastre tanto per ricordare Mattei, mentre l’ oro col suo comportamento inverso droga sia greggio che dollaro ), ma la Cina in quel momento, lesa nei suoi interessi in Africa, vendeva T bonds ( ne ha venduti una cifra assurda ), quindi il dollaro cadeva e Obama doveva ripiegare lasciando la sporca faccenda libica nelle mani di Sarkò e Cameron ( i camerieri ), perché si è ritrovato a comprare il greggio con il dollaro deprezzato, una rovina per la sua economia
il giochino fatto da vecchia data in quel momento gli è fallito per via dei cinesi, da allora Obama lancia più o meno indirette minacce verso la Cina, che tra l’ altro si sta tradando il greggio in yuan…
valà, valà, che l’ oro è l’ ultimo amo per tirare in secca un po’ di pesciolini.
ti ricordo inoltre che gli sceicchi prendono ordini da Washington ( son stati messi lì dagli americani a fare la guardia ai pozzi, gli danno il petrolio con una ridicola royalty del 5% ), fanno salire il greggio quando Obama ha bisogno di dare fiato allo zombie dollaro e farlo salire
se non facessero così, ma come dici tu ( e i poco furbi del Forex ), l’ Arabia Saudita sarebbe già stata bombardata da un pezzo e chiamata ‘stato terrorista’. Di fatto le petromonarchie non esistono se non in funzione degli USA stessi.
caro Italiapersempre, ho solo contestato una tua affermazione che a mio avviso non è corretta.
Ho solo citato una fonte per supportare quanto dicevo, non ho nulla a che fare con Forex.
Non ho detto nulla sull’oro.
Penso di non aver nulla da spiegare a chi ha le verità già salde in tasca.
Non servirebbe……
Buona giornata.
Gigi,
La tattica consiste in questo…i grossi vendono a (supponiamo) a 1650. I piccoli e i medi si spaventano e vendono in massa. L’oro scende a 1400 (ma i grossi lo hanno venduto a 1650!!). Ora, i grossi comprano a 1400, l’oro sale, i piccoli e i medi si precipitano comprare e l’oro (che i grossi hanno comprato a 1400!!) sale a 1800 (complice magari qualche casino internazionale che i grossi sapevano in anticipo).
Lucido, documentato, illuminante come sempre.
Lo scenario più “anomalo” (ma plausibile) tra quelli prospettati sarebbe l’uscita della Germania dall’euro.
Sul come investire se l’Italia esce dall’euro o se crolla l’euro è pieno il web: a parte l’oro e l’argento, bund (in euro o marchi), dollari (con prudenza) e Franchi svizzeri…ma…se è la Germania a uscire dall’euro?
Credo che la questione meriterebbe un post a parte del tipo: E se la Germania esce dall’euro?