Non può piovere per sempre

Scritto il alle 11:55 da Danilo DT

Qualche tempo fa avevo parlato in un post dell’immane quantità di liquidità presente nelle aziende corporate soprattutto USA. Denaro che non viene speso, che è lì, in attesa di un’allocazione futura, magari in operazioni di M&A (merger & acquisition) o in strategie di crescita interna.
Problema: per effettuare un qualsivoglia tipo di investimento, le aziende DEVONO avere una visione quantomeno rosea per il futuro. E’ ovvio che non vengano inventate operazioni finanziarie di un certo tipo e peso solo sulla speranza che le cose possano cambiare.
Le aziende investono quando ci sono prospettive chiare, oppure quando si presentano delle occasioni particolari che vanno a rafforzare la leadership in determinati settori o aree geografiche.

In sintesi quindi, la liquidità in pancia delle aziende è ai massimi ma l’attività di M&A tarda ad avviarsi. Segno chiaro ed evidente che le stesse imprese sono abbastanza dubbiose sulla bontà della ripresa che, come ho già dimostrato mille volte nei miei post, non esiste.

Per visualizzare l’articolo sulla liquidità aziendale, cliccate QUI

Non può piovere per sempre

Un report di Nomura, recentemente, ha messo in luce per l’ennesima volta questa problematica, focalizzandosi sul fatto che questa tendenza difficilmente può ancora durare per molto.
Io ribadisco che non è scritto da nessuna parte che l’attività di M&A debba ripartire per forza. Sarà il mercato a sputare le giuste sentenze.
Intanto però la statistica ci dà qualche indicazione in merito.

Attività di M&A in aumento

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Dal grafico di cui sopra , potete notare l’aumento dell’attività di M&A. Porò potete vedere che, rispetto all’andamento del mercato, questa attività non è mai realmente ripartita. Complice, appunto, una scarsa fiducia sul futuro dell’economia.
Certo, oggi le valutazioni possono anche sembrare attraenti, e soldi inoltre non mancano, ma prima di spendere e spandere, i management vogliono certezze che oggi i mercati non possono dare.

Anche il ratio tra l’indebitamento netto non finanziario e la quota di capitale si dimostra molto interessante su base storica.

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Ed è proprio il settore high tech, quello che effettivamente un po’ si sta muovendo in ambito M&A, ad avere le maggiori risorse a disposizione…

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…risorse che progressivamente le aziende stanno iniziando a considerare ed a utilizzare a favore dell’M&A.

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Source: Nomura

Piccola considerazione: l’attività di M&A è cresciuta anche grazie ad un miglioramento macroeconomico che, come ben sappiamo, era soprattutto legato ad incentivi, detassazione, insomma tutta quell’attività che i governi hanno messo in piedi per sostenere nel breve periodo l’economia. Scenario però non ripetibile all’infinito.
Quindi io non voglio creare illusioni.

 

Sappiamo che il settore corporate ha tante cartucce da sparare in ambito di M&A, ma non le spara perché considera ancora poco interessante il mercato. Nel momento in cui l’attività di M&A risorgerà in modo deciso, allora forse sarà arrivato il momento di riprendere in seria considerazione l’equity in ottica di medio lungo termine. Prima di tale data, permane il rischio di ritrovarci con un mercato in trading range che va da nessuna parte e con tanti tanti punti interrogativi.
E’ anche vero che non può piovere per sempre, ma è anche vero che i nuvoloni e il vento di tempesta permane su un’economia che continua a restare a rischio recessione-deflazione-forte rallentamento.

Tanto vale, a questo punto, aspettare al riparo la fine di questo momento dve il tempo è assai minaccioso, fiduciosi che il tempo cambi, in futuro… Non chiedetemi però quando…

STAY TUNED!

DT

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Grafici e dati elaborati da Intermarket&more sulla database Bloomberg

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8 commenti Commenta
ralph
Scritto il 21 Settembre 2010 at 12:10

Caro Dream, mi permetto di aggiungere un input alla riflessione di oggi…

“Dividends Beating Bond Yields by Most in 15 Years” (il numero di società il cui dividendo è maggiore della cedola è ai massimi da 15 anni)
FONTE: Bloomberg,7 settembre 2010

l’ultima volta che ci siamo trovati in una situazione simile era nel 2003….

bergasim
Scritto il 21 Settembre 2010 at 12:21

Dream

Non concordo con quello che tu sostieni, le aziende hanno una gran liquidità, peccato che i debiti ( emissioni corporate) sono notevolmente superiori al cah in eccesso, stesso discorso dicasi per le riserve in eccesso delle banche presso la Fed, anche qui bisogna considerare i crediti incagliati e quelli fuori bilancio notevolmente superiori, per ora grazie al market to fantasy, queste sono congelate, ma ci sono è sono perdite importanti, quindi parlare di liquidità in eccesso mi sembra fuori luogo. 🙄

Scritto il 21 Settembre 2010 at 12:37

bergasim,

Sul tema delle emissioni corporate occorre aprire una bella parentesi (emissioni fatte x sfruttare uno scenario di fame assurda di rendimento) che però preferisco approfondire in un post dedicato nei prossimi giorni.
dici bene del maeket to fantasy, ma proprio oggi pomeriggio Benny Bernie ci regalerà molto probabilmente l’annuncio di altri 1.000.000.000.000 di USD in QE… 😯

bergasim
Scritto il 21 Settembre 2010 at 12:47

Si può fare tutti gli annunci che vuole, rimane il fatto che banche e corporate usa non hanno cash in più 😐

paolo41
Scritto il 21 Settembre 2010 at 13:36

Dream Theater,

bergasim,

anche a me risulta che il D/E della maggior parte delle aziende (al netto degli assets inesigibili) non sia migliorato, salvo eccezioni (es: alcune tecnologiche).
Lasciando da parte le aziende cinesi ( che sembrano abbastanza attive nel processo di internazionalizzazione), ma dove non ci sono dati affidabili, il processo di M&A stenta, concordo con le tue conclusioni, a decollare.

m75035
Scritto il 21 Settembre 2010 at 18:09

bentornato bergasim!

volevo ricordare ke l’indebitamento corporate di cui si discuteva sopra produce dei vantaggi fiscali alle aziende stesse

paolo41
Scritto il 21 Settembre 2010 at 21:27

…..direi che c’è abbastanza interesse ad acquisire quote/partecipazioni o controllo di aziende produttrici di materie prime….

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