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Mercati: Spread in area 400bp, il rimbalzo ha il fiato corto?

Scritto il alle 11:21 da Danilo DT

Intermarket intraday: lampi di RISK ON…ma per quanto?

Come illustrato nel video TRENDS  il rimbalzo dei giorni scorsi era previsto ed è stato centrato. Ora però che succederà? Si stanno formando nell’intraday delle doji di indecisione molto forti. E la volatilità dei mercati di queste ore è veramente snervante. Si passa dal +1% al -1% con una facilità incredibile. I motivi sono noti. L’incertezza continua ad essere elevatissima ed il mercato è enormemente emozionale. L’intermarket intraday dà segnali ancora positivi ma occhio a repentine inversioni: infatti il BUND…

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Intermarket Intraday

La griglia intermarket (con ben 12 grafici) che ho ideato ha un timeframe intraday con uno sviluppo di 5 giornate lavorative. Quindi un grafico intraday a 5 giorni. Come già detto, il grafico intermarket intraday ha come obiettivo il cercare di fotografare lo scenario di breve periodo dei mercati finanziari, analizzando cosa è successo nelle ultime giornate di borsa, alla ricerca delle divergenze intermarket intraday.
Partendo dall’alto a sinistra (quadrante 1), e poi proseguendo via via (fino al quadrante 12 in basso a destra) troverete:

1. Future mini SP 500
2. Shanghai Comp Index
3. Bank Index
4. Dax Future
5. VIX Volatility index
6. T Note Gov.
7. Dollar Index
8. Bund Future
9. Future WTI
10. Gold Future
11. CRB index
12. Future Copper (Rame)

Questa analisi diventa interessante quando si vanno a considerare le divergenze tra le varie asset class. Tali divergenze illustrano eventuali scenari di inversione. Quindi, badate bene, non è un tentativo di prevedere il futuro analizzando semplicemente il trend dei giorni precedenti (che è segnato in azzurro e che se mantenuto, significherà continuazione di tendenza) ma è un modo per cercare di anticipare eventuali cambiamenti di polarità dei mercati.

La prima area (1-2-3) EQUITY AREA . Lo Shanghai Index aveva suggerito il rimbalo. E così è stato. Ora continua ad essere in tendenza rialzista, ma occorre prudenza. Inizia a rallentare la crescita e sugli indicatori di brevissimo iniziano a registrarsi livelli un po’ estremi. Bene gli altri indici azionari.

Seconda area (4-5-6) RISK AREA: guardate il VIX. Abbiamo raggiunti i minimi precedenti… Rischio di rimbalzo della volatilità E se rimbalza la volatilità… E poi il BUND, ha rotto la trendline ribassista. Segnale negative per il rischio.

Terza area (7-8-9) COMMODITY AREA . Al momento non si nota nulla di strano e di divergente.

ANALISI DIVERGENZE

Come detto, occhio a VIX e bund. Se si torna in RISK OFF si passa da qui. E già ora vediamo dei segnali…

Buona giornata e buon trading a tutti….

Tabella rendimenti Eurozona

Grecia 2 anni 5 anni 10 anni
Portogallo 2 anni 5 anni 10 anni
Irlanda 2 anni 5 anni 10 anni
Spagna 2 anni 5 anni 10 anni
Italia 2 anni 5 anni 10 anni
Belgio 2 anni 5 anni 10 anni
Francia 2 anni 5 anni 10 anni
Germania 2 anni 5 anni 10 anni

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STAY TUNED!

DT

Tutti i diritti riservati © | Grafici e dati elaborati da Intermarket&more su database Bloomberg | NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

4 commenti Commenta
Scritto il 26 Aprile 2012 at 14:35

E difatti, senza nemmeno farlo apposta… Chicago Fed National Activity Index -0.29 In March Vs Revised +0.07 In February e poi… US JOBLESS CLAIMS FELL TO 388,000 APRIL 21 WEEK (CONSENSUS 375,000) FROM 389,000 PRIOR WEEK (PREVIOUS 386,000)

ubersoft
Scritto il 26 Aprile 2012 at 21:44

Sbaglio o c’è una forte somiglianza tra la correzione attuale e quella avvenuta agli inizi di Novembre 2010?

john_ludd
Scritto il 27 Aprile 2012 at 08:22

Ogni professione ha il suo arsenale di strumenti. Se un pittore dispone di pennelli e colori e può scegliere quali usare determinando in assoluta autonomia il risultato del suo operato, un operatore nel settore finanziario ha a disposizione un numero apparentemente illimitato di indicatori e grafici che nel breve si limitano a riassumere in modo caotico l’umore ancora più caotico di una massa di persone che comprende persone normali (che vuole dire ?) e psicopatici di vario livello. I grafici vanno su e giù, rumore di fondo, e chi trascorre una mole rilevante del proprio tempo a interpretarli, anche senza accorgersene, tutto concentrato a contare le foglie, perde di vista i tronchi. Se è vero che ogni momento è transizione, questa era lo è in modo particolare. Ma siamo solo all’inizio di un travagliato e generazionale passaggio da un modo caratterizzato da:
1) popolazione al di sotto della soglia di sostenibilità ecologica, di cui solo una piccola parte grandi consumatori di energia e cibo
2) rapporto tra disponibilità di materie prime e loro utilizzo talmente elevato da poterle considerare infinite. Questo ha determinato, di conseguenza, che il costo di rimpiazzo di una risorsa naturale non venisse inserito in nessun indicatore economico. Come dire, ammortamento in tempo infinito
3) una serie di innovazioni tecnologiche, figlie di scoperte scientifiche avvenute per lo più nei due secoli precedenti, tali da dare l’illusione alle mente semplici che l’uomo ha domato la natura, è ora superiore e quindi in grado di risolvere sempre qualunque problema
Ci sono altri punti ma voglio farla breve e mi fermo qui. Sono i punti 1, 2 e 3 che hanno determinato il reale boom economico – materialistico, permettendo l’illusoria corsa a una vita sempre migliore (in termini esclusivamente materici ovviamente). Il valore degli assets finanziari è ovviamente solo una misurazione di questa corsa illusoria. Chi scrive non vede nel futuro ma non crede di sbagliare nell’affermare che a oggi non esistono soluzioni neppure temporanee ai punti 1, 2 e 3. La sensazione è che una mente lucida oggi dovrebbe principalmente dedicarsi a “spendere” quel capitale finanziario finchè effettivamente può essere convertito in qualcosa di reale il che dipende esclusivamente dal fatto che devono essere in pochi, pochissimi, a seguire questa via. Un giorno non lontano, di necessità, saranno in tanti a tentare di trasformare questa ricchezza, piccola o grande che sia, fatta di numeri stivati in un database. Quel giorno il valore trasformabile tenderà a zero. La sensazione che il mondo sostenibile di un domani forse lontano non possa che essere un mondo basato sul valore della conoscenza e quindi privo di denaro come lo conosciamo oggi, impone di pensare che sia meglio liberarsi di quanto accumulato prima che sia troppo tardi.

kry
Scritto il 27 Aprile 2012 at 08:35

john_ludd@finanza,

John mi sembra che l’aria da quelle parti rischiari ancor di più le menti quando torni me ne porteresti un tir oppure stai pensando di non tornare. Ciao.

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