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MACROECONOMIA ed ORO: il Bilancio della FED, il debito e la futura svalutazione del Dollaro USA

Scritto il alle 09:30 da Roy Reale

GUEST POST: arriva il tapering. Ma il denaro continua a perdere il suo valore reale. Il solito barometro settimanale dell’oro e gli avvenimenti più importanti della settimana e il ruolo dell’oro nei portafogli di investimento e degli investitori istituzionali.

Questa settimana gli occhi degli operatori sono stati puntati sulle decisioni inerenti la politica monetaria della FED. Il FOMC (Free Open Market Committee – il braccio operativo della Banca Centrale USA) hadeliberato una minuta riduzione delle proprie politiche espansionistiche.

Da Gennaio 2014 la Fed ridurra’ di 10 miliardi di dollari al mese i propri acquisti di assets (titoli di stato e obbligazioni garantite da ipoteche – Mortgage Backed Securities). L’espansione monetaria, pertando, diminuira’ dagli 85 miliardi di dollari mensili, ai 75 a partire dal prossimo mese. La decisione era largamente prevista dagli operatori. Al momento della comunicazione Wall Street ha accelerato il rally rialzista toccando nuovi massimi, seguita dalle borse europee e da quelle asiatiche il giorno successivo.

L’oro, per converso, e’ stato spinto al ribasso verso i minimi toccati a giugno di quest’anno. Come di consueto i ribassi sono stati “guidati” dagli speculatori, tramite vendite fittizie di oro di carta presso il mercato a termine (futures) di New York, il (Casino’) Comex. In realta’, la politica della FED rimane ultraespansionista; la stessa, nel comunicato con cui inaugurava il “tapering”, ha lasciato intravedere una possibile inversione di marcia:

“La FED ha fiducia nel fatto che la ripresa continuerà e che l’economia va incontro a una maggiore normalità. Se così non sarà, la FED potrebbe riconsiderare il programma di tapering e continuare il QE in modo sostenuto. “. (Ben Bernanke)

Il leggendario investitore Statunitense, Warren Buffett, ha definito la FED, “Il piu’ grande Hedge Fund che la Storia conosca”. Tenete presente che Buffett, nonostante il giudizio caustico di cui sopra, sottostima ampiamente la portata e i rischi impliciti del debito globale degli USA e i suoi futuri riflessi sul dollaro e sull’economia americana.

Il bilancio della FED sta letteralmente esplodendo. In data 11 Dicembre, il “balance sheet” (bilancio) della Banca Centrale USA ha raggiunto i 3,99 trilioni di dollari (in aumento dai 2,82 trilioni del 2012, prima d’imbarcarsi nella terza ondata di “quantitative easing”).

Dal 2008 (in soli 5 anni) il bilancio della FED si e’ gonfiato del 300%.

Non vi e’ stata alcuna ripresa reale dell’economia: l’espansione monetaria ha avuto come esito, l’immissione d’aria speculativa sui mercati azionari USA (nel grafico sotto, il trend del Bilancio Fed, correlato al trend dell’indice azionario Standard & Poor 500).

LA NUBE NERA ALL’ORIZZIONTE – LA CRESCITA ESPONENZIALE DEL DEBITO GLOBALE E DEL DEBITO USA

Gli investitori nel mercato dell’oro non devono concentrare la loro attenzione sui movimenti quotidiani o settimanali del prezioso. Tantomeno dovrebbero lasciarsi “incantare” dalle sirene dei Media Mainstream (e di molte istituzioni finanziarie, interessate a puntellare bolle speculative sui mercati USA).

E’ necessario concentrarsi sulla “nube nera all’orizzonte”, ovvero la crescita esponenziale dell’economia a debito, a livello mondiale (ma soprattutto nel cuore dell’impero economico, gli USA). Storicamente, la crescita indiscriminata del debito, termina e si conclude con la distruzione delle valute a corso forzoso e con la rivalutazione del denaro reale, l’oro e l’argento. La situazione debitoria dell’Eurozona e’ sotto gli occhi di tutti, aggravata dagli squilibri delle bilance commerciali interne (Germania creditrice, paesi periferici debitori, questi ultimi con l’aggravante di non poter “svalutare” la propria moneta per incentivare l’export, quindi condannati alla recessione, alla disoccupazione e all’aumento del debito pubblico, con il rischio di forti tensioni sociali e l’uscita dall’Eurozona).

In Giappone, Gran Bretagna e USA, si riscontra un livello di debito pubblico e privato mai registrati in tempi di pace (ovvero dalla fine della seconda guerra mondiale). Nel grafico sotto (di Robert-Peter Stoferle presso Incrementum AG Liechtenstein) e’ posto in evidenza l’incremento del debito pubblico USA dal 1971 (data della recisione della convertibilita’ del dollaro in oro) a oggi:

Se osservate attentamente il grafico, la dinamica del debito sembra accelerare senza piu’ alcun freno, dal 2001 a questa parte. Ora, esaminiamo attentamente la situazione debitori complessiva degli USA (Total Credit Market Debt Owed), espressa in dollari americani. La situazione debitoria degli USA tiene conto dei debiti (espressi sotto forma di titoli obbligazionari, prestiti e mutui) dei seguenti settori:

– settore finanziario (soprattutto quello relativo alle agenzie governative erogatrici di mutui, ovvero Ginnie Mae, Fannie Mae e Freddie Mac);

– Mutui ipotecari per l’acquisto di abitazioni e credito al consumo;

– debiti e disavanzi espressi a livello di ciascun singolo Stato degli USA, nonche’ governi locali (contee);

– Debito del Governo Federale.

Come da grafico sotto (sempre a cura di Robert-Peter Stoferle presso Incrementum AG Liechtenstein), si evidenzia un totale debitorio pari a 53.558,00 miliardi di dollari! Secondo gli studi di Robert-Peter Stoferle, stanti gli attuali trends relativi alla situazione debitoria degli USA, questa evolvera’ entro il 2021, in un totale debitorio complessivo pari a circa 107.116 miliardi di dollari! (grafico sotto).

Esattamente il doppio dell’attuale, in soli 7 anni a questa parte. Non vi saranno terapie indolori alla crescita continua di questi debiti (oltretutto contratti in tempi di relativa “pace”, non in periodi caratterizzati da guerre mondiali).

Riteniamo che, presto o tardi, gli USA, saranno costretti (come ogni altra nazione), a “svalutare” la propria moneta al fine di “svalutare” il proprio debito. Ogni Impero storicamente apparso (Impero Romano, Impero Britannico), e’ caratterizzato da uno stile di vita al di sopra delle proprie possibilita’. Ma il debito non puo’ crescere indefinitamente: quando esso comincia ad accelerare, la soluzione preferita dai governi e storicamente comprovata, e’ la svalutazione della propria moneta.

Riccardo G. – Deshgold

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