Macroeconomia e oro: riflessioni sul ribasso e sulla speculazione
GUEST POST: il barometro settimanale dell’oro. Gli avvenimenti più importanti della settimana e il ruolo dell’oro nei portafogli di investimento e delle banche centrali.
Prima di introdurre l’analisi del quadro tecnico settimanale del metallo giallo oggi voglio formulare alcune riflessioni sulla recente speculazione ribassista (avvenuta il 13 e 15 aprile) la quale, dopo attenta osservazione, a mio modo di vedere si palesa come manipolazione fraudolenta del mercato dei metalli preziosi.
Ecco diversi punti sui quali invitiamo a riflettere:
#1: a una repentina e fulminea discesa delle quotazioni dell’oro non abbiamo constato un contestuale segnale d’acquisto sul dollaro americano. Per quale ragione cio’ non e’ avvenuto? Ricordiamo che tra oro e dollaro statunitense esiste un rapporto di relazione inversa molto forte. Al segnale di acquisto dell’uno spesso corrisponde un segnale di vendita dell’altro asset.
#2: al rapidissimo declino dei prezzi dell’oro e dell’argento ha fatto seguito un altrettanto improvviso, istantaneo e verticale rincaro delle quotazioni. Le stesse istituzioni finanziarie che hanno fatto crollare i mercati dei metalli preziosi tramite vendite sui mercati sintetici futures (oro e argento di carta) hanno acquistato successivamente oro e argento fisico a prezzi piu’ accessibili. Per quale motivo?
#3: La Federal Reserve, la BCE, la Bank of England (BOE) e la Bank of Japan stanno coordinando il “salvataggio” dell’insolvente sistema finanziario mondiale tramite continue iniezioni di liquidita’ che in futuro produrranno negative dinamiche inflattive. E’ loro interesse dissimulare il ruolo che l’oro e l’argento hanno sempre giocato da oltre 6.000 anni a questa parte: il ruolo di salvaguardia e tutela dei risparmi contro le derive inflazionistiche. E’ loro interesse denigrare il ruolo di “safe haven” (porto sicuro) di assets reali come oro e argento fisico.
#4: Da mesi a questa parte le scorte di oro dei magazzini del Comex di New York sono scese ai minimi e non sono state piu’ reintegrate. Per quale motivo? C’e’ scarsita’ di oro fisico sul mercato?
#5: Per quale ragione la Federal Reserve impieghera’ ben 7 anni per restituire 300 tonnellate di oro alla Bundesbank (legittima proprietaria di queste riserve)? La FED necessita’ di prezzi dell’oro maggiormente sostenibili per riacquistare questa quantita’ sul mercato? E dunque non ne e’ in possesso?
#6: E’ sorprendente che dopo le rivelazioni dello scandalo relativo alle manipolazioni del tasso LIBOR, la CFTC (Commodity Futures Trade Commission – l’Ente Regolatore dei mercati futures statunitensi dove si e’ consumata la manipolazione ribassista) non si sia attivata immediatamente nell’aprire una celere indagine sull’alterazione dei mercati sintetici futures. Sorprendente che non si sia attivata per proporre il lancio di un piano di riforma globale di questi mercati volto a varare norme di vigilanza piu’ severe e stringenti nei confronti degli intermediari finanziari, maggiore trasparenza e ordinato svolgimento delle operazioni. La CFTC doveva farsi parte attiva nell’emanazione di rigorose sanzioni nei confronti dei soggetti vigilati, soprattutto per i reati di manipolazione del mercato, aggiotaggio e insider trading.
A tutt’oggi la CFTC dopo l’evento speculativo concentrato nelle date di venerdi’ 13 aprile e lunedi’ 15, manipolazione operata tramite il mercato dell’oro e dell’argento di carta (paper market), essa e’ riluttante a sanzionare quelle potenti istituzioni finanziarie che spadroneggiano a Wall Street e quindi sui mercati sintetici futures. La CFTC, in ultima analisi, e’ parte del problema e non la sua soluzione.
La domanda finale e’: il mercato toro dell’oro e dell’argento e’ giunto al termine?
Risposta: A nostro modo di vedere assolutamente no.
L’oro e’ all’interno di un mercato toro di lungo periodo. Ogni asset all’interno di un mercato toro e’ intervallato da forti discese nelle quotazioni. Durante l’ultimo mercato toro dell’oro riscontrato negli anni 70′ del secolo scorso, il metallo giallo parti’ da una quotazione minima di 43 dollari l’oncia nel 1971; nel 1975 quotava 184 dollari l’oncia, con un rialzo del 328% in soli 4 anni.
Successivamente, nell’Agosto 1976, subi’ una forte discesa fino ad arrivare a un prezzo l’oncia pari a 104 dollari con un calo del 43%. Il mercato toro sembrava davvero danneggiato irreparabilmente invece la seconda gamba del mercato allungo’ le quotazioni sino al massimo di 850 dollari l’oncia riscontrato nel 1980. Da agosto 1971 (quotazione a 43 dollari oncia) al dicembre 1980 (quotazione a 850) dollari l’oncia, l’oro conquisto’ il primato dei rialzi, con una percentuale del 1.877%.
Una nuova corsa all’oro in Asia
In Asia la domanda di lingotti d’oro, monete e gioielli e’ in aumento vertiginoso grazie anche al brusco calo dei prezzi nei preziosi che ha risvegliato l’attenzione dei “bargain hunters”, ovvero grandi fondi d’investimento e grandi acquirenti a caccia di oro fisico a prezzi d’occasione.
A Hong Kong e Pechino sono state segnalate lunghe file di clienti all’esterno delle gioiellerie e banche venditrici di preziosi. Joni Teves di UBS research ha riferito che “il mercato fisico dell’oro e dell’argento ha risposto positivamente ai prezzi convenienti e imponenti flussi d’acquisto sono segnalati in tutta l’Asia”.
Il Financial Times ha intervistato il Presidente della Hong Kong Gold & Silver Exchange il quale ha riportato che “non avevo mai visto una corsa all’oro come quella di queste due ultime settimane; forse l’ultima volta che mi e’ capitato di vedere una cosa simile risale almeno a venti anni fa. E’ una corsa all’investimento sia da parte di investitori che di risparmiatori retail. Anche gli altri membri dell’Associazione di cui faccio parte non ricordano un avvenimento del genere.”
La piu’ grande gioielleria dell’Asia per capitalizzazione di mercato sita ad Hong Kong (la Chow Tai Fook), ha emesso una nota con la quale si avverte che alcune tipologie di gioielli non sono disponibili a causa declino delle scorte. Anche in Giappone la domanda di oro e’ in forte crescita. Investitori Giapponesi e fondi comuni d’investimento stanno diversificando i propri assets investendo in metalli preziosi a causa della forte svalutazione dello Yen.
U.S.A.: lo Stato dell’Arizona permettera’ l’utilizzo di oro e argento a titolo di valuta legale
Lo Stato dell’Arizona si appresta a divenire il secondo Stato degli USA che permettera’ la circolazione di oro e argento a titolo di valuta legale. Due settimane fa i legislatori dell’Arizona hanno varato un Decreto che permettera’ ai due metalli preziosi monetari di circolare liberamente nel mercato parificandoli al dollaro americano come valuta avente valore legale.
L’Arizona e’ il secondo Stato americano (dopo lo Utah) a consentire la circolazione legale di monete in oro e argento coniate dalla Zecca Statunitense (US Mint). Altri dodici Stati sono in procinto di promulgare leggi che decreteranno la possibilita’ di circolazione di monete in oro e argento per l’utilizzo degli stessi come valuta valida per ogni tipo di transazione.
In futuro, sia nello Utah che in Arizona, i possessori di carte di credito potrebbero utilizzarle e addebitarle direttamente su conti correnti rappresentativi di oro e argento fisico. Gli oppositori alla legge istitutiva delle transazioni commerciali in monete d’oro e argento hanno affermato che il prezzo del metallo giallo e’ eccessivamente volatile e a causa di questo fatto, altamente inaffidabile come moneta di scambio. I sostenitori hanno ribattuto che con riferimento alla forte discesa dei prezzi di due settimane fa, essa e’ stata causata da un “raid” fraudolento di banche speculative di Wall Street e che l’oro monetato protegge il valore della valuta da inflazione, svalutazione e da un sistema bancario predatorio, volatile e vulnerabile.
Il Decreto istitutivo, la 1439 dello Stato dell’Arizona, permetterebbe ai possessori di monete d’oro di estinguere ogni tipo di debito direttamente con monete in metallo prezioso. Le monete dovranno necessariamente essere emesse dal Governo degli Stati Uniti.
Il Decreto sta per essere approvato presso il Senato e se dovesse essere definitivamente emanato sarebbe adottato definitivamente a partire dall’anno 2014.
La domanda australiana di preziosi e’ in rialzo come ai tempi della crisi Lehman
Funzionari della Zecca di Perth (Australia – Perth Mint) una delle piu’ grandi e importanti a livello internazionale (fondata nel 1899) , hanno comunicato che nell’ultimo mese la domanda di metalli preziosi espressi in monete e lingotti e’ al massimo dalla crisi Lehman del 2008. I recenti ribassi nei prezzi hanno fatto da propulsore alla domanda: la Zecca di Perth e’ stata costretta a tenere aperti i propri uffici anche durante i weekends per fare fronte alle richieste d’acquisto.
Ron Currie, Direttore delle Vendite e Marketing presso la Perth Mint, ha riferito in un’intervista che “non riscontravamo una simile domanda dalla crisi della Lehman nel 2008. Rispetto a marzo la domanda di aprile e’ triplicata.”