Lo sporco ricatto di Marchionne
So benissimo che non dovrei intrufolarmi su questa tematica, ma proprio non posso fare a meno di dire il mio parere sulla vicenda. In fondo, Intermarketandmore resta un blog e quindi un diario dove il sottoscritto appunta i suoi pensieri.
Credo che sulla vicenda i lettori sappiano già molto.
Cliccando QUIpotrete vedere la proposta quadro di Mirafiori.
Si sono letti anche i pareri più disparati, chi a favore della società e di Marchionne e chi a favore dei lavoratori.
Per esempio, questo è il parere di Fabiano Schivardi su La Voce:
….Un operaio Fiat appare comunque più garantito e meglio pagato della stragrande maggioranza dei colleghi che lavorano in imprese medio-piccole. In particolare, l’innovazione contrattuale è modesta a Mirafiori, probabilmente perché quell’impianto ha bisogno di interventi organizzativi meno radicali di quello di Pomigliano. Gli aspetti che hanno maggiormente alimentato la polemica hanno per lo più un forte carattere simbolico.
L’obiettivo principale di questi accordi è quella enunciata da Marchionne alla trasmissione di Fabio Fazio: la governabilità degli impianti. L’espressione può suonare fastidiosa, ma è un obiettivo imprenditoriale del tutto legittimo, per non dire obbligatorio. L’amministratore delegato di Fiat vuole garantirsi la capacità modificare il grado di utilizzo degli impianti secondo le necessità della domanda…. L’altro aspetto importante è il divieto di scioperi che rendano inesigibili le clausole contrattuali. In pratica, se l’azienda richiede una giornata di lavoro straordinario un sabato, i sindacati non possono proclamare uno sciopero proprio in quel sabato. … Il punto cruciale è che la Fiat vuole garanzie contrattuali prima di effettuare gli investimenti. Come già argomentato su questo sito, una volta fatto l’investimento la forza contrattuale dell’azienda diminuisce e quella dei sindacati aumenta. Il problema è che il contratto nazionale non fornisce queste garanzie a meno che tutti i sindacati non siano d’accordo: un’organizzazione non firmataria può comunque proclamare scioperi a cui qualunque lavoratore può aderire.
Altri pareri sono ben meno favorevoli alla politica di Marchionne:
«Non si può confondere il cambiamento con un insulto all’Italia» ha replicato poco dopo Marchionne. «Se introdurre un nuovo modello di lavorare in Italia – ha detto Marchionne al Salone dell’Auto di Detroit – significa insulto mi assumo le mie responsabilità, ma non lo è. L’ho già detto e lo continuo a ripetere: è un messaggio totalmente coerente con la strategia industriale di questo gruppo» . Non è responsabilità dice l’amministratore delegato, della Fiat risolvere i problemi sociali, il nostro compito è solo quello di fare automobili e cercare di venderle: “Noi come Fiat possiamo solo creare le condizioni per lo sviluppo. C’è un impegno in questo senso. Comunque per risolvere un problema strutturale di povertà bisognerà pure cominciare a fare”. Marchionne ha anche annunciato ieri la salita di Fiat al 25% di Chrysler dicendo che si può puntare anche al 51%. (fonte: il Sussidiario e Corriere )
Non so come andranno le cose, se il referendum andrà a buon fine oppure no, se il “Marchionne pensiero” avrà esito positivo oppure no. Però quanto sta accadendo a Torino per il sottoscritto suona come una tremenda minaccia. E per certi versi quanto sta avvenendo in Fiat è identico a quanto sta succedendo con le Banche USA: nazionalizzazione delle perdite e privatizzazione degli utili.
Marchionne dice: se non passa il mio piano, vado all’estero. Quindi fa leva sulla crisi e sulla necessità di lavorare dei poveri operai in un momento critico per l’economia e per il mondo del lavoro. E sa benissimo che questo accordo, se verrà mai raggiunto, sarà un modello per il contratto nazionale. Trenta anni di lotta fatta dai lavoratori per conquistare qualcosa, tutti persi in un amen.
Peccato però che il Dott Marchionne e dimentica una cosa. Fiat non è mai stata un’azienda sana. E’ sempre stata aiutata generosamente dallo Stato e quindi, indirettamente dal popolo italiano. Oggi FIAT non è l’azienda automobilistica più sana in Europa e nel mondo. Non è certo al pari di una Volkswagen o di una Toyota. FIAT rappresenta tuttora una scommessa. E non guardate le quotazioni di borsa, che vedono FIAT sugli scudi e grande protagonista. Guardate ai dati sulle immatricolazioni e capite di cosa sto parlando. Ne parlavo in questo post:
Se andiamo a vedere i dati sulle immatricolazioni qualche domanda occorre farsela. Infatti a Novembre le immatricolazioni hanno subito un brusco stop. -21.13%. Numeri che non possono non essere presi in considerazione per il gruppo del Lingotto. E la stessa Fiat a novembre ha immatricolato il 26% in meno rispetto ad un anno fa.
E su dicembre? -29.56%
Morale: il ramo FIAT Auto fa acqua da tutte le parti. E quindi la FIAT non può permettersi di “spendere” ma può solo minacciare i lavoratori. E dice che i soldi che risparmiano li usano per investire. Mentre gli investimenti dovrebbero essere fatti comunque a prescindere, dietro finanziamento del capitale degli azionisti di controllo. Però…scusate tanto…a questo punto spiegatemi cosa significa “capitale di rischio”.
Praticamente nella situazione attuale, l’azionista di riferimento (con Marchionne) ha capito il momento difficile ed è corso ai ripari con un obiettivo. Malgrado la difficoltà del momento, l’azionista di riferimento non deve perdere o , meglio, deve fare di tutto per perdere il meno possibile ed accollare alla collettività (i lavoratori) le grane societarie e le potenziali falle con un contratto rivoluzionario che suona molto di ricatto. Ma allora, a questo punto che ci sta a fare un governo? Nulla… anche se lo stato per anni ha aiutato FIAT ora non appoggia una politica “di riconoscenza” bensì condivide il piano di austerity del Lingotto. Il che lo trovo assurdo.
Premessa: non voglio parlare di politica e nemmeno del governo. E se qualcuno crede che io sia di sinistra (vi dico solo questo) beh, sappia che sono completamente apolitico. E questo ragionamento è legato non da idee sinistroidi ma da semplici logiche che volevo condividere con voi, visto che questa situazione, secondo me, può solo essere paragonata ad un ricatto.
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DT
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ps. scusate l’OT.
Baltic Dry Index a 1480. lo avevo appena segnalato ieri a 1495 ! sta precipitando a candela!! non l’avevo mai visto aggiornare 3 volte in 3 giorni !!
Solo una domanda… ma che diavolo ci fai sveglio alle 4.26 e alle 5.34? 🙂
…… scherzo …. la situazione attuale mi causa un po’ d’insonnia , e soprattutto qualche incubo
amensa@finanza: …… scherzo …. la situazione attuale mi causa un po’ d’insonnia , e soprattutto qualche incubo
o mamma… passa da queste parte che con le dosi di raki in corpo si dorme come angioletti!! 🙂
Grande Dream, ormai sei il mio punto di riferimento, anche politico. Finora non ho mai sentito un’analisi così semplice e schietta su questo problema.
Per carità!!!! Lungi da me fare politica!! Era semplicemente un’esternazione di un pensiero che mi girava dentro.. tutto qui!
😀
Cmq grazie dell’apprezzamento.
Grande avvio per le borse europee, in particoalre per la borsa italica, ma i botti non sono il 31 di dicembre? evidentemente no, ftse mib in 20 minuti finali ieri pomeriggio si spara un bel +1%, oggi apre con un bel +1,7% sul nulla del nulla.
Le mie semplici ed umili considerazioni.
In Italia non vi è nessun lavoratore dipendente (esclusi gli statali) che gode di tutele paragonabili ai dipendenti delle grandi industrie. Basta dare un occhio alle situazioni esistentnelle piccole imprese (che sono il nostro tessuto economico) per rendersi conto che i lavoratori sono SOLI E ABBANDONATI a loro stessi in quanto non costituiscono materia interessante neppure per i sindacati.
E’ del tutto evidente che la linea Marchionne sia dura, ma mi chiedo cosa farebbe ognuno di noi nella sua situazione.
Ricatto? forse, ma allora tutto il mondo è sotto ricatto e noi con questo mondo dobbiamo fare i conti.
Marchionne sta vendendo fumo o sostanza? non lo so, ma secondo me non è questo il punto.
Se sta vendendo fumo non parliamo di ricatto ma di truffa.
Se invece è onesto nelle intenzioni ripropongo la domanda: cosa fareste voi incaricati di gestire e far rendere capitali di terzi a cui poi bisogna rendere conto?
I tempi sono cambiati, io mi vedo costretto a fare sconti e a lavorare il sabato e la domenica per mantenere la clientela, ma non mi sono mai sognato di chiamare ricattatori i miei clienti.
Probabilmente è solo una forma lessicale semplificata di una situazione più complessa.
Solo per curiosità: Dream e gli altri amici del blog quante ore lavorano al giorno?
Con il massimo rispetto per tutte le opinioni, questa è la mia.
50
p.s.
Non credo sia utile rinvangare i tempi della Fiat finanziata dallo stato, penso che si tratti di un passato non rinfacciabile a Marchionne.
atro p.s.
avete avuto occasione di leggere sul Corriere l’articolo (credo a firma De Vico) riguardante l’opportunità di fare 17 giorni di ferie a Natale (+ altri giorni a Milano per il ponte di Sant’Ambrogio) in un periodo di crisi come questo?
Certo: molti non avevano da lavorare per la crisi e quindi ok, ma quando finalmente anche da noi si potrà creare una mentalità costruttiva e non remissiva?
Ciao a tutti e scusate per il troppo spazio occupato.
Hai ragione anche tu, Marchionne fa il suo mestiere, e noi lavoratori di piccole aziende facciamo il nostro. In tutto questo però, ciò che Dream solleva è il fatto che il più importante attore della filiera, cioè il Governo ( o i governi tutti) che fa? che posizione prende? E resta il fatto che, anche se in passato, lo Stato è un “socio” direttamente interessato nella vicenda! Siamo tutti nella stessa barca guidata da un nostromo assente che fa il suo sporco gioco: farci scannare tra di noi!
Al di là di Fiat, in questa borsa non sto capendo più nulla, mi aspettavo la continuazione della correzione e invece tutto vola. Voglio entrare long ma ho paura che domani, con l’asta dei bond crolli tutto! Voi altri come la vedete?
Caro Dream,
non avevo sollevato il problema in quanto ha connotazioni che possono portare ad uno schierarsi politico polemico e cristallizzato per “non pensanti” e “ripetitori di slogan” fuori dagli scopi di confronto intelligente e garbato del tuo Blog.
Valuto però che in entrambi gli “schieramenti” si sono posti in posizione genuflessa di fronte ad una multinazionale con un “Marchionne santo subito”.
Al di là delle valutazioni sul predetto che alla fine è “solo” un manager e quindi intercambiabile e sostituibile, condivido in toto la tua analisi.
Alcuni, se imprenditori e con una logica illusoria e aziendale-individualistica possono pensare che schiacciando il lavoro per aumentare i profitti e/o la competitività sia “cosa grande”.
Questo è solo un primo passo normativo verso un processo da terzomondo delle condizioni sociali.
Altri, se azionisti, con una visione a breve, le vedono salire e plaudono, dimenticandosi di dove vivono e che prima o poi il lato generale arriverà al loro particolare.
L’innovazione reale e la competitività reale non sono scommesse al ribasso sulle condizioni del lavoro ma investimenti in ricerca, tecnologie e organizzazione per aumentarne la produttività.
A mio giudizio noi abbiamo la necessità di aumentare l’efficenza sociale nel suo complesso eliminando sprechi clientelari, colli di bottiglia e smettere di fare opere pubbliche a scadenza quarantennale per dare sovraprofitti a qualche multinazionale e foraggiare clientele.
Non dobbiamo utilizzare la necessità di efficenza per schiacciare il lavoro.
Sono convinto, inoltre, che FIAT abbia già stabilito di considerare l’Italia solo come mercato e di mantenere qualche linea di produzione al solo fine di raccogliere futuri finanziamenti statali e questo indipendentemente da come finirà la vicenda. Non esistono motivi razionali per un imprenditore di non esplicitare ai lavoratori con cui tratta il suo piano di investimenti e sviluppo.
C’è inoltre un problema di indotto industriale sotto ricatto e a rischio.
Per rispondere, esistono solo due possibilità: nazionalizzazione o piano industriale alternativo alla FIAT: è ovvio che per farlo serva una classe politica e un governo all’altezza della situazione.
Il fatto è:
perchè Marchionne si crea tutti questi casini, mentre, trasferendo le fabbriche all’estero, avrebbe comunque spese di gran lunga inferiori (tipo manodopera ad un 25% di quello che gli costa in Italia sia pure con i nuovi contratti e a condizioni-capestro ben più vantaggiose)?
Perchè evidentemente continua a prendere soldi dallo Stato, magari indirettamente tramite agevolazioni fiscali ed escamotage vari.
Circa il fatto che i metalmeccanici restino comunque una categoria privilegiata (magari tra virgolette) rispetto ad altri lavoratori è però assolutamente vero. La stragrande maggioranza dei lavoratori non ha, ad esempio, una cassa integrazione e nessuno (in particolare i media) si occupa di loro se restano disoccupati, per non parlare degli autonomi che quando si ritrovano a dover chiudere bottega rimangono senza lavoro e, almeno nel 60% dei casi, indebitati con le banche.
La verità è che i sindacati avrebbero dovuto scendere in piazza contro la globalizzazione e a favore delle barriere doganali (in entrata e in uscita) quando era il momento, ma si sono guardati bene dal farlo, anzi, la sinistra nel complesso ha irriso Tremonti quando lo proponeva (non faccio politica, cito i fatti). Ora pretenderebbero che Marchionne, vendesse a 50 euro un biglietto da 100 euro e questo non lo farà mai nessuno, tanto meno un imprenditore o un manager.
La verità è che i sindacati avrebbero dovuto scendere in piazza contro la globalizzazione e a favore delle barriere doganali (in entrata e in uscita) quando era il momento, ma si sono guardati bene dal farlo, anzi, la sinistra nel complesso ha irriso Tremonti quando lo proponeva.
Altro problema interessante e sul quale mi piacerebbe conoscere punti di vista, “una forma di neo-protezionismo” industriale-finanziario o meno e se sulla dinamica geopolitica globale ci stiamo andando “verso”.
hai già dimenticato tichy (polonia) dove la fiat, ottenuto tutto quanto chiedeva ai lavoratori, ha garantito la permanenza della fabbrica,. peccato cheappena è convenuto, ottenuto quanto voleva a Pomigliano, abbia trasferito li la produzione.
le promesse sono solo parole scritte sulla sabbia, e questo ultimo fatto è li a dimostrarlo.
ora, in Italia, dopo le varie leggi relative ai vari titpi di lavoro, i lavoratori possono essere controllati, in caso di malattia, tutto come vuole l’azienda. ed eventualmente licenziati ! per cui bastava usare la normativa già esistente.
poi non dirmi che il recupero di pochi minuti sulle pause salverebbe una azienda che non ha fatto innovazione, ha modelli vecchi, propulsori ancora più vecchi, e lavora in un mercatoin declino dove in un anno si sono persi il 27% di vendite.
domandati perchè in germania i lavoratori portano a casa stipendi che sono una volta e mezzo le paghe dei nostri e le aziende automobilistiche fanno utili.
quando Marchionne dice, parole sue, che il costo del lavoro di produzione del veicolo incide per l8% sul prezzo di listino, dovresti capire che il problema non sono i 10 minuti giornalieri, cosa d’altra parte sulla quale i sindacati FIOM comresa, erano disposti a trattare.
allora domandatiilperchè di questo ricatto, il perchè voler stravincere una lotta con i lavoratori, rompere la rappresentanza sindacale da anni supina alla proprietà.
sai quanti scioperi sono stati fatti negli ultimi anni ?
no, mi spiace, non posso credere che questa manovra sia dettata da ragioni industriali.
quanto vuole Marchionne è trovare una scusa per giustificare il suo fallimento prossimo venturo, fallimento dovuto a mancanza di iniziativa sia tecnologica che industriale, e quando gli operai, schiacciati dall’arroganza cominceranno a fare cosa hanno sempre fatto quando non si sono più sentiti rappresentati, difesi, e con un minimo di dignità, sarà poi lo stato a prendersi carico del disastro che ne verrà fuori.
Io ho letto il contratto e mi pare più che accettabile. Per quanto riguarda marchionne, la supponenza e il metodo comunicativo da padrone dell’800 (che evidentemente coincide con quello del 2000) si traducono con un aggettivo: stronzo!
credo che da un punto di vista sindacale il problema abbia varie sfaccettature: quello che non si capisce è perchè già dal contratto di Pomigliano (dove Marchionne aveva, a mio avviso, qualche ragione) ci sia stato un ostracismo netto da parte della Fiomm in particolare, che si è esasperato con il tempo. Non possiamo anche non sottolineare che la componente politica ha alimentato lo scontro sindacale e il fatto che da tempo i sindacati non siano più uniti ha indubbiamente contribuito alla mancanza di dialogo o alla ricerca di un qualsiasi compromesso.
Ricordiamoci sempre che per divorziare occorre essere …in due.
Ma il problema di fondo è un altro e riguarda, come hai accennato, l’attuale situazione competitiva della FiatAuto; i momenti positivi di tale settore, che si sono altalenati ad altrettanti fasi critiche, sono sempre stati legati all’introduzione di nuovi modelli, generalmente nei segmenti A e B e/o a programmi di incentivazione (che non hanno più senso perchè con la quota nazionale così bassa non si farebbe altro che favorire le marche straniere).
Con la gamma di prodotto attuale si va poco lontano e non ci sono sufficienti risorse tecniche per tenere in vita ( cioè rinnovare a cicli brevi) una pletora di modelli di varie marche ( Alfa, Lancia) che non fanno…volumi.
Le reti di vendita sono in crisi e nessuna dei tre marchi ha la potenzialità di offrire una gamma completa e confrontabile all’offerta della concorrenza.
L’indebitamento è elevato e i margini sono risibili: in conclusione, può essere giusto chiedere una maggiore responsabilità e partecipazione alle maestranze, ma mettiamo velocemente a posto la gamma prodotto e razionalizziamo le reti.
Il mercato e la concorrenza non stanno ad aspettare e il tempo passa veloce…..
belle considerazioni, le tue, mi piace come scrivi, e solo una cosa mi pare scorretta:
“Ricordiamoci sempre che per divorziare occorre essere …in due.”
non sono d’accordo, per stare insieme, bisogna esser d’accordo in due, ma per divorziare, basta uno….. l’altro eventualmente, anche se non è d’accordo, subisce.
Purtroppo lavorare in fiat ha dell’allucinante, il nonnismo del più stupido filmk militare ha nulla a che vedere con quello che accade negli stabilimenti fiat.
Se un’operario fiat subisce un infortunio sul lavoro viene mobizzato, se anche questo nn bastawq viene chiuso in una stanza e picchiato selvaggiamente, se anche questo nn basta vengono comprati a suon di soldoni tutti i medici legali per testimoniare il falso.. e sentire tanti medici che in udienza testimoniare che una frattura di femore avuta mentre si lavorava nn è una motivo da infortunio lavorativo… dopo che tutti gli asvvocasti ai quali ti rivolgi ti dicno non fare causa alla fiat tanto comprano tutti dai medici ai giudici per dimostrare che tutto quello che mostri è falso.
ono esperienze famigliare, quindi parlo x esperienza diretta.
Uno è stato malmenato perchè doveva dare le sue dimissione come capogruppo in quanto era troppo buono e non rientrava con i progetti fiat, trattava troppo bene gli operai.
L’altro con una caviglia lesionata che gli permette a malapena di camminare, infatti usa stampelle, tutti i medici sono stati comprati, infatti gli dicono che lui può lavorare benissimo in piedi in una linea di montaggio.
Credo che il comportamento umano e politico (aiuto dello stato indiscriminati..) da parte di fiat sia una delle più grandi offese all’uomo italiano stesso, solo una rete massonica può fare in modo che questo esista e continui impunita.
Lo stato dovrebbe cacciare a calci al culo marchionne, espropiare fiat e convertirlas come fabbrica di stato, tanto alla fine è sempre finanziata dallo nstato, almeno così prende degli utili.Ma queste cosa accadono solo nei film.
In questo decennio catastrofico per la nostra economia, abbiamo conseguito altri “primati” quasi mondiali: le tasse più alte sulle imprese, disoccupazione giovanile da Repubblica delle banane, distanza nord-sud che è ritornata a crescere ai livelli di un paese sottosviluppato …
l’origine di tutti i nostri mali, la causa fondamentale del nostro inarrestabile declino, risiede nella nostra, ormai decennale, mancanza di crescita. Tutto il resto discende da li, ne è la conseguenza.
Se un paese smette di crescere, si avvita su se stesso e si lascia schiacciare dal suo stesso peso.
La crescita, dunque, come recitano tutti i libri di Economia, è l’obiettivo primario di una nazione moderna che, diversamente, si condanna alla stagnazione strutturale, alla conseguente disoccupazione di massa e, quindi, all’insostenibilità del tenore di vita acquisito, per sfociare nel tumulto sociale e, spesso, nel default dello Stato.
La politica di Tremonti degli ultimi 10 anni, ci ha condotto in questa strada senza ritorno, lungo la quale c’è un paese che sta facendo un balzo indietro inimmaginabile, di cui pochi, per ora, si rendono conto e di cui la vertenza Fiat è solo la manifestazione più evidente.
Basterebbe fare studiare, già nelle scuole medie, la semplicissima equazione del Pil= (Consumi pubblici + Consumi privati) + (Investimenti pubblici + Investimenti privati) + (Esportazioni – Importazioni) … e da questa semplice equazione, ognuno si potrebbe rendere conto dell’operato del suo governo, e spernacchiarlo fragorosamente quando andasse in Tv a raccontare minchiate.
Marchionne potrà anche essere antipatico, ma è l’unico che dice le cose come stanno.
Ed è veramente uomo del fare.
O ci dimentichiamo a che punto era Fiat solo qualche anno fa?
Mi pare che ci si dimentichi anche dell’operazione chrysler? E della Ferrari? E di Fiat Industrial?
Tutta fuffa? Non scherziamo. Storie di successo.
In Usa e nel mondo fanno ponti d’oro al progetto Marchionne, gli investitori ci mettono i soldi.
Solo noi italioti parliamo parliamo parliamo e tutti abbiamo la ricetta in tasca, poi
Poi arriva qualcuno che fattivamente cambia lo status quo e cerca di portare la più grande azienda italiana nel mondo, e tutti a dargli addosso.
Andate a raccontare che non è giusto ai cassintegrati Fiat, che non devono accettare l’accordo, e vi renderete conto della realtà, non dei discorsi da salotto, ma quella di chi da un giorno all’altro potrebbe perdere il lavoro.
smsj@finanza,
Storie di successo? Marchione fa parte del gruppo Fiat che, a quanto mi risulta, ha permesso ad Agnelli di accumulare patrimoni di svariati miliardi di euro, avevano comprato l’Alfa Romeo per un tozzo di pane, ha gli operai in cassaintegrazione (ma compra in contanti titoli chrysler oltre a costruire fabbriche e investire 4 miliardi in Brasile), ha la Ferrai in F1 che spende un fracco di soldi (ma spero che almeno questi rientrano tra sponsor ecc).. Insomma un sant’uomo.
Io non mi schiero da nessuna fazione politica, lavoro presso una piccola azienda quindi scioperare non so nemmeno cosa significa, ma difendere comunque i contratti nazionali mi sembra lecito. Poi per carità i fannulloni ci sono in tutte le aziende, ma non per questo si deve giustificare contratti a progetto, a tempo determinato (con la stessa scadenza del latte fresco), co.co.co.dè ecc..
Se ci fosse un governo serio e forte direbbe al Sig. Marchione “Non ti sta bene? Ok restituisci TUTTA la cassaintegrazione di questi anni, se ti avanzano soldi vai pure in Brasile. Ma se non ridai i soldi che lo STATO ti ha dato, costruisco le pandine, le 500, e così via a pomigliano e piuttosto le vendo in perdita ma tu le macchine non le vendi più”.
Insomma ci vuole tanto?? Possibile che facciamo sempre fare tutto a tutti? Poi se magari sei indietro con il pagamento del canone rai o dei rifiuti perchè ti dimentichi devi pagare fior fiori di interessi, chi invece ruba miliardi (perchè la fiat secondo me sta RUBANDO) allora è tutto permesso e quasi quasi gli diamo incarichi di governo. Che governi che abbiamo (destra, sinistra, su, giù, centro e doppia piroetta inclusi)
hironibiki@finanza: Agnelli di accumulare patrimoni di svariati miliardi di euro
e pensa, tutto per pagare l’università a Lapo… Dio mi che tristezza!! no veramente, che tristezza!
hironibiki@finanza: Se ci fosse un governo serio e forte direbbe al Sig. Marchione “Non ti sta bene? Ok restituisci TUTTA la cassaintegrazione di questi anni, se ti avanzano soldi vai pure in Brasile. Ma se non ridai i soldi che lo STATO ti ha dato, costruisco le pandine, le 500, e così via a pomigliano e piuttosto le vendo in perdita ma tu le macchine non le vendi più”.
fantastico!
mattacchiuz,
E hai sentito il Berlusca?? “Silvio Berlusconi, che parlando della Fiat di Mirafiori aveva definito l’eventuale “no” al referendum una buona motivazione per lasciare l’Italia”
Aggiungiamo tristezza alla tristezza… Massi andiamo tutti in Brasile a lavorare.
Molte opinioni condivisibili.
Ci si dimentica però che in Italia e non solo, i sindacati hanno difeso spesso i nullafacenti a scapito dei veri lavoratori. Il risultato di anni di malefatte è la distruzione del sindacato con problemi al solo lavoratore onesto e ai giovani di oggi che in futuro si sogneranno i benefici goduti dai padri.
Mi dispiace solo che ciò che propone Marchionne non sia replicabile con i dipendenti statali. 👿 👿 👿
faustino@finanza,
Io lo proporrei più per la classe politica.. Non voti alla camera perchè sei un assenteista? Licenziato. Non segui il dibattito in parlamento perchè fai i disegnini porno (tristemente questo è realmente accaduto). Licenziato. Il tuo nome ha come iniziali S.B? Licenziato.
Scherzo, però ci vorrebbe più rigore nello stato come dici tu. Intanto il debito signori e signire è aumentanto. Nuovo record Bankitalia segna 1.867,384 miliardi. EVVAI!
Per me è scontato. La politica comanda e dirige i dipendenti pubblici, per cui quando ci si arrabbia per i privilegi del pubblico è sottointeso che riguarda anche i politici.
Se non sbaglio vi sono molti sindacalisti fra i politici e pochi hanno fatto la gavetta o hanno lavorato in catena di montaggio. Parlano per sentito dire. Se avessero fatto una vita in catena di montaggio, o a fare l’agricoltore di una volta, o il muratore di qualche decennio fà, ecc. ecc. non avrebbero la forza di andare ai caraibi come Bertinotti. Uno a caso, ma ve ne sono molti.
Peccato, ma l’ipocrisia attuale è senza limiti. 😈 😈 😈
ogni tanto, caro DT non si può fare a meno di prendere posizione, se non altro per non farsi associare alla posizione opposta.
plaudo al tuo coraggio, e ti offro tutta la mia solidarietà.
un ricatto è un ricatto da qualsiasi parte arrivi, e, vorrei vedere Marchionne, con una pistola puntata alla tempia cosa firmerebbe, scommetto che firmerebbe anche il suo compenso a 1€ per i prossimi 10 anni!
gli operai di Torino dovrebbero solo ricordare cosa la FIAT ha fatto in Polonia, dopo aver ottenuto il completo asservimento delle maestranze, dopo aver garantito la fabbrica, la produzione ecc… quando è convenuto ha trasferito tutto !
quanto si vede, e questo sindacati degni della peggior nomea dovrebbero saperlo, è ch ele conquiste “normative” sono sempre e solo scritte sulla sabbia.
basta che non convengano più e sono subito cancellate!
cali del 20 e passa percento, non li risolve neanche frustando sulla schiena gli operai!
io sostengo che se queste sono le condizioni, se questo è il suo modo di intendere le relazioni di lavoro, non vale più la pena avere simili “imprenditori”.
è solo da sperare che gli Italiani, smettano del tutto di comperare delle FIAT.