La Grande Germania e la nuova (Euro) dittatura

Scritto il alle 09:40 da Danilo DT

Siamo comandati tutti da Berlino. E allora perché non far uscire proprio la Germania dall’Euro? Semplice, non lo farà mai! Ecco perché.

Oggi non voglio più parlarvi di Grecia o di Euro che salta.
Ma vorrei parlarvi del braccio forte dell’Unione Europea, ovvero della Germania, che giustamente tanto si lamenta per la situazione dei conti dei cosiddetti paesi periferici.
Diceva ieri in modo ottimo in un commento l’amico Gainhunter  (che vi consiglio di rileggere integralmente cliccando sul nome qui sopra:

Cosa si deve imputare alla Germania:

– aver creato le bolle in Grecia e Spagna (insieme a inglesi e americani); se le banche tedesche sono quelle con la leva più alta ci sarà un motivo, no?
– la rigidità quando gli altri sono in difficoltà contro la flessibilità quando a essere in crisi sono loro (2002-2003, allargamento parametri di Maastricht per favorire tedeschi e francesi)
– il conflitto di interesse nella gestione dell’attuale crisi: più si prolunga la crisi più la Germania risparmia interessi sul debito
– i lauti guadagni ottenuti grazie all’euro a discapito degli altri paesi, e non solo per l’incapacità della classe politica degli altri paesi, ma anche per l’eliminazione della concorrenza (svalutazione) da parte dei paesi più deboli (ricordiamoci sempre che negli anni 90 tante imprese manifatturiere italiane lavoravano per aziende tedesche proprio per via dei minori costi di produzione dovuti al cambio lira-marco, vantaggio venuto meno con l’euro).
– (in qualità di maggiore “azionista” della UE) aver governato per il proprio interesse, anche sfruttando le varie incompetenze di altri (vedi quote latte e in generale le leggi europee sul settore alimentare); ma si sono arricchiti anche per questo o no?
– (alla sig.ra Merkel e al suo amichetto) la destabilizzazione del mercato dei cds con la proposta del contributo volontario allo swap greco, che ha fatto crollare la fiducia sulla capacità delle assicurazioni di rimborsare i creditori degli stati in caso di default; il timing è inequivocabile

Secondo me l’errore che si fa troppo spesso è quello di considerare gli stati, le loro virtù e i loro difetti come se fossero entità singole. Ma con l’euro e la cessione della sovranità monetaria questo tipo di valutazione non funziona più! Così come è sbagliato dare tutte le colpe all’euro, o alla stessa Germania. Ma il fatto che la Germania abbia tante virtù non deve essere un alibi per non darle le colpe che si merita, anche perchè alcune “virtù” (la crescita economica e di conseguenza i conti pubblici) sono in stretta relazione con l’euro.

Credo che ci sia poco da aggiungere. La Germania avrà anche dei meriti ma è innegabile il fatto che lei, da questa crisi, ne sta uscendo non solo vincitrice, ma di certo non indebolita e decisamente arricchita. Mentre invece stati come l’Italia navigano da anni in forti difficoltà soprattutto con la crescita.
E mentre gli altri si ritrovano da anni con l’acqua alla gola, la Germania crede. Leggete qui sotto.

La crisi dell’Eurozona? Non riguarda la Germania. Per dimostrarlo, parlano i numeri. I cittadini tedeschi sono ricchi oggi come non lo sono stati mai prima: nell’anno di crisi 2011, il patrimonio finanziario privato in Germania ha raggiunto la cifra record di 4.715 miliardi di euro. Rispetto all’anno precedente, ha reso noto oggi Bundesbank, sono 149 miliardi in più, una crescita molto sopra la media. A spingere in alto il valore del patrimonio dei tedeschi, ha spiegato Bundesbank, soprattutto la situazione positiva sul mercato del lavoro. In crescita, in particolare per gli investimenti nel settore edilizio, anche il debito privato, che sale di 21 miliardi a 1.550 miliardi di euro. Nel computo del patrimonio finanziario, ha specificato la banca federale tedesca, è stato tenuto conto di contanti, azioni, conti correnti, di risparmio e crediti vantati nei confronti delle società assicuratrici. Restano fuori dal computo gli immobili. (IS24H) 

Ora, ditemi voi se gli altri stati hanno beneficiato come la Germania dell’Euro… Però lei ora non è disposta ad accettare compromessi perché ha davanti a sé solo i freddi numeri degli attuali bilanci. Ma dimentica tutto quanto è stato e soprattutto i benefici che ne ha goduto in questi anni di Eurofollia.

Austerity e solo austerity

Ma la cosa che più mi inquieta e che per la Germania esiste solo una parola: austerity. E i famosi Eurobond saranno ok solo quando i bilanci di tutti i paesi membri saranno in ordine. Prima non se ne parla di socializzare le perdite.

Ma cara signora Merkel, è da folli non capire che con la semplice austerity si strozza l’economia e non si cresce più, e anzi si costringe lo stato ad andare in depressione, entrando in una spirale che non può che portare ad una situaizone ancora peggiore. Un esempio su tutti è proprio la Grecia, che certo ha le sue colpe, ma che in queste condizioni non può permettersi nulla. Può solo aspettare inerme la fine dei suoi giorni.

La politica dell’austerity. Se è fine a se stessa (se non lo avete ancora capito) è non solo inutile, ma anche dannosa. Ma di tutto questo, a Berlino se ne fregano. Perché tanto loro alla fine, guadagneranno ancora da questa situazione di debolezza dell’Euro. E poi, quando magari saremo sull’orlo del baratro, ecco che viene data la carotina che ti salva e compra un po’ di tempo. Per poi presentare il conto (con il bastone).

A new solution

E allora, dico io, visto che ormai tutti sono contro la Germania e la Germania è contro tutti, perché non scegleire la strada più semplice e fare uscire proprio la Germania dall’Euro? Sarebbe così folle?
Ma statene certi, la Germania NON lo farà mai. E sapete perché? Perchè non gli conviene affatto, perché il nuovo Marco si rivaluterebbe subito di un 30%, perché le sue esportazioni crollerebbero e le banche teotoniche subirebbero delle svalutazioni di bilancio pazzesche.

Forse sarebbe l’ora di fare capire a Berlino che le dittature tedesche sono passate un po’ di moda. E che soprattutto, in passato, hanno avuto sempre degli esiti non certo piacevoli e felici.

PS: ieri sera, il nosto Mario Monti, alla trasmissione “Piazza Pulita”, considerava l’ipotesi Eurobond molto più vicina di quanto si pensasse. E’ nota l’opposizione tedesca alla socializzazione del debito. Ma se mai si arriverà a questo compromesso, sarà un primo passo ad un percorso di cambiamento radicale. Percorso che, come avrete già capito, passa per forza SEMPRE da Berlino.

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DT

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8 commenti Commenta
andrea.mensa
Scritto il 25 Maggio 2012 at 10:02

se le imprese ( coloro che creano la ricchezza) Italiane, Spagnole, ecc…. si devono finanziare con un 5-6% in più rispetto alle tedesche, è ovvio che ne saranno svantaggiate.
se per competere sul mercato globale, tale differenza , ch egrava sul prezzo finito dei prodotti, ben più del costo del lavoro ( unica altra componente “flessibile”) è altrettanto chiaro che esso deve essere inferiore ben più del 5-6%, affinchè i prezzi finali debbano essere concorrenti.
questa situazione, creatasi ed accettata dai precedenti governi dei paesi “periferici” alimentata da illusioni “egualitarie” ci sta portando al disastro della marginalizzazione degli apparati produttivi dei nostri paesi. Ora, se i nostri attuali governanti non fossero solo marionette del sistema bancario, proporrebbero loro, uniti, una creazione di euro B, senza germania e paesi “forti”, tanto da creare un blocco economico non più soggetto ai ricatti tedeschi. Studiamo un piano operativo per creare un euro B, e vediamo , a quel punto cosa fa la grande Germania !!

Scritto il 25 Maggio 2012 at 10:28

Il problema è che manca una classe politica seria e autorevole in tutta Europa, altrimenti basterebbero anche le sole Italia e Spagna per far cambiare idea in 24 ore a Berlino. Purtroppo la Germania continua a fare il bello e cattivo tempo… quanto potrà ancora durare? quante tensioni sociali ci dovranno essere prima che si arrivi a far capire ai tedeschi che non possono distruggere intere nazioni solo perchè a loro “conviene così”? Penso e spero ancora molto poco…

andrea.mensa
Scritto il 25 Maggio 2012 at 10:29

ps. se non ridiamo alle imprese finanziamenti accettabili, il lavoro dovrà essere così penalizzato da rendere sempre meno “mercato” proprio le nostre popolazioni, o almeno quella parte che vive del proprio lavoro

andrea.mensa
Scritto il 25 Maggio 2012 at 10:31

stefaimg@finanza,

“………….. classe politica seria e autorevole…..” o semplicemente non eterodiretta ?

Scritto il 25 Maggio 2012 at 11:20

andrea.mensa@finanza,

Già… seria ed autorevole sarebbe anche chiedere troppo 😉

lampo
Scritto il 25 Maggio 2012 at 13:47

Intanto mentre questi litigano… i mass-media finanziari oltreoceano e oltremanica… continuano nella loro propaganda contro la fiducia degli investitori europei (e non solo).
http://www.cnbc.com/id/47562289
Adesso parlano anche di una fuoriuscita della Spagna e di un ritorno alla peseta.

gainhunter
Scritto il 25 Maggio 2012 at 18:54

Che onore! Grazie Dream 🙂

Hai proprio ragione, la Germania non uscirà dall’euro di sua spontanea volontà, sia perchè non le conviene sia perchè non vuole essere ritenuta responsabile della fine dell’euro e delle sue conseguenze. Ricordiamoci che l’euro e la UE sono stati creati anche per evitare conflitti tra i paesi europei…
Può essere che tenterà di spingere quei pochi altri paesi “virtuosi” (ormai sono sempre meno) a creare un euro A e un euro B. Ma la domanda è: saranno disponibili questi piccoli stati a sottomettersi (di fatto) a quello che sarà lo strapotere della Germania? Ora nell’euro ci sono 4 paesi (Germania, Italia, Francia e Spagna) che hanno dimensioni e potere tali da controbilanciarsi l’un l’altro; ma un euro A con Germania, Olanda(?), Finlandia (e chi poi?)… sarà semplicemente la supremazia tedesca sugli altri, un po’ come l’URSS e i paesi dell’Est di qualche decennio fa.

perplessa
Scritto il 25 Maggio 2012 at 19:55

i fatti dicono che il prolungamento della situazione d’incertezza continua a dare vantaggi alla germania, è importante che i cittadini lo capiscano e traggano le loro conclusioni dai fatti. anch’io penso come in altri commenti che ho letto sopra, che in ultimo è prevedibile si tiri il freno a mano. una distruzione dell’euro non conviene almeno apparentemente nemmeno alla germania che ci sta guadagnando. mi dispiacerebbe che la grecia fosse ancora un agnello sacrificale che permette alla crisi di persistere, mentre i registi, se ci sono, guadagnano. ne va della vita dei cittadini greci, compromessa in maniera estrema. e anche della nostra, anche se meno.

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