La Finanza Ombra oscura i veri problemi
Il week end è stato segnato, oltre che dai Mondiali di calcio e dalle varie sviste arbitrali, anche dal G-20 canadese che, come tutte le volte, parte con le migliori intenzioni di cambiare il mondo per poi non cambiare un piffero.
E come sempre è stato il G-20 delle ovvietà…
(..) Nella bozza si invitano “i paesi con gravi problemi fiscali ad accelerare il ritmo del consolidamento. Quest’ultimo – prosegue – dovrebbe andare di pari passo con una serie di misure atte a riequilibrare la domanda globale, così da garantire che la crescita mondiale prosegua su un cammino di sostenibilità. Sono inoltre necessari ulteriori passi avanti sul piano del risanamento e della riforma fiscale per migliorare la trasparenza e potenziare i bilanci delle nostre istituzioni finanziarie”. (…)La bozza del comunicato finale del G20 non contiene alcun riferimento a una tassa sulle transazioni finanziarie, una misura fortemente sostenuta dalla Merkel. Nulla di fatto anche per la tassa globale sulle banche. Paghino anch’esse la crisi, è in sostanza la posizione che esce dal vertice, ma per farlo esiste un’ampia gamma di approcci politici in tale settore”. (…) (Fonte: Repubblica)
Quindi massima attenzione al deficit, ma nulla che va a cambiare il sistema bancario, le regole, i derivati e quant’altro. E allora tutto come previsto.
Non voglio in questa sede tediarvi più di tanto su queste tematiche, che tanto conosciamo a memoria, ma vorrei porre alla vostra attenzione un altro aspetto che secondo è trascurato.
Giustamente tutti sono in preallarme sui ratio Deficit/PIL e debito pubblico/PIL. Peccato però che alcuni problemi necessitano di molta attenzione. E non devono essere visti coi numeri del “pubblico” ma coi dati del “privato”.
Il caso Spagna
Secondo me calza a pennello in questo ambito prendere come esempio la Spagna. I numeri del paese iberico li conoscete. E io ve li ricordo con questi due grafici.
Spagna: debito pubblico PIL
Spagna deficit PIL
Sicuramente numeri preoccupanti ma per certi versi “controllabili” con un drastico piano fiscale, un mix di tagli, austerity e quant’altro.
Quello che invece deve preoccupare in Spagna, e non solo in Spagna (qui presa ad esempio) è lo stato di salute del debito privato, in particolar modo delle banche.
Qualcuno si sta chiedendo cosa potrebbe accadere in caso di ulteriore deterioramento della qualità del credito bancario? Cosa potrebbe succedere in caso di ulteriore aumento del delinquency rate dei mutui (tasso insolvenza)?
E poi, come più volte detto nelle ultime settimane, cosa accadrà se il sistema bancario subirà una nuova crisi di liquidità? Come faranno le banche dei paesi che oggi sono nell’occhio del ciclone, proprio come gli istituti di credito iberici?
Stress test: ma possiamo fidarci?
La soluzione potrebbe stare in un’attenta e minuziosa analisi degli stessi bilanci bancari, per andare a capire veramente dove stanno i rischi. In tal modo il mercato farebbe delle “scelte” e non andrebbe a danneggiare tutto il sistema ma solo chi effettivamente si trova in difficoltà (poche banche che poti potrebbero essere aiutate dal pubblico). Questo eviterebbe la cosiddetta “crisi del sistema”.
Ma è una cosa fattibile?
Sulla carta si, in quanto esistono i famosi stress test, che dovrebbero aiutare il sistema a capire dove realmente esistono seri rischi di sostenibilità.
Problema: ma sono affidabili gli stress test?
Domanda molto complessa questa… E se devo dirvi la verità, con una risposta ahimè non troppo positiva. Secondo me non troppo.
A mandare in crisi il mondo della finanza è stata proprio quella che il mercato chiama “finanza ombra” ovvero tutto quello che non era così trasparente e visibile al mercato.
E state pur certi che:
1) si farà il possibile per portare i necessari aggiustamenti dell’ultimo minuto (tipo riduzione drastica di derivati e della leva finanziaria) per farsi belli
2) si cercherà di nascondere tutto il marcio
3) la manipolazione contabile regnerà sovrana
4) verranno comunicati solo se saranno stress test positivi, altrimenti si tergiverserà e non si dirà nulla
Alla faccia della trasparenza…
Quindi, secondo me, resta molto difficile oggi dare una vera affidabilità agli stress test. Certo, dovrebbero fornire un certificato di stato della salute delle banche. Ma ci vogliono dati veri e non manipolati, magari con la compiacenza proprio di chi dovrebbe controllare (cose viste già migliaia di volte in passato, o sbaglio?).
Conclusioni
Direi che comincio bene la settimana. Una serie di domande a cui non si riesce a dare delle vere risposte, e una serie di ragionamenti che si focalizzano dove, secondo me, bisogna alzare il livello di guardia, ovvero il sistema bancario.
Sarà come sempre il mercato a dire se i miei timori sono fondati.
STAY TUNED!
DT
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