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La DIETROLOGIA non deve condizionare il nostro futuro
L’arrivo dell’Euro ha contribuito a far lievitare da SUBITO i prezzi dei beni di consumo. Ma questo non deve essere utilizzato per le proiezioni future.
Mi è capitato di leggere un post tratto dalla ben nota testata Huffington Post dove si è parlato di come l’arrivo dell’Euro abbia contribuito a far lievitare i prezzi dei beni di consumo.
Entrare nell’euro è stato un buon affare per gli italiani? Dall’esordio della moneta unica, nel 2012. sono in molti ad avere avuto la percezione di un impoverimento generale della propria condizione economica dovuto alla nuova valuta. Anche per questo nel dibattito elettorale è entrato di prepotenza il tema dell’uscita dall’euro. Ma conti alla mano fare la spesa oggi è davvero molto più caro di tredici anni fa? (…) emergono aumenti oltre il 100%. Ormai gli italiani l’hanno rimosso, ma da un semplice confronto di listini prezzi potremmo verificare come, prima del nuovo conio, un chilo di spaghetti costasse per esempio 1.680 lire, pari a 0,86 euro, mentre oggi per lo stesso bene si spende anche più di un euro e mezzo.
(…) Intere generazioni sono di fatto più povere e senza prospettive anche per scelte che non dipendono dai nostri governi. Economia reale, moneta, decisioni di politica finanziaria, movimenti di capitali sono vasi comunicanti e solo all’apparenza fiumi carsici paralleli. Leggere in tempo i segnali che arrivano da questi fronti serve a capire dove soffierà il vento, su tutti i mercati.
Questo è quanto dice Roberto Sommella, ex vicedirettore di Milano Finanza, nel suo libro “L’euro è di tutti“.
Io non metto assolutamente in dubbio le analisi fatte dal Dott. Sommella, in quanto sono sicuramente accurate e veritiere. Sono dati che tutti noi avevamo ben presente ma che forse non sapevamo conteggiare in modo così preciso. Però questo NON deve essere il manifesto che ci riporterà alla Lira, perché sarebbe un gravissimo errore.
Quando è avvenuta “la grande truffa”? In quale momento si è vista la crescita più vorticosa dei prezzi? All’inizio della vita dell’Euro. Molti negozianti se ne sono anche approfittati ed hanno contribuito ad una delle truffe più incredibili che il risparmiatore abbia mai subito.
Dove voglio arrivare? Semplicemente vorrei invitare TUTTI a fare dei ragionamenti DIVERSI. Ovvero, BASTA Con le dietrologie. Il passato è passato, ci sono stati degli errori madornali con la costituzione dell’Euro, errori gravissimi che paghiamo tutt’ora. Ma nulla potrà portarci indietro, al 1999, alla Vecchia Lira, a quelle condizioni economiche, al nostro passato.
Se anche oggi tornassimo all’Euro, scordatevi in modo ASSOLUTO di poter rivivere una nuova resurrezione economica. Perché lo scenario economico è radicalmente cambiato, come è cambiato il nostro debito, la nostra politica (in peggio), la nostra economia mentre forse NON è cambiato il PIL…
L’invito che faccio a tutti è mettere nel cassetto la DIETROLOGIA e provare a disegnare il futuro, ad immaginarlo con realismo, non solo guardando il passato ma anche capendo come il mondo si sia evoluto, come siano cambiati gli equilibri e quindi, cosa potrebbe succedere DOMANI.
Un invito a tutti di mettere nel cassetto (NON cestinare perché il passato è sempre un’esperienza acquisita importante) le dietrologie e partire con le AVANTOLOGIE, condite con tanto realismo, concretezza, prospettive e buoni propositi. Solo così potremo costruire qualcosa.
STAY TUNED!
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Ma, è evidente che qualche problemino c’è, l’errore secondo il mio punto di vista è stato quello di far decollare la moneta unica ( nel 2001 ) senza avere però delle regole comunitarie uniche, ossia mi spiego meglio con un semplice esempio; immaginate che cosa accadrebbe se si facesse giocare una partita di calcio di alto livello con delle regole limitate, poi oltre ad essere le stesse limitate siano anche poco chiare ed in più senza l’albitro!!
In poche parole è ciò che è accaduto nell’area euro negli ultimi anni, certo che se il nostro debito pubblico fosse stato un quarto di quello attuale qualche problema in meno l’avremmo sicuramente avuto. ciao
Mi piace l’idea dell’Avantologia ma allora è anche inutile continuare a dire che se siamo in questa situazione è colpa dei politici del passato (remoto e prossimo), cosa su cui sono peraltro d’accordo: questa è la realtà di oggi e compito di tutti è di trovare una soluzione ad un problema che è quello di tornare a crescere in maniera consistente ed in tempi brevi perchè altrimenti non ci stupiamo se in due dei tre paesi forti dell’euro poi vincono partiti che ne vogliono uscire. I principi sono belli ma questa crisi dura da più tempo della II guerra mondiale in un’epoca in cui i tempi si valutano a secondi e non a decenni come era un secolo fa, in un paese che è l’unico a non vedere un barlume di riprese e dove l’età media è fra i 40 e i 50 e non si ha quindi un orizzonte temporale che vada oltre qualche anno. Fra l’altro, dietrologicamente parlando anche la scelta dell’euro potrebbe essere uno degli errori epocali compiuti da una classe politica miserrima.
Altra cosa che penso è che sia inutile parlare retoricamente di “un’altra Europa” e di “un’altra gestione dell’Euro” perchè ormai la spaccatura politica ed economica in Europa si è verificata e non si potrà sanare senza forti cambiamenti sui due livelli che non sono al momento ipotizzabili e che se ci saranno, saranno comunque traumatici.
La domanda avantologica allora è: per tornare ad un livello di crescita e di prosperità che sia socialmente accettabile ed in un tempo ragionevole l’Euro aiuta o no? Io penso di no, perchè avere la stessa moneta ci mette in una posizione di debolezza verso la nostra principale economia concorrente che è quella tedesca. Bravi loro ma noi non possiamo crepare di fame per difendere un principio, la politica è l’arte del possibile non del giusto. Se rimaniamo nell’euro è innegabile che uno dei cambiamenti che si dovrebbero fare sarebbe la riduzione del CLUP reale per recuperare produttività e competitività e quindi compressione salariale, minori garanzie, ecc. ergo abbattimento delle aspettative e crisi economica ed austerità per i prossimi anni a venire. Avremo tutti meno unità di una moneta fortissima, ha un senso questo? Potremmo avere qualche aiuto se l’euro si indebolisse perché esportiamo molto anche fuori dall’euro zona, ma anche questa sarebbe una soluzione parziale e comunque condizionata al consenso dei soliti tedeschi.
E’ indubbio che tutti i valori (finanziari, immobiliari, del lavoro) in Italia sono sopravvalutati rispetto alle potenzialità del sistema economico: possiamo scegliere fra un adeguamento reale o uno monetario (con lira e svalutazione) e forse questo è il meno grave per la maggior parte della popolazione. In più non capisco perché dobbiamo svenarci per consentire agli speculatori di lucrare sui differenziali di rendimento fra tassi BCE e tassi di mercato.
Ultimo: nel 1992 l’Italia uscì dallo SME, si svalutò in pochi mesi del 48% rispetto al marco, ci furono 9 anni di crescita (media 1,81%) e di bassa inflazione (media 2,66%), il debito/pil calò di 15 punti nonostante la classe politica che avevamo: perché questa volta sarebbe così diverso? E perché sarebbe molto diverso da quello che stanno facendo da sei anni gli USA? Questo non me lo ha ancora spiegato nessuno.
Poi che questa non sia la soluzione finale sono d’accordo perché il mondo è cambiato e dobbiamo riprogrammarci e riposizionarci ma almeno potremmo farlo con più tempo, maggiore fiducia e con un clima sociale e politico più sereno. Scusate la lunghezza del post.
marco1964@finanza:
Mi piace l’idea dell’Avantologia ma allora è anche inutile continuare a dire che se siamo in questa situazione è colpa dei politici del passato (remoto e prossimo), cosa su cui sono peraltro d’accordo
Infatti l’AVANTOLOGIA deve essere con una nuova cultura del bene comune. Se siamo finiti in queste condizioni, le responsabilità sono state nella malagestione del pubblico INNANZITUTTO:
La domanda avantologica allora è: per tornare ad un livello di crescita e di prosperità che sia socialmente accettabile ed in un tempo ragionevole l’Euro aiuta o no? Io penso di no, perchè avere la stessa moneta ci mette in una posizione di debolezza verso la nostra principale economia concorrente che è quella tedesca. Bravi loro ma noi non possiamo crepare di fame per difendere un principio, la politica è l’arte del possibile non del giusto.
Giusto ragionamento. Certo che per noi NON ha senso questo EURO, ma come ho già scritto (con ovvie critiche) l’alternativa è potenzialmente pericolosissima (ritorno alla Lira).
Unica soluzione: provare a rifare progressivamente l’Unione Europea ed i relativi patti.
Ultimo: nel 1992 l’Italia uscì dallo SME, si svalutò in pochi mesi del 48% rispetto al marco, ci furono 9 anni di crescita (media 1,81%) e di bassa inflazione (media 2,66%), il debito/pil calò di 15 punti nonostante la classe politica che avevamo: perché questa volta sarebbe così diverso? E perché sarebbe molto diverso da quello che stanno facendo da sei anni gli USA? Questo non me lo ha ancora spiegato nessuno.
Poi che questa non sia la soluzione finale sono d’accordo perché il mondo è cambiato e dobbiamo riprogrammarci e riposizionarci ma almeno potremmo farlo con più tempo, maggiore fiducia e con un clima sociale e politico più sereno. Scusate la lunghezza del post.
Ovviamente erano altri tempi. non dimentichiamo mai che il uqadro economico del ns paese nel frattempo è MOLTO cambiato. Un esempio su tutti è il volume del debito.
Paragonarci agli USA è impossibile e lo sai perchè? Te lo spiego con una controdomanda. Secondo te CHI o cosa ci poorterebbe al disastro se torniamo alla Lira? La Germania? No di certo. E’ il MERCATO il nostro grande avversario che ci ridurrebbe in polpette.
Tutte le teorie possono essere valide ma poi è il mercato che giudica ed agisce. E se il mercato di distrugge, poi risalire diventa impossibile (sono stato molto generico, chiedo scusa, ma è argomento talmente vasto…)
Mi associo e mi compimento con Paolo41 !!
Parole Sante !!
Per DT: ”
partire con le AVANTOLOGIE, condite con tanto realismo, concretezza, prospettive e buoni propositi. Solo così potremo costruire qualcosa.”
E con chi? Con il terzo Governo non espressamente indicato dalla volontà popolare, con un Presidente ex vetero-comunista che garantisce una pantomima pseudo-democratica in uno scenario di capitalismo finanziario a senso unico e con la prospettiva di peggioramento?
No grazie. La festa è finita, che abbiano il pudore di capirlo.
Ah, come dici? Che tanto, elezioni o non elezioni, faranno quello che vogliono?
Può essere, ma di sicuro sarà senza il mio applauso e contro la mia resistenza.
draziz@finanza: paolo41, Mi associo e mi compimento con Paolo41 !!Parole Sante !!Per DT: ”partire con le AVANTOLOGIE, condite con tanto realismo, concretezza, prospettive e buoni propositi. Solo così potremo costruire qualcosa.”E con chi? Con il terzo Governo non espressamente indicato dalla volontà popolare, con un Presidente ex vetero-comunista che garantisce una pantomima pseudo-democratica in uno scenario di capitalismo finanziario a senso unico e con la prospettiva di peggioramento?No grazie. La festa è finita, che abbiano il pudore di capirlo.Ah, come dici? Che tanto, elezioni o non elezioni, faranno quello che vogliono?Può essere, ma di sicuro sarà senza il mio applauso e contro la mia resistenza.
Tanto stai sicuro, non aver paura: alla Lira non si torna, questi mica sono scemi e mica mollano così facilmente…
DA SEMPRE MI STO BATTENDO NON PER USCIRE DALL’EURO CHE PER ME SAREBBE LA CATASTROFE, MA PER RISCRIVERE LE REGOLE, RIFARE L’UNIONE EUROPEA E RIPARTIRE CON UN NUOVO PROGETTO. Questa sarebbe la mia avantologia….
Mi spiace ma potete riscrivere le regole quanto volete ma senza un cambiamento radicale della nostra politica, non si va da nessuna parte.
Se per assurdo domani la Germania ci pagasse meta’ debito pubblico, noi staremmo meglio per altri 30 anni….ma fra 30 anni ci ritroveremmo a questo punto.
Ora sono venuti al pettine i nodi fatti in decenni di sprechi, ruberie, errori…non è colpa della Germania. Ok loro si fanno i fatti loro, se ne stanno approfittando e non va bene….ma il problema rimane nei 1000 rivoli di sprechi in cui in questi ultimi 40 anni sono stati bruciati soldi. Siamo cresciuti con una economia a debito, sempre più debito. Tu politico rubi? Bene stampiamo ancora un po’, tu Comune hai amministrato come un bimbo di 2 anni? Bene stampiamo un po’ di soldi e copriamo il buco, tu ospedale xY sei costato 25mln di euro dai 10 preventivati? Bene stampiamo un po’ di soldi a coprire…e via dicendo…
Che il pubblico abbia seri problemi e vada rivoltato come un calzino non lo nega nessuno, ma se l’Italia è in questa situazione per colpa del pubblico e della politica non si spiega perchè la Spagna, che prima della crisi era l’eldorado “grazie a Zapatero” e aveva un debito pubblico minimo, e la Francia, grande modello di welfare, siano messe così male; e ora anche l’Olanda, sorella della Germania, e la rigida Finlandia… era solo questione di tempo: prima si spolpano i più deboli (e corrotti), poi viene la volta degli altri.
La realtà è che una volta tolta la flessibilità del cambio gli squilibri si riversano da un paese all’altro senza il freno del cambio, e ancora peggio se c’è libera circolazione di capitali e di merci e se un paese fa svalutazione interna: il primo che la fa, e ancora di più se è uno dei più forti, organizzati e efficienti, si prende tutto. Con i cambi flessibili il cambio è una protezione, certo non illimitata.
Ora la domanda è: con una classe politica indecente, è meglio restare CON o SENZA l’arma di difesa costituita dal cambio? E se questa classe politica è corrotta, sarà vita facile per i tedeschi, campioni della corruzione internazionale, corrompere i nostri rappresentanti per fare i loro interessi.
Una volta ero anch’io eurexit-scettico (anche perchè ero meno informato), ma dopo la devastazione della domanda e della produzione io non vedo altre vie d’uscita.
Avantologia:
1. cambiare le regole europee e ripulire lo stato
2. uscire unilateralmente dall’euro
3. terminare l’euro in sede europea in modo coordinato e programmato
4. trovare soluzioni alternative per reintrodurre cambi flessibili all’interno dell’UEM
Alla 1 dò probabilità di successo molto limitata
La 2 ha sicuramente dei rischi, molto meno la 3 (che è quello su cui puntano in realtà gli euroscettici alle elezioni europee).
La 4 non so se è fattibile (penso a un sistema di tassazione variabile delle merci esportate da uno stato membro verso gli altri paesi dell’UEM in funzione delle eccedenze di esportazioni dell’anno precedente), ma secondo me è la prima opzione che dovranno studiare al parlamento europeo in caso di prevalenza degli euroscettici.
Mi stupisco che non si cerchino soluzioni del tipo 4, si parli poco dell’opzione 3 e si continui a discutere solo dei rischi dell’opzione 2.
scusatemi ma non potrà mai esistere un’europa unita come molti la intendono.
non abbiamo una cultura comune, non abbiamo politiche comuni, non abbiamo storie comuni ma soprattutto NON ABBIAMO UNA LINGUA IN COMUNE e questo è il vero ed insormontabile ostacolo che farà cadere questa utopia.
tutto il resto non conta.
DT, forse non ti è ben chiaro “cosa è” questa europa e il fatto che “non è” riformabile.
E’ leuropa dei golpe veri contro i popoli europei e noi ne sappiamo qualcosa.
E’ così di progetto.
L’uscita dall’euro è comunque inutile senza demolire il sistema di poteri che sa alla radice della cosiddetta europa e che ne ha motivato la costruzione a tavolino.
Vabbé, visti i risultati elettorali, avevano ragione gli analisti US. E’ un dato di fatto.
Il popolo italiano per la parte che ha votato che comunque sono molti, ha ormai una prospettiva molto probabile di marginalità e degrado, si sono votati un manichino e un partito che ha fatto sua la strategia neocon.
Il gioco è tutto in mano agli altri popoli europei e non.
Capitolo chiuso quello italiano.
Per quanto mi riguarda non ha più nemmeno senso discuterne.
non so se hai notato che il sottoscritto si è tenuto volutamente fuori dal fare commenti ai tuoi frequenti post a favore dell’euro. Sono stato fra i primi in questo blog e in alcuni altri blog a prendere posizione contro l’euro ma innanzitutto contro l’egemonia tedesca che tramite l’euro ha soffocato e continua a soffocare le economie di parecchi paesi dell’EU.
Posso anche accettare di rimanere europeista, ma non in questa Europa e non con le regole attuali.
Aggiungo, come ho sempre sottolineato, che i nostri problemi, riferendomi all’Italia, non sono stati creati solo dall’euro e dalla politica gestionale imposta dalla Germania, ma risultano dalla somma di altri importanti fattori, in primis la globalizzazione e la scarsa visione e professionalità della casta politica italiana.
Detto questo torno a rintanarmi nel mio pensiero per evitare di fare inutile propaganda su una posizione o sull’altra.