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La ciambella di salvataggio
La notizia non va di certo a stravolgere tutti i ragionamenti fatti in passato, anche perchè non è la prima volta che avviene una situazione del genere. La cosa che sicuramente sorprende è il fatto che una grande banca, la più grande della Svizzera, accetta l’ingresso di capitali stranieri “particolari” a sostegno della crisi che la sta costringendo continuamente ad aumentare le svalutazioni a bilancio.
UBS nell’occhio del ciclone
Una decina di giorni fa vi ho parlato dell’ingresso del fondo di Abu Dhabi in Citigroup. Ieri la più grande banca svizzera, l’UBS, ha ceduto alle lusinghe e….ai soldi di un altro fondo orientale, questa volta Made in Singapore, fondo che ha sottoscritto un prestito convertibile in azioni che si trasformerà in azioni e metterà in mano al fondo, circa il 9% del capitale sociale di UBS.
C’è poco da fare. La situazione che stiamo vivendo è straordinaria e rivoluzionaria. Straordinaria perché non era mai successo nulla di simile, rivoluzionaria perché dà un enorme potere ad un’area geografica che, diciamoci la verità, fino a qualche anno fa era sfruttata e poco considerata.
Il fatto è che mai come ora fanno comodo i soldi accumulati dalle nuove economie. In primis dall’Asia, che con i petrodollari e i surplus commerciali, grazie alla crescita esponenziale di economie come quella di Cina, India, Corea, dispone di cifre immani che cresceranno ancora, e poi l’Est Europa, con la Russia che grazie alle materie prime ha fatto soldi a palate. Soldi che prima o poi investirà.
Nuovi ricchi alla riscossa
Mi pongo a questo punto una domanda: se non ci fossero i capitali di queste nuove economie, che fine avrebbero fatto le grosse banche americane e svizzere? Inizio a pensare che senza di loro, la crisi sarebbe stata di certo peggiore. Anzi, probabilmente grazie a loro la crisi sarà MENO grave del previsto.
Con questo non voglio dire che il pallino del potere economico mondiale passi direttamente ai “Nuovi Ricchi” (vedi il post dedicato nell’area V.I.P.), ma di certo la loro importanza nel panorama macroeconomico sarà sempre più grande. E magari saranno proprio loro a far resuscitare un’economia che, senza di essi, sarebbe già in recessione e ci rimarrebbe per chissà quanto tempo.
Con questo, al momento, non cambio idea. Mantengo il mio moderato pessimismo. Ma di certo, inizio a vedere qualcuno che ha i mezzi, la forza e…i soldi per lanciare una ciambella di salvataggio ad un’economia stanca e in forte rallentamento.