ITALIA e il nostro futuro: come Don Chisciotte contro i mulini a vento

Scritto il alle 07:32 da Danilo DT

Abbiamo spesso ragionato su uno dei problemi che affliggono il nostro Bel Paese, ovvero il debito.
Il grafico in apertura è ovviamente una fotografia non propriamente aggiornata della situazione ma rende l’idea sul fatto che noi, con Giappone e Grecia, condividiamo il podio di cui non dobbiamo proprio esserne orgogliosi, quello dei paesi con il più alto rapporto debito/PIL.
E fino a qui non vi ho sicuramente detto nulla di nuovo.
Abbiamo ragionato su come ne possiamo uscire, sul Recovery fund, sulla possibile patrimoniale, e su quante siano le criticità sistemiche e burocratiche che ci inchiodano.
Ma purtroppo, in uno scenario che già di per se è drammatico, c’è ancora un tassello che vi prego di non dimenticare.
Ne ho parlato in QUESTI POST , e come potrete vedere in tempi non sospetti già ne parlavamo. Ma è il caso di riprendere in considerazione l’argomento.
E lo voglio fare con una provocazione.

Il debito è lievitato, la crescita economica è collassata. Ma CHI pagherà questo debito?
Si, perché c’è un problema che va oltre all’economia, ai cicli di mercato, al Recovery Fund e alla burocrazia. E’ la demografia.

Questa è la piramide demografica dell’Eurozona. Come vedete a livello prospettico sta cambiando in modo radicale la sua conformazione.
E se per l’Europa il problema è forte, per l’Italia, un paese al collasso anche a livello di welfare, la questione è ancora più grave. Senza dimenticare appunto che il tasso di natalità del Bel Paese è ai minimi globali.

Ve la devo mettere in termini molto pratici? Stiamo vivendo in un contesto storico unico dove c’è una palese bolla voluta per calmierare gli effetti di una crisi che NON è la classica crisi generata da cicli economici ma è più paragonabile a quello che è uno stop generato da un evento imponderabile. Il termine “Cigno Nero” mi sembra il più appropriato. Fino ad oggi l’ho chiamato “cigno grigio” ma può sempre scurirsi col tempo.
E questa bolla ha generato molto debito, compresi molti prestiti garantiti dallo Stato che non verranno mai ripagati.

Tralasciamo anche le problematiche sul lavoro (quando finiranno i sussidi pubblici, come la mettiamo con la disoccupazione?) ma andiamo a vedere quello che voleva essere l’oggetto del post.

Mi risulta che i prestiti con garanzie pubbliche, erogati dal sistema bancario, sono pari a circa 150 miliardi. Noi da subito abbiamo parlato dei rischi che questa esposizione “singolare” comportava e adesso la Banca d’Italia inizia a preoccuparsi seriamente.
Facciamo un ragionamento di tipo statistico, basandoci sul passato.

(…) In genere il 10% dei prestiti in situazioni normali scivola tra le voci delle sofferenze bancarie e finisce bene presto dritto nel grande cesto dei non performing loans (NPL). Nel caso dei guasti della pandemia quel 10% è destinato a crescere molto (per ora nessuno azzarda percentuali, ma molti concordano nell’immaginare almeno il doppio).
Dunque un ammanco potenziale di una trentina di miliardi. Che toccherà allo Stato garante assicurare alle banche.(…)

..le quali banche, ovviamente hanno in mano la garanzia statale ma non sarà semplice non mettere preventivamente in qualche posta di bilancio dei crediti che al momento non sono esigibili.
E poi, quando si troverà una quadra apparente, resterà pur sempre un fardello di debito “monstre” che dovrà essere rimborsato. Ma da chi? Dall’Italia, ovvio, e chi è l’Italia? Siamo noi, gli italiani. Un popolo che, come detto in apertura, ha problemi demografici notevoli.

(…) Il fatto che l’Italia sia il Paese dove gli abitanti diminuiscono e i nuovi nati sono ormai sotto la soglia di sopravvivenza a 400mila unità aggrava il quadro. I bambini che mancano oggi saranno i lavoratori che mancheranno tra 20 anni. E saranno anche i contributi previdenziali che mancheranno al sistema già sotto forte stress. Nel frattempo sono almeno 3 milioni i lavoratori in nero fuori dai radar della statistica e quasi altrettanti sono i giovani sfiduciati che non cercano un impiego e non studiano. (…) [Source

Fate un ragionamento in prospettiva, anche solo a livello di contributi NON versati che quindi NON potranno garantire la sussistenza del welfare pubblico. Fate un pensiero su chi dovrà essere l’imprenditore di domani, che dovrà alimentare il PIL e l’economia. Che non ci sarà perché c’è il collasso delle nascite. Meno imprese, meno PIL, meno entrate fiscali, il tutto con una popolazione sempre più vecchia e tantissimo debito da rimborsare.
Non male a livello prospettico, ma qui andiamo oltre a quello che è la “banale” riforma di cui spesso si parla. Mi sembra di vedere Don Chisciotte contro i mulini a vento.

STAY TUNED!

Danilo DT

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2 commenti Commenta
Scritto il 17 Dicembre 2020 at 09:57

Hahahahahah! Anche questo blog ha i suoi haters!
Peccato perchè anzichè accanirsi, sarebbe bello confrontarsi. Non sarebbe di certo più costruttivo per tutti? La mia è una proposta poi per carità, ognuno è libero di fare ciò che ritiene. Un caro saluto a tutti (anche agli haters!) 😀

rnitti
Scritto il 17 Dicembre 2020 at 10:20

Ma come, non saranno le nuove “risorse” a pagare le nostre pensioni?? Scherzi a parte, mi piacerebbe sapere se l’autore del post ha letto “La societa’ signorile di massa2 di Luca Ricolfi e se ne condivide la visione. A me sembra una valutazione molto centrata della nostra situazione e del nostro futuro ma sarei interessato a conoscere il parere di chi ha maggiori competenze finanziarie. Grazie.

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