ISM: UN VERO ANTICIPATORE
Quante volte avrete sentito o letto di questo indicatore anticipatore. Quante volte avrete sentito: Borse in gran spolvero grazie ad un ISM manifatturiero migliore delle attese”, o viceversa “Ism sotto le attese, borse in declino”.
Innanzitutto la definizione: E’ un rapporto di ricerca che riguarda il settore manifatturiero a livello nazionale, ed è basato su un’indagine svolta tra i dirigenti degli acquisti di circa 400 aziende industriali. Tra gli indicatori presentati, quello più seguito è il Purchasing Managers’ Index (PMI): è considerato una misura affidabile del ciclo economico degli Stati Uniti.
Tra i vari indicatori disponibili sul mercato è in assoluto uno dei più importanti. E’ un rapporto mensile ed è il rapporto più importante per il settore manifatturiero statunitense, in quanto è a carattere nazionale ed è molto affidabile. I mercati finanziari reagiscono soprattutto ai cambiamenti inattesi dell’indice. Tra le varie componenti, viene particolarmente osservata quella sui prezzi pagati, in quanto risulta un buon indicatore delle pressioni inflazionistiche. Rilevante anche la componente dei nuovi ordini in quanto sinonimo di crescita/rallentamento dell’economia nell’immediato. Il PMI (Purchasing Managers’ Index), ossia il principale indicatore dell’indice ISM manifatturiero, viene calcolato in punti percentuali come media ponderata di 5 sottoindici: nuovi ordini (30%), produzione (25%), occupazione (20%), spedizioni (15%) e scorte di magazzino (10%). Un livello di quest’ultimo indicatore inferiore a 50 segnala una contrazione dell’economia manifatturiera mentre un livello superiore indica una crescita.
Ed ecco quindi spiegato il motivo per cui spesso si parla di quota 50 come la linea “Maginot” tra crescita e recessione.
Quindi oggi…è recessione
Ovviamente oltre all’ISM manifatturiero c’è anche quello Non Manifatturiero (ovvero dei servizi), non meno importante ma che storicamente è sempre andato a braccetto con il cugino Manifatturiero.
Guardate qui il grafico. L’ISM è sempre stato un interessante indicatore per poter verificare lo stato di salute dell’economia. Ed ha sempre anticipato i movimenti di mercato in modo affidabile. Questo grafico meriterebbe un’approfondita analisi anche per comprendere i vari comportamenti “anomali”. In liena di massima però (per farla breve) credo di poter dire che fino a quando l’ISM stazionerà sotto i 50 punti, difficilmente potremo dire che la situazione sarà migliorata a livello produttivo.