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INTERMARKET: Materie prime al collasso. E Dollaro USA sempre più forte (con la benedizione della deflazione)
Dimentichiamoci per un attimo l’economia di “plastica”, quella che concerne il mondo artificioso della finanza, pilotato dalla politica monetaria estremamente espansiva, e guardiamo il concreto, l’economia reale.
Un elemento da monitorare con attenzione in questo ambito è sempre l’andamento delle materie prime in quanto, dal loro andamento, si capisce la forza dell’economia.
Andando a vedere l’andamento delle commodity, qualche dubbio deve venirci. Questo è il grafico dell’andamento di ferro, petrolio (Brent) oltre che l’indice composto di tutte le materie prime.
Gli analisti continuano però ad essere negativi sul settore. La ripresa in Europa è lenta mentre come detto in passati post, la Cina non dovrebbe centrare i target di crescita previsti (anche se i numeri raggiunti saranno di tutto rispetto). Inoltre le scorte di petrolio sono aumentate e il consumo dello stesso è sceso crescuito meno del previsto, mentre la produzione di soft commodity è ovunque da record.
Insomma, troppe materie prime, prezzi in discesa libera anche a causa della mancanza di domanda.
Rapporto tra Materie Prime e Dollaro USA
Ma il fatto di avere commodity così a buon mercato, diventa importante per il mondo forex? Assolutamente si. Infatti in ambito INTERMARKET, c’è da sempre una correlazione inversa tra commodity e Dollaro Usa. Il motivo è semplice.
Le commodity sono quotate in USD. Se la valuta USA si deprezza, a un paese importatore serviranno più dollari per comprare la stessa quantità di materie prime e dunque i prezzi delle stesse saliranno. Viceversa (come oggi) con commodity che crollano avremo un dollaro più tonico. I rapporti tra l’andamento dei prezzi delle commodity e l’andamento del dollaro sono, però, influenzati da un’ampia gamma di fattori (dalle politiche commerciali dei vari paesi alle politiche monetarie delle singole banche centrali), quindi un legame troppo stretto fra dollaro USA e commodity sarà sempre da ponderare con attenzione. Intanto però vi lascio questo grafico “da meditazione”. E’ il Dollar Index confrontato con l’indice delle commodity. Direi che la correlazione inversa è nettissima.
Grafico Dollar Index vs Commodity
Un’ultima nota. Commodity in discesa sono amiche della deflazione. Ed ecco che per l’Eurozona, il quadro quadra.
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I consumi mondiali invece dovrebbero cambiare poco rispetto alle valutazioni precedenti: l’Eia parla di 91,55 mbg per il 2014 e di 92,89 mbg per l’anno prossimo dalle attuali 91 mbg
Hai perfettamente ragione, intendevo dire proprio questo. Chiddo venia
‘Un’ultima nota. Commodity in discesa sono amiche della deflazione. Ed ecco che per l’Eurozona, il quadro quadra.’
quaglia ancora di piu’ per gli Usa…..loro sempre dollari usano…e chiaramente per la China dove oltretutto (cambio con $ praticamente invariato da un anno) i prezzi alla produzione stanno scendendo da oltre 30 mesi….
scrivi …
Le commodity sono quotate in USD. Se la valuta USA si deprezza, a un paese importatore serviranno più dollari per comprare la stessa quantità di materie prime e dunque i prezzi delle stesse saliranno.
Se la valuta Usa si deprezza servirà la stessa quantità di dollari e non di più , perchè se il petrolio quota 95 dollari al barile, sempre 95 dollari dovrà tirare fuori il paese importatore, ma se il biglietto verde si deprezza, il paese importatore ne avrà un vantaggio perchè con la sua moneta potrà comprare più dollari . e quindi comprerà la stessa quantità di materie prime e gli avanzerà anche qualcosa ….
o almeno a me pare che sia così e che forse volevi dire qualcos’altro …
Ciao Dream, dici ” Commodity in discesa sono amiche della deflazione. Ed ecco che per l’Eurozona, il quadro quadra.”ma le commodity in discesa non influenzano negativamente anche il PIL ( inteso a livello globale)? C’è un termine economico che includa deflazione+recessione? Grazie. Qui non sono riuscito a trovare la risposta http://intermarketandmore.finanza.com/macroeconomia-felicita-a-momenti-futuro-incerto-3071.html
kry@finanza,
Lo vedo anch’io sai …. però mi ero limitato a commentare una frase che forse Dream voleva scrivere in modo diverso . Se il prezzo del petrolio è di 95 dollari il paese importatore avrà uno svantaggio con il dollaro che si apprezza come oggi o .. viceversa . Poi c’è la correlazione CRB – USD che spessissimo funziona, ma anche quella a volte salta e non oper un giorno ..
Credo manchi un pezzo nel ragionamento di DT che espresso cosi sembra effettivamente sbagliato mentre in realta’ non lo e’, almeno non del tutto…l’assunto di base e’ che le materie prime sono negoziate in USD, ma il paese produttore non e’ sempre USA… quindi per esempio se un paese con valuta X produce un bene che commercia in USD e tail $ si deprezza, per avere lo stesso ricavo dovra’ aumentarne il prezzo, o in alternativa svalutare la propria valuta X a favore del dollaro USD per ricavare a parita’ di prezzo lo stesso valore della valuta X…il fatto e’ che sono tutti fattori concomitanti ( a cui si deve aggiungere la richiesta del mercato di quel bene) e andrebbero analizzatio singolarmente…rimane tuttavia valida una relazione di fondo inversa tra $ e Commodity, anche se secondo me sono piu’ le commodities a influenzare i vari cambi col $ che il contrario…inoltre e’ utile ricordare che il Dollar Index e’ un indicatore AGGREGATO, quindi bello per la sintesi ma perdi una marea di info che poi ti devi ricavare se vuoi andare nello specifico…Vito il tuo ragionamento, giusto (il post scritto cosi traeva in inganno) e’ valido se parliamo di un paese che vende in $ e che abbia come valuta il $ o se consideriamo il lato del paese importatore che beneficia e basta da una svalutazione della valuta in cui paga il bene se l’esposrtatore ha valuta $…
Eccomi, scusate ma sono giorni in cui sono molto incasinato.
Ovviamente il ragionamento di overshooting è corretto.
Capite anche voi che certi ragionamenti li devo dare per scontati sennò ogni post diventa di lungheza biblica
solo una precisazione: il consumo d petrolio, non cala, semmai cresce meno rispetto alle previsioni, ma come ben sappiamo le previsioni sono cose da cartomante…
La EIA ha previsto per il 2014 una crescita dei consumi di perolio sull’ordine del 1/2%