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Il Tao dell’investimento: 10 regole
Mi è successo spesso in passato di leggere tra i commenti dei lettori la frase “da stampare e da appiccicare al frigo”, soprattutto quando si ribadivano dei concetti “fondamentali”, soprattutto di finanza comportamentale.
Come ben sapete, la mia visione del mercato non è certo delle più entusiasmanti e positive, non tanto per il breve periodo, dove tutto è possibile e tutto può succedere, grazie alla “mano invisibile” e alla benzina governativa e delle banche centrali, ma soprattutto per il medio lungo periodo. (Vedi il post di ieri).
Quindi, riagganciandomi alle email di molti miei amici lettori che mi chiedevano lumi in merito, vediamo di ribadire un concetto importantissimo in questa fase di profonda difficoltà macroeconomica: qual è l’approccio giusto all’investimento? O se preferite, come ci si deve comportare quando si vuole investire?
Su questa tematica tanto importante come delicata, ho avuto occasione di leggere un report di James Montier, noto “catastrofista” di Société Générale, che in questa sede ricorderemo non per essere un corvaccio macroeconomista, bensì un eccellente dispensatore di consigli. Spiegherò dunque, in massima sintesi, l’approccio giusto all’investimento (che condivido) di James Montier. Un decalogo che ogni investitore dovrebbe tenere in considerazione, soprattutto in questa fase dove, probabilmente, non tutto brilla di luce propria e non tutto è così trasparente.
Piccola nota: questo decalogo non è nato in questi giorni ma è stato pubblicato a febbraio 2009, quando il mercato si stava avvicinando ai suoi minimi. Però , sottolineo, il decalogo in questione resta assolutamente valido e.. “da stampare ed appiccicare la frigo”.
Tao of investing: il decalogo dell’investitore
Regola 1 – Value value value
Scegliere sempre un investimento di tipo value. Il rischio di strapagare
viene ridotto di molto e si evitano le “storie” che già scontano forte
crescita.
Regola 2 – Siate contrarian
Vecchia logica: bisognerebbe mai disdegnare un comportamento totalmente opposto a quello tenuto dalla massa
Regola 3 – Siate pazienti
E’ parte integrante dell’investitore value, che quindi punta sul valore e
meno sulla speculazione. Il tempo darà ragione.
Regola 4 – Mancanza di costrizioni
Il portafoglio non deve avere vincoli temporali o di altro tipo. Si deve avere la disponibilità della cifra e la libertà, se è il caso , di stravolgere il tutto all’occorrenza.
Regola 5 – Non prevedere troppo
Siamo viziati da un’eccessiva volontà di prevedere il futuro, perdendo la concezione e la percezione della realtà e di quanto potrebbe accadere. Il valore è sempre valore (value).
Regola 6 – Cicli economici
E’ difficile e forse poco utile prevedere troppo, ma di certo può preparare a disegnare scenari e correlazioni. La consapevolezza di cicli economici, dei cicli del credito, del sentiment aiuta nel fare gli investimenti.
Regola 7 – Cicli Storici
La frase “questa volta è differente” può portare a macroscopici errori. E se in passato certi cicli si sono ripetuti, non si vede perché anche stavolta non dovrebbe accadere.
Regola 8 – Essere scettici
Cercare di sviluppare un pensiero critico di quanto sta accadendo, e sapere mettersi in discussione. Dare troppo per scontato può essere pericoloso.
Regola 9 – Essere top-down e bottom-up
Meglio essere top-down oppure bottom-up? Nessuno può dire con certezza quale strategia sia la migliore. Per fare le cose per bene, meglio essere entrambi.
Top-down: Descrizione di uno stile di gestione in cui il gestore è inizialmente influenzato da considerazioni di macroeconomia, assegnazioni d’attivo e di settore prima di selezionare i singoli investimenti.
Bottom-up: Un approccio di investimento che minimizza l’importanza dei cicli economici e di mercato. Questo approccio si concentra sull’analisi dei singoli titoli. Negli investimenti con un approccio bottom-up l’investitore infatti concentra la propria attenzione su una società specifica anziché sul settore in cui la società opera o sull’economia nel suo complesso, contrariamente all’approccio “top down”.
Regola 10 – Cura i soldi del tuo cliente come se fossero stati tuoi
Questa regola è indirizzata, più che al risparmiatore, al gestore o comunque a chi si occupa dei soldi altrui. E le statistiche mi dicono che sono molti i consulenti ed i promotori finanziari che ci leggono (necessità di finanza indipendente? Ben felice di avervi tra i lettori!) Una buona consulenza si fa nel momento in cui ci si rende conto che l’investimento proposto potrebbe essere ideale anche per il proprio portafoglio. Alla faccia del budget e del premio di produzione. E vi garantisco che (ne so qualcosa) alla fine questo atteggiamento chiaro e trasparente paga.
Conclusioni
Spero vi abbia fatto piacere leggere questo vademecum. Credo che chiunque, cliente o risparmiatore, gestore o promotore, appassionato o trader, non si rovinerà la reputazione leggendo queste regole e mettendole in pratica. Anzi, probabilmente farà un bel passo avanti verso una consulenza realmente indipendente e di qualità. E il risparmiatore, finalmente, capirà che investire in modo oculato e remunerativo non è solo questione di casualità e fortuna. Ma di strategia.
STAY TUNED!
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