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Il “PIANO” di “salvataggio” greco

Scritto il alle 18:33 da mattacchiuz

Se l'unica cosa che vedete qui è KKE, avete capito male

Poi no, il mattacchione sono io…

Anche in questo caso cercherò di evitare i commenti, passando subito a illustravi le implicazioni che il “piano” di salvataggio avrà sull’economia e sulle finanze greche.

Ovviamente una simile teoria di effetti trova inevitabilmente ancora unica collocazione nella sregolata ( nel senso di geniale ) mente di chi l’ha prodotta. Per ora questa grazie a Dio finita ( nel senso che non è infinita ) serie di previsioni, speranze, opinioni può solo essere immaginata, mentre sempre e solo Dio sa quale siano state le inopinabili ipotesi che hanno dato origine alla serie di conti che sto per mostravi.

Le fonti dei numeri, dei dati, delle speranze e delle fantasie sono:

Per più che comprensibili ragioni di tempo non posso tradurvi tutto l’ambaradan che il ministro delle finanze greco – anzi, quello prima – ha partorito per tenere in piedi la baracca ( o forse dovrei dire non far affondare la carretta ) ma cercherò di riportarvi quelli che sono i grafici e i dati previsionali più significativi in maniera da dare un’idea di quanto sia titanico lo sforzo, per ora solo immaginato, del governo greco. E soprattutto per almeno provare a dedurre se un tale piano può avere un qualche risvolto concreto nel bastardissimo mondo della fisica reale.

Dove si vuole arrivare.

Questo è sicuramente il miglior punto da cui partire: dove si vuole arrivare. Non cosa posso fare: siamo mica fisici noi!

Davvero ambizioso il “piano” greco. Attenti che i numeri in miliardi di euro sono in euro correnti, mentre le percentuali sono espresse in termini reali, tanto per rendere le cose più chiare… .

Se volete potete leggervi tutti i numeri, ma io personalmente ne sottolineerò solo alcuni:

Consumi personali.Visti in crescita su base reale solo dopo il 2013, anno nel quale dovrebbe secondo il governo greco esserci l’inversione di tendenza. Un po’ come negli USA, anche in Grecia la disoccupazione ( poi vedremo anche quella ) non pare influenzare in modo diretto i consumi. A quanto pare nemmeno il pesantissimo taglio ad ogni ammortizzatore sociale possibile o a praticamente tutti servizi pubblici del paese ellenico sembrerebbe imporre una qualche misura di austerità anche ai consumi personali.

– Di pari passo con i consumi personali, ci sono ovviamente gli investimenti. Pure loro in crescita reale solo nel 2013, il piano quinquennale prevede investimenti per oltre 150 miliardi di euro nei prossimi cinque anni

– Stabile invece il fabbisogno governativo, fissato attorno ai 36 e rotti miliardi di euro l’anno.

Export + 40%!! Tanto per mettere in prospettiva i buonissimi migliorante registrati nel primo trimestre del 2011 ( in realtà solo a marzo, un booooom! ) nell’export di beni e capire fino a che punto possa crescere l’export greco, conviene dare  un’occhiata al grafico di medio periodo che per ragioni di impaginazione sta poco sotto. Purtroppo i dati della BC greca sono aggiornati a marzo, ma da quanto ho capito leggendo qua e la buona parte degli incrementi archiviati ultimamente sono dovuti all’export di petrolio. Purtroppo non sono riuscito a scovare dati ufficiali, tuttavia almeno a titolo indicativo vi sottopongo delle analisi quantitative che ho trovato in rete. Nel primo quadrimestre del 2011, si sarebbe registrato un incremento dell’export di carburanti del 278%, di prodotti industriali dell’11.9%, di prodotti agricoli del 9% e di prodotti classificati del 100.7% ( ci saranno mica di mezzo i sommergibili turchi e il nuovo ministro delle finanze dalle vecchie abitudini ? ). Decresce invece l’export di materie grezze del 7.4%, di bevande e tabacco del 17.7% di prodotti chimici dell’11.1% e di altri prodotti industriali del 7.5%. Dati da confrontare con quelli del medesimo periodo dell’anno precedente.
Tali fluttuazioni hanno come effetto quello di alterare il rapporto percentuale che l’export degli vari settori occupa rispetto al totale: il settore primario cala dal 25.1% al 20.8%, le materie prime dal 6.7% al 4.7%, i prodotti industriali dal 58.3% al 49.7%. L’export di carburanti sale dal 7.2% al 20.7%. Le ragioni di un simile rimescolamento mi sono completamente sconosciute, forse il Giappone forse il matrimonio della sorella di Pippa…
Tornando brevemente al grafico, c’è poco da dire se non che la Grecia campa sul turismo!

– Il PIL cresce praticamente un botto a partire dal 2013, anche se in termini reali, come potete vedere anche dal deflatore, la crescita è ben più contenuta. Supponendo che sia valido il dato del 2011, in quattro anni si prevede un incremento del PIL del 10% in termini nominali.

– Non acquistate petrolio e invece strangolate l’euro/dollaro, che il governo greco ha deciso che rispettivamente il loro valore sarà 100 dollari al barile e 1.4 dal 2013 al 2015.

– Dal punto di vista dell’occupazione, rispetto al 2010 ci saranno 54 mila impiegati in meno, mentre il numero complessivo dei fortunati che ancora avranno un lavoro sarà il 40.3% di tutta la popolazione greca.
Foriero di sempre più verosimili speranze è invece il numero di disoccupati, che dovrebbe incrementare di quasi 100 mila unità entro i prossimi cinque anni, toccando il poco confortante picco a quasi 800 mila. Vivranno, come il loro governo, di speranza.

Questo è ciò che il governo greco vuole ottenere in cinque anni e in base a questo sono state aperte le trattative per convincere ( … ma serve davvero convincere qualcuno che VUOLE e DEVE salvarti a tutti i costi ) i FRANCO-TEDESCHI a sganciare i soldi degli ALTRI stati europei. Dico ciò perché è evidente che nonostante la loro porzione di aiuti sia comunque consistente, sarebbero quelli a guadagnarci di più: ci mettono 10 e ricavano 7 o 8, mentre ad esempio, altri ci mettono 10 e ricavano 2…! Senza contare che praticamente i soldi regalati in tutti questi anni sono per lo più serviti a comprare dai produttori centro-europei… . PONZI!

In estrema sintesi, si vuole arrivare a questo:

Ora si pone in non trascurabile problema di come fare.

Come arrivare dove si vuole arrivare?

La risposta è semplicissssssima: taglia un botto e sparale grossissima. E continua a sperare che tutto vada per il meglio, ripetilo, “tutto andrà per il meglio, tutto andrà per il meglio, tutto andrà per il meglio… etc etc etc!”.

I burocrati greci hanno individuato la cura al problema greco in pochi essenziali punti:

  • Razionalizzazione del settore pubblico e degli stipendi.
    Riduzione della forza lavoro pubblica di 150 mila unità tra il 2011 e il 2015 ( più del 20% del totale… BUONA FORTUNA!  ); estensione della settimana lavorativa; riduzione della burocrazia; introduzione del part time, trasferimento dell’eccesso di impiegati ad una “riserva di lavoro”. Ora… a parte il 20% di tagli sul totale di impiegati in 4 anni scarsi, ma che caxxuz vuol dire trasferimento dell’eccesso di impiegati ad una riserva di lavoro?
  • Ridimensionamento del settore pubblico.
    verranno chiuse aziende statali, fatte fondere con altre, svuotate altre ancora. Riduzione dei sussidi e delle spese operative; riduzione dei costi sul personale; vendita delle attività “non-core” ( poi vedremo bene quali sono le attività non-core… ) e di asset vari ( il PARTENONE, RODI e AMORGOS ); riduzione delle spese per la difesa ( saranno contenti i tedeschi… ); riduzione nelle spese per gli investimenti pubblici.
    Ma c’è pure qualcosa che aumenterà: le tariffe.
    Aspettate, aspettate… miglioreranno le performance fiscali nei governi locali con regole che congeleranno le entrate assegnate dal governo centrale ai livelli del 2011 ( praticamente si congelano gli stipendi al 2011, APPERò!!! )
  • Controllo dei costi della sanità e delle spese farmaceutiche.
    Razionalizzazione dei costi della sanità pubblica grazie alla creazione di un sistema centrale di e-procurement ( approvvigionamento elettronico… ) per gli ospedali; razionalizzazione delle spese mediche per i trattamenti sanitari e riduzione dei servizi forniti ai non assicurati;
    razionalizzazione delle spese farmaceutiche attraverso standard per stabilizzare i prezzi pagati per i farmaci dai fondi sociali per la sanità ( saranno contenti sempre i tedeschi, ma anche gli americani… ); istituzione di un sistema di prescrizione on line.
  • Razionalizzazione dei programmi di assistenza sociali.
    Miglioramento nelle verifiche di accertamento per entrare nei programmi di assistenza; regolamentazione delle dimensioni e congelamento fino al 2015 delle pensioni integrative; potenziamento dei dispositivi antifrode; tagli ai pagamenti forfettari sulle pensioni; riforma delle pensioni di disabilità; riesame delle prestazioni sociali in denaro e abolizione delle meno efficienti; verifica dell’eleggibilità per ricevere il sussidio di cassa integrazione; razionalizzazione delle sovvenzioni per i programmi occupazionali.
    Insomma, tutta roba che uno stato dovrebbe già fare da moh e che, badate bene, alla fine dovrebbe far risparmiare neanche il 2% rispetto al PIL in 5 anni!! Cioè, la più grande riforma nel settore pensionistico e sociale farà guadagnare neanche 5 miliardi di euro in 5 anni! EVVIVA! Dico questo perché tra “poco” scoprirete che da questa riforma in particolare si dovrebbe estrarre più risparmio rispetto alle altre… .
  • Incrementare le entrare per i fondi di previdenza sociale e riduzione dell’evasione contributiva.
    Io sto traducendo dal documento ufficiale… e devo dire che questo punto è geniale: piano d’azione per la riduzione del lavoro sommerso e dell’evasione contributiva; introduzione di un contributo di solidarietà per i disoccupati a carico dei dipendenti pubblici, dei lavoratori autonomi e dei dipendenti del settore privato. Mi chiedo a carico di chi altri poteva essere…!
  • Ampliamento della base imponibile e riduzione delle esenzioni fiscali.
    Valutazione e riduzione in detrazioni d’imposta ed esenzioni; l’introduzione di un contributo di solidarietà pagato ( di cui sopra… ) da tutti gli individui sui redditi dichiarati e aumento del reddito presuntivo dei lavoratori autonomi; ampliamento della base di aliquote IVA e tassa di proprietà (saranno contenti i tedeschi che stavano già pensando di comprarsi pure Creta ). Questo è ciò che si prevede farà risparmiare/guadagnare 6 miliardi di euro in cinque anni. il debito greco potrà così scendere a 325 miliardi e siffola.
  • Miglioramento e riduzione dell’evasione fiscale.
    aumenteranno controlli su tutto: dall’iva ai redditi: + 3 miliardi sempre in 5 anni.

Bene amici miei questi i punti chiave di tutta la strategia greca. Epaminonda sarebbe fiero, Pelopida orgoglioso.

Qui sotto troverete specificato punto per punto i passaggi appena mostrati ricordandovi che le percentuali espresse in termini di PIL nella colonna di estrema destra sono da riferirsi a tutti i cinque anni di risparmio/guadagno.

Come potete vedere da voi in cinque anni tutte queste manovre porteranno un miglioramento complessivo nei conti greci di 28 miliardi e 259 milioni di euro, pari al 12% del PIL. Non è ovviamente possibile stabilire a priori l’impatto che tali “riforme” avranno sull’economia greca e allo stesso modo è assolutamente incerta la tenuta sociale di un paese già altamente provato dalla disoccupazione e dalla corruzione. Senza considerare che la realizzazione pratica dell’ambizioso progetto non sarà priva di incognite e di costi. Non sono in grado di fare previsioni o stime, ma credo che solo l’ammodernamento delle infrastrutture informatiche e dei meccanismi assicurativi e di previdenza sociale costerà non poco alle casse dello stato greco. Soldi che con ogni probabilità finiranno per fluire all’estero sotto forma di bonus e stipendi per consulenze fornite da società – ci potete scommettere – tedesche e francesi. Allo stesso modo sarà interessante scoprire come i tagli al personale che accompagneranno tutto il processo di ammodernamento dell’apparato produttivo e dei servizi – sia pubblici che privati – potranno essere compatibili con l’incremento previsto nella riscossione di imposte, nella produttività e più in generale negli stessi consumi. In quest’ottica, la così detta efficienza che verrà introdotta nel corso del lustro dalle privatizzazioni – trascuro volutamente da ogni analisi l’alta possibilità che qualcosa vada molto storto nei processi di privatizzazione… – rappresenterà un’ulteriore incognita in termini di perdita di posti di lavoro. Non è quindi improbabile pensare che il governo dovrà operare ampie revisioni al suo budget.

Concludo questa sezione con la sconcertante tabella delle svendite.

Privatizzeranno pure due miniere d’oro!!! Grazie a Dio li dentro non si legge “Acropoli” o altro.

Praticamente, tutto sto accrocchio di numeri dovrebbe nonostante tutto portare a questo

e a questo

indipendentemente, ad esempio, da questo ( sempre che vada bene ):

Rispetto alle previsioni, tra il 2011 e il 2015 il PIL dovrà crescere da 225.4 miliardi di euro a 251.9 miliardi totalizzando uno strepitoso +11.76%, mentre l’occupazione passerà da 4 milioni 509 mila lavoratori a 4 milioni 604 mila aumentando del 2.1%… Tutti manager e dottori anche sti greci… . E tutto questo nel mezzo del poderoso piano di tagli. L’unica cosa certa, è se va avanti così, tra il 2010 e il 2011 si saranno persi quasi 150 mila posti di lavoro, pari al 3.2%.

Tutto andrà per il meglio, tutto andrà per il meglio… etc etc etc..

Stabilito dove si deve arrivare e come arrivarci, vediamo ora se si può anche fare…!

Eh, perché se non esiste un piano B ( ci sarebbe … e ci sarebbe anche un piano C, ma gli enormi pochi interessi che si lederebbero non permettono… ) è comunque bene far finta di fare le cose nella giusta maniera. Questo implica che, tanto per essere professionali, è meglio tracciare almeno qualche scenario in più rispetto all’unico possibile.

Così ora sto per mostrarvi i risultati dei precisi modelli previsionali, che ricordo ai più maliziosi, non consistono più nello scrutare gli uccelli in volo o nello squartare animali velluti. Apro una piccola parentesi… uno dei riti più strani, noto come sacrificio all’ateniese, imponeva che si uccidesse un bue, e poi fosse celebrato il processo per capire chi fosse stato l’assassino. Ogni volta, usciva fuori che l’omicida era stato il coltello, e che quindi gli andava servita la medesima sorte. La vita dell’ignaro strumento veniva spenta affogandolo nell’acqua… . Stavolta ad uccidere il bue sarà stato il computer che ha fatto i conti…!

La linea blu indica l’andamento dell’avanzo primario senza l’imposizione del piano di austerity, mentre le  colonne color celeste fantasma ( sarà mica un segno del Fato??? ) rappresentano il medesimo avanzo ma rivisto grazie al piano di rientro. Già il dato del 2012 permette di tirare un provvidenziale respiro di sollievo.

Ad esso corrisponderebbe il seguente deficit:

E davvero non sarebbe male, sempre che il rifinanziamento non costi il 20% e rotti di interesse… !

Non trovate anche voi che sia bellissima la curva tratteggiata? Sembra scolpita da Fidia in persona. Almeno in quel caso annegheranno lo scalpello… .

Guardate come sono romantiche le due curve centrali, nel 2017 limoneranno. Esse rappresentano la stabilità del bilancio pubblico greco. La rossa le spese in regime pianificato la blu le entrate. L’idea è togliere ai greci il 10% circa della ricchezza prodotta in una anno, e sperare che tutto vada bene, che il PIL continui ad espandersi e che il popolo non scenda in piazza troppo spesso… 3 giorni di sciopero costano quasi l’1 del PIL. E allora annegherebbero oltre al coltello e al computer anche il malcontento popolare.

Ma se pensate che le spese per pagare gli interessi scendano in virtù del PCNPF ( piano che non può fallire ), il grafico sopra vi mostra che la vostra è solo una supposizione sbagliata. Quelli, comunque crescono. Adesso, ditemi voi che senso ha pagare una quantità di denaro pari al 10% circa dell’intero prodotto interno lordo. Si tratta di più di 20 miliardi di euro l’anno che devono essere trasferiti nelle mani dei fortunati ( fortunati perché ci sono i “grandi” a proteggerli ) detentori di bond greci. L’unica cosa che l’europa unita sembra proteggere è il trasferimento di ricchezza dalle masse verso la punta della piramide.

E finalmente l’ultimo grafico, quello che “la dice lunghisssssssima”.

Primo scenario, in nero. Curve davvero brutte e cattivissime; debito fuori controllo, roba che schizza in orbita e i buoi non si sono lasciati sacrificare – stavolta – ma sono scappati dal recinto.

Mi chiedo solo come siano riusciti a passare dal 105% del GDP nel 2008 al 140% del GDP nel 2011 al 155% ( se va benone ) del 2012. A già, l’europa e il fondo “salva” stati… .

Scenario numero due, in blu.  Crescita del PIL ( suppongo nominale perché dai dati sopra mi pare qui abbiano mancato ogni ipotesi… ) sopra il 3.5% dal 2014 e avanzo primario superiore al 5.5% dal 2014 ( hanno previsto un 6.6%… ). Tutto questo si traduce in un debito sostenibile ( ci risiamo col debito sostenibile… per quanto?? ) ma il rapporto debito PIL rimarrebbe comunque superiore al 100%  almeno fino al 3015 ( no dai scherzo, fino al 2030 come minimo e sempre se tutto va a gonfie vele e il Meltemi spira l’intero anno ).

Scenario numero tre, l’idillio, in rosso sangue. Crescita del PIL superiore al 3.5% dal 2014, surplus superiore al 5.5% più privatizzazioni da 50 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. In questo caso, fra poco meno di 15 anni, sperando sempre che tutto vada benisssssssimo e che il mondo non decida in nessun modo di rallentare un minimo la crescita, il rapporto debito pil sarà circa attorno al 100%.

La cosa davvero “buffa” è che comunque, stando ai grafici, se le cose andranno per il meglio, di qui al 2015 il rapporto debito PIL sarà poco inferiore a quello di ieri, se invece le cose andranno mediamente bene, tale rapporto sarà di poco inferiore al 160%. Se le cose andranno male… non succerà, falliscono prima.  Comunque vada, sarà un successo!!

Da ottimi esperti di comunicazione, l’unica ipotesi quantitativa che finora compare in un grafico è stata scritta in basso a destra ( scommetto che non l’avete letta ) e su essa si basa tutta la strategia di rientro del debito pubblico: ogni singola parola spesa e ogni singolo ragionamento partorito VALE SE E SOLO SE il tasso di interesse nominale rimane tra il 4.5% e il 5.5%. Grazie a Zeus i trader del venerdì non leggono ma sniffano per portarsi avanti per il weekend.

Conclusioni

Molti di voi penseranno che tutto quanto stiano facendo in Grecia sia per germanizzare gli ellenici. Invece no. Vogliono americanizzarli, o britannizzarli. Non ci credete?

Questo grafico l’ho copiato ma ho controllato i numeri e ad occhio e croce sono giusti.

Il concetto è sempre il medesimo: qualcuno si deve indebitare. DEBITO è la parola chiave per comprendere il nostro sistema economico.

Governi indebitati, troppo indebitati, fanno paura. Per legge essi possono ripudiare il debito. E accollare le perdite al creditore. Dicono che è una questione di fiducia ma in realtà è una questione matematica.

Privati indebitati piacciono: per legge essi devono ubbidire.

Le conclusioni le scriveremo solo alla fine. Ma non date tutto per scontato… soprattutto la buona volontà dei burocrati che tirano le fila del debito perenne, così come le Moire tessono la tela dei destini altrui.

e adesso vado a bere una bottiglia di uzo per aiutare l’economia greca!

Mattacchios

105 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 21 Giugno 2011 at 15:32

tommy271@finanza,

mi sovviene che i cinesi hanno fortemente investito sui porti greci ed egiziani, sostituendo, fra l’altro, anche gli attracchi italiani.
Il sistema è integrato: compagnia marittima/ navi/ equipaggi/management dei porti …. a terra solo gli stivadores….

anonimocds
Scritto il 21 Giugno 2011 at 16:46

é chiaro ormai che per i prosismi 10-15 anni l’Occidente, che ha vissuto sopra le proprie possibilita’ per 20 anni, dovrá inizaire a risparmiare dipiu’ del reddito che produce. Potra’ far duarre questo perioo di austerity e di ripagamento dei debiti contratti se riuscira’ a generare un po’ di inflzione (non troppa). E’ iniziata una fase di RESTITUZIONE dei debiti ai creditori…il cosiddetto DE-LEVERAGING.

Magari facendo indebitare (e consumare) un po’ di piu’ gli asiatici (che ne hanno una voglia matta.. di consumare!).

nettto netto l’Occidnete perdera’ terreno e benessere sull’Aisa, no doubt!

mattacchiuz: o e spostare il carico quando hai finito il carburante, sperando che mantenere

gainhunter
Scritto il 21 Giugno 2011 at 19:10

tommy271@finanza: Scusa, chi ti ha detto che l’haircut non equivale ad un default?

Sicuramente avete ragione voi, io sono solo un apprendista in campo economico 😉
L’ho buttata lì anche per imparare qualcosa in più: se fosse stata un’opzione percorribile sarebbe già stata presa in considerazione da qualcuno qui sul blog.

L’haircut, anche se esiguo, sarà interpretato come “volontà di non pagare i debiti”.
Però, ai miei occhi, tra il “pago un 10% in meno perchè mi avete fatto pagare interessi usurai” e il “fate pagare più tasse ai vostri cittadini per dare i soldi a me perchè io paghi il debito”, non mi sembra che ci sia molta differenza, nella sostanza (cambia solo chi ci rimette oltre ai greci).
Questa era la motivazione della mia “sparata” 🙂

tommy271
Scritto il 21 Giugno 2011 at 19:25

paolo41: tommy271@finanza,
mi sovviene che i cinesi hanno fortemente investito sui porti greci ed egiziani, sostituendo, fra l’altro, anche gli attracchi italiani.
Il sistema è integrato: compagnia marittima/ navi/ equipaggi/management dei porti …. a terra solo gli stivadores….  

La presenza cinese è molto forte nei porti greci, suscettibile di allargamenti.
Ormai il porto del Pireo è quasi tutto loro, con una ulteriore base di espansione in Turchia.
Qui però, il clima politico non è molto favorevole nonostante l’economia in espansione. Anche recentemente tra Turchia e Cina ci sono stati forti attriti per via della questione della minoranza etnica uigura di ceppo turcofono.
Dalla Grecia la Cina raggiunge con le sue merci i Balcani e l’Europa dell’Est scontrandosi spesso con le politiche commerciali tedesche.

tommy271
Scritto il 21 Giugno 2011 at 19:29

gainhunter:
Sicuramente avete ragione voi, io sono solo un apprendista in campo economico
L’ho buttata lì anche per imparare qualcosa in più: se fosse stata un’opzione percorribile sarebbe già stata presa in considerazione da qualcuno qui sul blog.L’haircut, anche se esiguo, sarà interpretato come “volontà di non pagare i debiti”.
Però, ai miei occhi, tra il “pago un 10% in meno perchè mi avete fatto pagare interessi usurai” e il “fate pagare più tasse ai vostri cittadini per dare i soldi a me perchè io paghi il debito”, non mi sembra che ci sia molta differenza, nella sostanza (cambia solo chi ci rimette oltre ai greci).
Questa era la motivazione della mia “sparata”   

Certo, tra un default che taglia il 70% del debito ed un’altro che ne taglia il 20/30% per noi bondisti è certamente preferibile il secondo…

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