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Il mondo rallenta ma ATTENZIONE: il mercato crede nella ripresa economica?

Scritto il alle 12:15 da Danilo DT

Che l’economia globale non se la stia passando benissimo è un dato di fatto. Che l’intervento delle banche centrali sia stato fondamentale (e lo sarà ancora) per tenere in piedi la baracca lo è altrettanto.
La stessa BCE, la banca centrale di quel crogiolo di paesi legati da patti obsoleti e ormai indifendibili che si chiama Unione Europea, da sempre molto prudente e “bundesbankizzata” si rende conto della difficoltà del momento e denuncia una debolezza ben oltre le aspettative, complice anche uno scenario deflattivo alle porte:

Ai governi, Francoforte chiede di “imprimere slancio agli sforzi compiuti per incrementare la crescita e l’occupazione su base sostenibile nell’area dell’euro”. La parola magica è sempre “riforme”: “E’ necessario intervenire con determinazione sul versante delle riforme strutturali nei mercati dei beni e servizi e del lavoro, nonché agire per migliorare il contesto in cui operano le imprese”. (…) “Nel terzo trimestre la crescita dell’Eurozona, secondo gli indicatori disponibili fino ad agosto, perderà slancio e l’espansione proseguirà ad un ritmo modesto (…) Se le condizioni economiche dovessero restare deludenti, e “se si dovessero affrontare i rischi di un periodo troppo prolungato di bassa inflazione, il consiglio direttivo della Bce è unanime nel suo impegno a fare ricorso a ulteriori strumenti non convenzionali nel quadro del suo mandato”. (Source)

Lo abbiamo già ripetuto a dismisura: la BCE ci mette il suo ma anche i singoli stati e la stessa Unione Europea devono fare la loro parte. Tutto utopistico?

Secondo il mio punto di vista, trovare un intervento “ottimizzato” dei tre attori (BCE, UE, Stati) è molto molto difficile proprio perché, come spiegato ieri, questa è tutto fuorchè un’Unione.

Intanto però, guardando alcuni dati stamattina, mi sono reso conto di una strana situazione che si sta generando sui mercati finanziari. Per farla breve, notavo che, malgrado la relatività del successo sia del QE1 sugli ABS, sia dell’TLTRO e sia delle riforme, il mercato crede che qualcosa di buono, comunque arriverà.

10-2: il differenziale della crescita economica

In finanza c’è un rapporto che ho sempre seguito con attenzione, ed è lo spread tra il titolo a 2 anni e quello a 10 anni (spread 10yr-2yr).
Quando il differenziale di rendimento tende ad allargarsi, significa che il mercato vede margini di ripresa. Quando invece tende a restringersi, suggerisce rallentamento. A seguito del discorso di Draghi, è evidente che qualcosa sta cambiando.

spread 10yr-2yr differenziale tasso crescita economica
Solo influenza della politica monetaria oppure i mercati REALMENTE vedono in futuro qualche barlume di ripresa? Lascio a voi le opportune valutazioni. Intanto eccovi il grafico. Come vedete lo spread 10yr-2yr sta salendo (quindi indica futura crescita) NON solo in Eurozona dove Draghi influirà con la sua politica monetaria ma anche nelle altre parti del globo. Che il bazooka di Draghi sia talmente potente da colpire tutta la ripresa globale?

Vedendo gli ultimi dati usciti oggi sulla produzione industriale italiana, qualche dubbio mi viene. A meno che si sia toccato il fondo…

Non si ferma l’altalena della produzione industriale. A luglio risultano negativi entrambi gli indicatori: sia il dato congiunturale, sceso a -1% dopo il +0,9% di giugno, sia quello tendenziale (rispetto allo stesso mese dell’anno precedente), addirittura -1,8%. Una frenata che si presenta inattesa soprattutto nelle dimensioni, secondo gli analisti.(Source)

Anche di qeusto, più molto altro, parleremo sabato, ovvero domani a RIMINI, alla Festa della Rete. Non potete mancare!

Vi aspetto SABATO a RIMINI! (Cliccate qui per i dettagli)

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
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13 commenti Commenta
dfumagalli
Scritto il 12 Settembre 2014 at 15:00

Prima d’affermare che “è evidente che qualcosa sta cambiando” io lascerei passare un pelino di più che i pochissimi giorni “d’inversione” mostrati a grafico.

Inoltre l’inversione è debole e quindi, spesso, non è d’inversione diretta (ossia rapida e decisa). Basta guardare la linea porpora (che a quanto pare sembra anticipare un pochino il movimento) per verificare che trattasi d’inversione indiretta, peraltro senza conferma.

Per cui, tempo al tempo.

Scritto il 12 Settembre 2014 at 22:11

Mi aggancio al commento e/od (con una) osservazione del (successiva) Fumagalli.

In GENERALE, le “statistiche” od “analisi” disponibili, sia quelle ufficiali sia quelle di “altra” fonte – per l’Unione Europea, in particolare; O-CCHI-O! – devono essere pesate e valutate aSSai attentamente – nel lasso di tempo ragionevole.

L’ho scritto – non solo qua – altre volte.

In breve, ora, il motivo ed il perchè.

Le prime – ossia, quelle ufficiali – hanno un’ampia copertura geografica e rispettano degli standard di comparabilità internazionale, tuttavia, per la Loro natura non sono AFFATTO adatte a recepire rapidamente i mutamenti istituzionali, contrattuali e strategici dei fenomeni e questo giustifica il ricorso ad altre – e spesso, più specifiche – basi – e/o dati; “coperti o ad accesso aSSai limitato”.

Nel confronto tra le fonti emerge per l’Unione Europea un quadro abbastanza omogeneo nella descrizione e nella relativa misurazione dei fenomeni.

TUTTAVIA, sia per i dati ufficiali sia per quelli NON ufficiali la disponibilità di m_i_c_r_o-“dati” è allo stato attuale SCARSA, sebbene Vi sia un condiviso orientamento, anche a livello internazionale, nel potenziarne la fornitura e la disponibilità – NON SOLO a scopo di studio e/o di analisi; O-CCHI-O!

サーファー © Surfer [ http://www.youtube.com/watch?v=CB_eCEIigek ]

vito_t
Scritto il 14 Settembre 2014 at 19:28

si può anche usare il microscopio nel tentativo di intercettare chissà cosa , ma finchè l’inflazione o meglio la deflazione sarà “viva” i tassi non saliranno, almeno non saliranno in modo sensibile, poi la speculazione può spingere un pò da una parte o un pò dall’altra , ma i tassi sono diretti verso lo zero … Del resto se guardiamno studi tabelle o altre fenomenalate ci accorgiamo che il 90% o addirittura di più di chi le ha fatte ha cannato in pieno, compreso i supereroi della Fed che da quattro anni vedono all’angolo il rialzo dei tassi e credo che lo stiano aspettando come … Godot …

PORTELLO
Scritto il 15 Settembre 2014 at 08:56

Il rendimento de treasuries sta aumentando…pura speculazione o aumenteranno i tassi? Occasione d acquisto?
Buona settimana

Scritto il 15 Settembre 2014 at 12:54

Vito_T,

in questi periodi d’incertezza – e/o di calma apparente, in generale – occorre avere dimestichezza con TUTTI gli attrezzi; il “microscopio” è uno di questi – in particolare, per chi investe o gestisce dei patrimoni, piccoli od ingenti che siano.

A parole e/o a sfuriate, non si produce (e) ne si fa nulla – si rimane solo con un pugno di mosche; hanno vita media 4-5 giorni, al massimo (ed) in determinati periodi, soprattutto.

Scrivo per Me – premettendo che DA SEMPRE NON RIENTRO AFFATTO nella schiera dei Cavalieri (o delle Amazzoni) dell’Apocalisse (mediamente sono dei/lle semi-ANALFABETI! Ad iniziare dalla conoscenza dei Vangeli!): ossia, Coloro i/le quali credono, parlano, scrivono, hanno magnato o magnano (SOPRATTUTTO!) profetizzando la “FINE”; la lista è lunga ed è sempre AGGIORNATA. Col Sottoscritto NON hanno/avranno scampo, avendo una MEMORIA DI ACCIAIO! Tranquillo -: io sono da SEMPRE CONTRARIO alle “manovre” che per TANTO TEMPO – e su “larga scala” – utilizzano lo stratagemma dei “tassi bassi” per il semplice motivo che creano la cd. “finarizzazione”, mettendo ai margini – alias, in soffitta – il merito – in tutti i sensi.

Da che Mondo e Mondo, esiste la “disciplina del fallimento”, di cui i molti, i più – espertoni, soloni o quaquaraquà, che scriver si voglia – si riempiono le penne e la bocca, ma che poi al dunque – quale che esso sia – NON VOGLIONO MAI. Chissà perché?!?

Riguardo alle “profezie” concordo solo in parte – in specie, quando fai riferimento alla Fed.

Una cosa sono le “forward guidances”, altra cosa sono le “diligences” ed altro cosa ancora sono i “papers”.

Capire questo, significa capire tutto.

Nel giro che conta ho conosciuto ed ho incontrato T_A_N_T_E teste (alias, con materia grigia) e tante testine (alias, con liquido): ebbene, l’unico che Mi ha prospettato – PARI-PARI! – il divenire a cui stiamo assistendo è stato Sir MERVYN KING.

L’U_N_I_C_O – PARI-PARI.

Di quelli che al momento reggono i fili, il più in gamba – sotto T_U_T_T_I i punti di vista – è Mark Carney; il resto, son DAVVERO poca cosa (e con tanti scheletri negli armadi).

Un saluto (non polemico: “chi nasce imparato mediamente rimane imparato – ma non parato”; tieniLo a mente).

サーファー © Surfer

lukeof
Scritto il 15 Settembre 2014 at 13:29

Caro Surfer ti leggo sempre con attenzione, ma nemmeno sir Mervyn King puo’ nulla se la Scozia diventa indipendente.

E al di là di tutto, all’interno di una logica preminentemente “psicologica” della dinamica dei mercati, credo che tale “evento” possa scatenare parecchi movimenti di correzione anche all’interno del sistema finanziario. In primis a Londra, ma certamente per ovvia onda di propagazione in un sistema “liquido” (o meglio gassoso) come la finanza attuale mondiale, sicuramente anche nel resto del mondo.
E per quanto possano essere potenti le banche centrali, le meccaniche di profitto e di rendimento di tutto il sistema portano a “migrazioni di massa” anche dei capitali con conseguenze devastanti per tutto l’ambaradan.
In quanto alla produzione e alla ripresa reale, è già una chimera da un pezzo.

PORTELLO
Scritto il 15 Settembre 2014 at 13:49

Ciao Surfer

potresti indicare dove leggere i loro pensieri?
Grazie

Grazie Danilo ho letto…

ob1KnoB
Scritto il 15 Settembre 2014 at 14:11

Diconsi 30 i mesi in cui il PPI cinese scende. (n.b. il tessile si sta spostando in etiopia…per i costi). Euro 28 da soli 12. Potremmo legittimamente pensare che il gap sul manifatturiero rimarrà inalterato anche dopo il tltro. D’altra parte pensare che l’overcapacity possa essere rimossa incentivando gli investimenti produttivi…..Per alcuni interessi tuttavia tutto sommato è coerente . L’unica maniera di mantenere i livelli produttivi e l’occupazione è creare domanda visto che non si vuole intervenire sul lato dell’offerta. E la soluzione è vecchia: aumentare i debiti.
senza scivolare nella politica (non vorrei mai!) non si va da nessuna parte. Questo status agevola le rendite di posizioni, distrugge la classe media e non offre alcun vantaggio alla platea più numerosa dei consumatori in quanto passa per una riduzione sistematica del potere d’acquisto.
Non è catastrofismo ma pragmatismo. Mors tua vitae mea. I paesi ‘virtuosi’ non lasceranno mai ad altri i vantaggi acquisiti ne avalleranno una modifica penalizzante dei trattati se non accettando in cambio delle cambiali politiche importanti. E’ quello che gli inglesi fanno da decenni (e come biasimarli visto che gli si concede di farlo). Un paese senza euro che è messo in grado di influenzare e determinare le politiche economiche (l’ultima nomina è paradossale) stando fuori dalle regole che gli altri devono condividere e rispettare. Non so come finirà in Scozia (propenderei per un nulla di fatto) ma sarebbe interessante vedere un Carney senza Brent.

Scritto il 15 Settembre 2014 at 14:25

Lukeof,

ma qui-qua non si stava parlando-scrivendo di Scozia. L’avrei fatto, dove DT ha scritto il Suo topic – con gli annessi commenti.

Sorry: ho risposto a Vito_T – non so se l’osservazione-richiamo era tra l’altro rivolta al Sottoscritto.

Sono abituato, per educazione, a rispondere; a Tutti – quando ho tempo, Lo faccio sempre e senza peli sulla tastiera, volentieri.

Io sono come St. Tommaso – soprattutto, al paventarsi di simil casi-eventi: se non vedo e se non tocco, non credo.

Aspettiamo e vediamo cosa accade – su questo versante, conoscendo la “praticità” made in UK, scorgo molta fuffa artificiale; certamente, Ci saranno ripercussioni, ma nulla che possa essere “mortale” per il “sistema” – avendo a mente che, “malauguratamente”, la Scozia entrerebbe nell’area-Euro: dicitur, “reverse osmosis”.

Se “guardiamo il quadro”, con gli occhi “cerulei occidentali”, siamo messi male; ma se “osserviamo la tela”, con gli occhi “globali” – rispetto a 50 anni fa – la situazione è meno fosca.

Essendo positivo di natura – e conoscendo gli Umanoidi, anche se spesso son dei coglioni -, sopravviveremo come sempre.

Solo il Signore – per chi Ci crede, naturalmente – ha il potere di resettare tutto; per Tutti e senza appello.

Ciao/Saluti.

サーファー © Surfer

vito_t
Scritto il 15 Settembre 2014 at 21:42

Possiamo anche usare parole inglesi .. fa più figo, ma a parte le battute, i membri della Fed avevano previsto rialzi dei tassi anche corposi per il 2013 e il 2014 e hanno SBAGLIATO ! pur essendo nella stanza dei bottoni, anzi sono proprio i bottoni ! è inutile raccontarci balle hanno cannato , non so se in buona fede o in mala fede ma hanno CANNATO ! Poi io non so ma continuo a leggere da una eternità la quasi totalità degli addetti ai lavori , che “scorgono” tracce di rialzo dei tassi che ormai arriva che è lì che sarà da domani, ma i fatti impietosi dicono almeno fino a questa sera che non è stato così. Poi io ho misurato il rendimento reale netto del nostro btp decennale che attualmente a fine agosto era al 2,23 contro una media degli ultimi dieci anni inferiore al 2% , e quindi sostengo che finchè non riparte l’inflazione di rialzo dei tassi non ce ne sarà . Addirittura se si dovesse allineare alle sue serie storiche dovrebbe anche scendere, ma questa è un’altra storia ….. Nulla contro nessuno ma questo rialzo imminente lo vedono un pò tutti un giorno sì e l’altro pure, ma sul mercato invece c’è chi compra ……

Scritto il 16 Settembre 2014 at 01:50

Vito_T,

scusa(Te)Mi, di nuovo.

Il Tuo “pressing” è interessante, perché (Mi) consente di precisare dei concetti che Molti tendono a sottovalutare – tralasciare, è il verbo più appropiato – ingenerando (solo) della gran “confusione”.

I Membri del Board della Fed, NON fanno/vanno (più ormai) a PREVISIONI (da almeno quattro/cinque anni, per la precisione!), MA (solo) a DECISIONI su determinati dati/parametri (REALI, che possono variare per come son condotte le rilevazioni – e/o su cui si può discutere-CRITICARE, per come poi vengono o sono elaborati, in seguito) – e da due anni circa, si sono “balcanizzati” o, peggio ancora, “italianizzati” al Loro interno.

Della serie: “campa cavallo che l’erba cresce”.

Lo riscrivo, nuovamente: una cosa sono le “forward guidances”, altra cosa sono le “diligences” ed altro cosa ancora sono i “papers”.

Spero di esser stato chiaro.

Su ciò che scrivono o dicono la – quasi – totalità dei cd. addetti ai lavori “ispirati”, con Me SFONDI (NON UN, MA) IL PORTONE: stenderei – quasi sempre – un velo pietoso su di Loro; soprattutto, su chi gLi da accesso alla divulgazione (“scientifica”): “amici di amici di amici di amici”.

Ammazza quanti “amici”, hai scritto!

Ai MIEI più CARI AMICI – dicono che siano molto preparati e ricercati, perché in gamba – ho sempre sconsigliato:

-a- d’intervenire a trasmissioni, radio e/o televisive;

-b- di scrivere su quotidiani o su riviste (in specie, di settore).

IN ITALIA!

Noto che non (Mi) leggi attentamente – e non voglio essere ripetitivo.

“Media”-“mente” è diventato un teatrino, dove sulla giostra Ci son sempre gli stessi e non si capisce più chi pone (e perché le pone?!) le domande (“appropiate”) e chi da le risposte (spesso per nulla appropiate): ossia, il cd. “club del t(h)e'”.

Li chiamo, i “sapienti della luce riflessa”.

Comunque, scrutare od elaborare degli scenari economo-finanziari – senza la trombetta della marketta, per capirCi – significa essere previdenti, professionali e non certamente dei pipponi.

Ti scriverò che i “migliori” si tengono allenati proprio per scansare le tempeste – e proprio per questo motivo, nei momenti di bisogno (quando la “media” inizia ad aver paura – non solo perché assalita dall’ansia), son presi d’assalto per dei consigli.

D’ASSALTO; CREDIMI.

Ps: di quali serie storiche scrivi???!!!

W. Liu (Harvard Business School), E. Moench (Federal Reserve Bank of New York), “What predicts U.S. recessions?” – Staff Reports No. 691: September 1, 2014

http://www.ny.frb.org/research/staff_reports/sr691.pdf

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