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Il grande GAP: risparmi, produzione industriale e vendite al dettaglio
Non credo di raccontare grandi novità se vi dico che il 2023 sarà un anno difficile per la maggior parte delle economie mondiali considerando che le tre principali – Usa, Ue e Cina – stanno tutte rallentando contemporaneamente.
Lo spettro della recessione si avvicina ed è ormai uno scenario noto a tutti, anche alla direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, che durante un’intervista alla Cbs ha specificato che metà dell’Ue andrà appunto in recessione, mentre gli Stati Uniti, “più resilienti” potrebbero evitarla. Per la Cina ha previsto un ulteriore rallentamento nei prossimi mesi a causa dell’aumento dei casi di Covid-19 e ha parlato di un quadro ancora più fosco per i mercati emergenti nelle economie in via di sviluppo.
Direi non proprio un quadro previsionale spettacolare.
Il grafico qui sopra mi sembra abbastanza esplicito. Da una parte vediamo il dato sulla produzione industriale e delle vendite retail e dall’altra parte i risparmi del cittadino americano.
Come potete vedere il livello dei risparmi è collassato, in contemporanea con un aumento storico degli altri due indici. Se ragioniamo come statistica, bisognerebbe temere una forte frenata delle vendite e della produzione industriale. Una recessione potrebbe essere un buon compromesso? Si, perché porterebbe anche ad un aumento dei risparmi con la popolazione che teme un periodo di vacche magre. Ma se succede tutto questo, quale potrebbe essere la reazione dei mercati? Parliamo di equity e non di bond perché, per assurdo, il mercato obbligazionario potrebbe anche beneficiarne.
STAY TUNED!
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