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Il crollo della crescita del Celeste Impero
I dati di oggi ci riportano una Cina in forte rallentamento, ben oltre le previsioni degli analisti. Ma questo cosa comporterà a livello globale? Confronto tra CESI China e Shanghai INdex.
E’ sicuramente la notizia del giorno e non deve essere sottovalutata.
Oggi sono stati rilasciati i dati su export, import e bilancia commerciale di quel paese che per mesi è stato il polmone di sfogo per l’economia dei paesi più sviluppati: la Cina.
I dati usciti sono abbastanza….come definirli, terrificanti e rivoluzionari.
Le esportazioni di marzo sono diminuite del 6,6% rispetto all’anno precedente, a 170.100 milioni dollari, mentre le importazioni sono diminuite di un sorprendente -11,3%. Il disavanzo commerciale è ritornato ad un surplus di 7,71 miliardi di dollari a marzo dopo un sorprendente deficit di 22,98 miliardi di dollari a febbraio.
Entrambi i cali hanno lasciato gli analisti di stucco, ed ha dato la definitiva mazzata a tutti coloro che ancora oggi tifavano per un rallentamento cinese meno grave di quanto si pensava. Ora voglio proprio vedere come faranno i grandi guru a giustificare quella previsione di u n Pil a +7.5% per il 2014 che più volte abbiamo contestato.
Dalle sale operative, resta sempre qualche indistruttibile analista positivo. Ma la fotografia che ne deriva è di uno stato che sta fortemente cambiando e che sta inequivocabilmente rallentando. Certo, i dati cinesi sono sempre discutibili e di difficile lettura, in quanto soggetti a mille distorsioni e discussioni. Intanto però, sappiate che la scorsa settimana, il premier Li Keqiang ha annunciato misure di stimolo comprese le nuove ferrovie e progetti di edilizia residenziale pubblica per stimolare nuovamente l’economia.
Forse la volontà di mettere un forte freno al credito e allo shadow banking subirà un rallentamento per evitare il passaggio troppo traumatico. Intanto occorre chiedersi QUANTO influirà sui mercati questa frenata, senza dimenticare l’effetto contagio che ne deriva.
Un esempio.
Qui sotto trovate il grafico del CESI China (che già conoscete) con lo Shanghai Index. Il grafico è aggiornato con il CESI di ieri. Ovviametne domani lo stesso CESI sarà decisamente più negativo. Indovinate l’impatto della borsa cinese che ci ritroveremo domani…
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Complimenti per il commento davvero interessante e “pensato”
Il tempo prima, la pasqua poi, poi ci saranno le elezioni in India e in Europa. Il paradosso è che, quand’anche fossero valide motivazioni, gli equilibri sono veramente fragili. Se spostare uno zero virgola delle previsioni da una rilevazione all’altra può creare nervosismo figuriamoci una brusca frenata anche solo di una grossa area produttiva (e di potenziali consumatori). Da anni sono convinto (e continuo ad esserlo) che il problema è nella overcapacity globale. Se in tre/quattro anni il debito mondiale cresce più del GDP significa che inondare il mercato di liquidita’ non risolve il problema se non temporaneamente. Certo possiamo metterci tutti d’accordo che continuare questo ci può far guadagnare tempo (per cui magari finito il qe arrivera’ la BCE o la Cina) ma quando i tassi saranno a zero? Il loro mantenimento a tassi reali negativi assomiglierebbe molto ad un consolidamento o ad una moratoria sine die sul pagamento degli interessi. E se inizialmente questo (cosa che è avvenuta negli ultimi due anni) porta ad una dilatazione dei multipli sull’equity (di per se’ positiva per l’effetto ricchezza sui consumi) alla lunga le dinamiche della produttivita’ non possono che avere effetti distorsivi sui cambi. Qualcuno il conto lo deve pagare. Ritieni che sara’ la Cina? Ho i miei dubbi. La rivalutazione dello Yuan ha dato fastidio e l’allargamento della fascia di oscillazione è stato il primo segnale. Il conto lo paghera’ lo Yen e tutta la fantastica finanza basata sui carry trade dell’area. Da mesi l’umore dei mercati Usa è legato a doppio filo al rapporto usd/yen . L’Europa va di concerto. Ma una bella frenata può essere solo salutare anche se il dazio relativo lo pagheremo in fondo un po’ tutti. D’altra parte il dazio (quello vero) serviva a compensare il delta delle regole tra le varie aree di scambio. L’abbiamo soppresso….