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Il BTP ad un passo dal T-note: rendimenti ormai simili
Il Quantitative Easing Europeo e la curva dei tassi porteranno ben presto il nostro Titolo di Stato a rendere meno del paritetico USA.
La grande corsa del BTP ha lasciato tutti di stucco. E’ palese l’incoerenza qualitativa del movimento (in altri termini, è chiaro che la forza del BTP è legata a fattori esogeni di politica monetaria europea e non certo per meriti indigeni), però i numeri sono numeri, la realtà dei fatti ci illustra un BTP forte come non mai e uno spread con Bund sempre più complesso.
Come detto, il rapporto “rischio rendimento” è totalmente scentrato. Ma questo è il mercato. Occorre accettarlo così com’è, senza poi dimenticare che la BCE può addirittura fare molto di più, con un QE che potrebbe addirittura aumentare le dimensioni della bolla.
Intanto un dato di tipo statistico.
Malgrado un livello di rating ben diverso, uno scenario economico ben differente, ed una struttura economica ben distinta, scopriamo che il titoli decennale italiano ormai si sta appaiando al paritetico USA: in altri termini, il nostro BTP rende quasi quanto un T-Note USA.
Decennali a confronto: BTP 10yr vs T-Note USA 10yr
Ma non temete, anche se nella storia molto raramente è successo che ci fosse il “sorpasso” a livello di rendimento del titoli USA rispetto a quello italiano (oggi abbiamo abbattuto i livelli registrati l’ultima volta nel 2010), è praticamente certo che ben presto il nostro BTP renderà meno del T Note.
E questo avverrà sia grazie al possibile quantitative easing europeo e sia grazie alla curva dei tassi che negli USA dovrebbe iniziare a cambiare forma (tassi in aumento), un fenomeno che col tempo si trascinerà dietro anche l’Europa.
Ma non scervellatevi, e non fatene una questione qualitativa. Ragionate in toni statistici. Prendete atto senza farvi troppe domande, visto che le banche centrali, quando possono (finchè possono ) riescono a manipolare il mercato cambiandone i connotati.
Ripeto, finchè possono. E poi un bel giorno i nodi verranno al pettine.
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Forse qualcuno sta cominciando a ragionare sul debito complessivo e ha scoperto che, fatte le debite proporzioni, in Italia siamo molto più solidi che altrove dove l’economia è molto basata sull’infinito meccanismo credito/debito al consumo ed agli investimenti.
Quando penso ad esempio ad una azienda UK che mettiamo venda scarpe…penso che in realtà non sta guadagnando nulla se non una fetta del debito/credito che le banche UK vantano nei confronti dell’80% dei sudditi di sua maesta i quali in gran parte non hanno il becco di un quatrino reale ma solo tanti bei debiti che non salderanno mai fino in fondo.
Parere personale ovviamente 🙂
Mi arrabbio tantissimo nel vedere che come STATO paghiamo molto di più rispetto ad altri che sono messi peggio di noi ed inoltre andiamo a privatizzare ulteriormente quote di ENI ed ENEL che rendono ormai da anni il 6% contro il 3,6% medio del debito. UK(AKKA) è un esempio il giappone non ne parliamo ma gli stessi USA se contabilizzassero il debito come l’italia sarebbero oltre il 128%, e dell’olanda che diciamo e aspettiamo pian pianino il microscopico Lussemburgo con le sue pensioni.
indici ZEW negativi!!!! non c’è bisogno di Draghi, la “fortezza Europa” ci pensa da sola a rendersi competitiva nei confronti del dollaro…
Gli usa stanno andando in recessione e i tassi probabilmente diminuiranno. Danilo i bonos spagnoli han corso ancor più dei btp e nessuno ne parla e cosa diciamo dei titoli dell’irlanda non mi senbran paesi messi meglio. Concordo che è tutto manipolato e serve attenzione ma non vedo perchè continuare a sparare solo sulla nostra d’immondizia. Ciao.