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IFO: sondaggio fiducia imprese tedesche peggiore delle attese
Il dato registrato stupisce, tanto che nessun analista lo prevedeva così basso. Malgrado questo i mercati mantengono come sempre la calma.
L’Indice IFO è un indice che considero come benchmark per tastare il polso dell’economia dell’Eurozona. Quindi un indice IFO positivo è sinonimo di buon stato di salute per la Germania l’”Europa che conta”. Ovviamente non l’Italia.
Oggi però anche per i tedeschi qualcosa è andato storto.
L’indice di fiducia delle imprese tedesche e’ sceso a 104,4 ad aprile da 106,7 di marzo contro aspettative per un calo piu’ contenuto a 106,2.
Grafico IFO
La cosa interessante è che ben pochi si aspettavano un così forte rallentamento dell’indice IFO. Ma i mercati, si sa, ormai se ne fregano abbastanza dell’economia…
Direi che il dato effettivo (rombo giallo) ha sorpreso non poco le aspettative degli analisti. In questo grafico registrate le varie previsioni di tutti gli analisti. e, notate bene, nessuno ha immaginato un IFO così basso. Quindi dato decisamente sorprendente per certi versi. Ma non temete, in questo momento la macroeconomia è relativa. Cosa mouve i mercati non è certo la crescita economia, la recessione o il rallentamento globale (vedi post di stamattina). Ci sono dinamiche speculative RISK ON ben più forti. Ma fino a quanto la fuffa regnerà sui mercati?
Già lo sapete come la penso: finanto che la politica monetaria continuerà su queste coordinate o, quantomeno, fino a quando il mercato non inizierà a vedere forti divergenze tra quelle che le banche centrali vogliono ottenere e quello che invece succede.
Morale: diamo tempo al tempo. Il timing negli investimenti è tutto (o quasi) per l’operatività di breve o addirittura medio termine. Poi però i nodi verranno al pettine.
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DT
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Se ti riferisci a questo blog, sappi che i post non sono 5000 ma 6195. E che cmq pochi sanno come erano le previsioni dell’IFO e come erano distanti da come invece è poi stato il dato consultivo.Vuoi che inizio a vendere aria fritta?
Mi spiace, non è il mio stile e non ne sonocapace. PErò se vuoi posso consigliarti degli eccellenti siti anche di esimi colleghi… 😛
Il crollo dell’oro racconta una storia ben precisa: che avviene tutto rapidamente. Credo che la leva finanziaria sia ormai a livelli, se non sopra, luglio 2007.
Per l’IFO mi sembra ovvio e prevedibile: i giapponesi hanno lasciato che il mercato, con massive vendite di yen, deprezzasse la valuta rispetto euro/dollaro (cambio granitico attorno a 1,3) del 30% in 4 mesi. E’ molto se si considera che gli istituzionali giapponesi non hanno venduto assets in valuta locale x ora. Racconta un tizio che lavora in Giappone che x ora i prezzi non si muovono, tranne un aumento della benzina ben inferiore al 30% perché nel frattempo il petrolio è calato del 10% e anche là c’è un effetto fiscale. Afferma con buona attendibilità che non si aspetta alcun miglioramento delle retribuzioni, che le aziende giapponesi lavorano al 70% della capacità produttiva e prima di vedere una sola assunzione ci vorrebbe una aumento della crescita mondiale mai vista dagli anni 60. L’unico effetto a breve termine della Abenomics potrebbe essere un aumento degli investimenti in automazione e robotica tra 12 – 18 mesi oltre alla contrazione della quota di mercato di coreani e giapponesi già ora.
Nel frattempo x chi piace ballare come diceva Charles Prince…
Infatti la cosa interessante sarà vedere cosa farà il Giappone una volta terminata questa campagna di “svalutazione competitiva” senza precedenti.
Meglio definirla così piutosto che quera valutaria.
In realtà il rischio di ritrovarsi con un Giappone ancora più enormemente indebitato, e magari un’inflazione leggermete migliore ma uno Yen che torna serenamente verso 85 vs USD è tutt’altro che remoto.
Tu sai che sostengo siamo in una epoca stretta tra due vincoli per ora ineliminabili e contrastanti: il primo è la deflazione in occidente (e Giappone) determinato dalla demografia, dalla tecnologia e dalla globalizzazione che ha spostato altrove buona parte del lavoro e amplificato dall’accumulo di debito inesigibile degli anni 80 e 90. Il secondo è l’inflazione da costi energetici crescenti che si fa sentire per ora solo nei paesi nuovi dove la popolazione è in aumento e la crescita economica è reale e ci affliggerà anche dalle nostre parti appena rialziamo la testa dal guano. Il comportamento più razionale sarebbe spostare capitali in quei paesi dove il differenziale di cambio è talmente elevato a nostro favore che prima che sia colmato passerà una generazione. Ci sono luoghi come l’Indonesia dove si può andare a vivere come dei re spendendo la pensione minima in Italia.
Quanto tu dici è da me sottoscritto ed è ben considerato nella costruzione dei portafogli di investimento che forse avrai anche visto girare sul blog.
E cmq credo sia giunta l’ora, per l’investitore italico, di imparare a guardare al di fuori del solito perimetro a cui era abituato. Le opprtunità, ahimè, non abiteranno qui per un bel po’.
è un pò che non ci guardo, ma immagino la filosofia di fondo non sia cambiata. La natura dei mercati di oggi, la sua visione di breve periodo, ha tuttavia determinato una recente notevole sotto performance dei mercati EM, in media, rispetto USA e sino a un paio di mesi fa Germania. Ci sono alcuni mercati EM che esprimono valutazione assurde come l’India con P/E stratosferici e in un contesto politico locale che definire confuso è essere ottimisti. Altri hanno valutazioni incredibilmente bassi, la Russia per esempio (ok non è EM ma un BRIC) con P/E ridicoli e aziende spesso prive di debito. Faccio molta ma molta fatica a trovare la volontà di investire in qualcosa per il lungo periodo sinchè il nebbione dell’attuale fase di espansione monetaria non si dirada. Noto che, come previsto da qualcuno bravo, sta aumentando invece che ridurre, le pressioni deflazioniste e questo depone per un esito catastrofico e non un banale riallineamento. Permango dell’opinione che neppure in 100 anni di tassi a zero è curare i bilanci di istituzioni bancarie, specie europee, con leve assurde e che purtroppo sono molto attive (in termini di prodotti finanziari) nei paesi EM causando una volatilità esagerata che quei mercati in realtà non meriterebbero. Mi piace questi thread… che ne pensi ?
Da mesi vai sostendendo su questo blog la totale inconsistenza di quella che ci spacciano come ripresa economica (corredandola di molti dati e grafici) e su cui sono totalmente d’accordo, giustificando il toro infinito con le politiche ultraespansive delle banche centrali e la corsa alla svalutazione ed al carry trade – argomentazioni su cui mi è difficile darti torto
John, giustamente ci ricorda che il buon ex ceo di Citigroup nell’estate del 2007 ballava imperterrito, salvo poi dileguarsi con una faraonica buonuscita pochi mesi dopo, prima che la sua banca finisse devastata e nazionalizzata
A distanza di pochi anni, mi sembra di rivivere la stessa situazione, per certi versi molto peggio, perchè almeno allora quando ci fu la fuga dall’equity i soldi andarono sui bond safe haven che offrivano rendimenti ben diversi da oggi..
Alla luce di ciò mi chiedo: ma solo noi ci poniamo questi dubbi? Chi è che si compra lo sp500 a 1600 con questa situazione macro contando solo su zio Ben(eppure devono essere in tanti ,visto non accenna ad un minimo di rallentamento), chi compra il bund a 1.3% di rendimento?
Ma non hanno paura di restare con il cerino in mano?
Ma le crisi del 2000-01 e del 2008 non hanno insegnato niente?
Gli scambi in borsa sono molto bassi specie se si considera che sono stati immessi trilioni a palate. Eppure restano al di sotto del 2007. Per il rendimento dei bond safe haven la mia considerazione è questa e, ammetto, assai poco popolare: per 20 anni i tassi dei decennali giapponesi all’1% hanno assicurato ai detentori di quei titoli un rendimento mediamente eccellente essendo l’inflazione a -1% e a rischio zero dato che dietro c’è uno stato sovrano. Per questa ragione NON compro titoli di stato italiano a meno che siano a livello da distressed debt, NON COMPRO DEBITO DI UNO STATO NON SOVRANO in una visione di lungo periodo. I BTP sono un investimento speculativo, punto e basta, dove per speculativo intendo che esiste o un rischio default o un rischio cambio di medio periodo. Per il resto del globo, il 30y USA rende di poco oltre l’inflazione e la possibilità di un rialzo dei tassi in USA nei prossimi anni (almeno 3 a mio avviso) è zero assoluto e anzi, se arriva un crash scenderà al 2% o anche sotto. Gli unici rischi che gravano sui bond governativi di paesi sovrani sono il rischio cambio e il rischio inflazione che si possono entrambi gestire/misurare, il resto no. Il quadro macro economico è chiarissimo anche a un deficiente, l’inflazione che fa male al portafoglio in occidente può arrivare nel breve periodo solo da uno schock esterno e per quello basta un pò di oro fisico sepolto sotto la siepe del giardino.
(Si, ottimo Thread!) Si, sono d’accordo con te anche se gli stessi EM stanno cambiando pelle. Nei prox anni si concentreranno sempre più sui consumi interni, grazie anche a bacini d’utenza enormi che…hanno margini di crescita enormi.
Quindi (lo dici tu stesso) la parola d’ordine per gli EM è SELEZIONE. IO preferisco non più fare ragionamenti geografici ma qualitativi. Non importa se un’azienza è cinese o indiana, ma conta cosa rappresenta, quali prospettive ha e sopratutto la sua situazione finanziaria.
Per il resto, la strada presa da governi e banche centrali (ultimo caso quello giapponese) rappresenta secondo me più che un progetto di ricostruzione, una vera è propria scommesas, o meglio un esperimento.
E gli esperimenti non si sa bene che cosa possono portare.
Io sono certo che gli effetti di questi esperimenti rischieranno di essere drammatici. L’unica cosa che però non possiamo prevedere sono i tempi. Fino a quando questa farsa può continuare? Teoricamente potrebbe proseguire ancora per anni, e chi lo può negare! Oppure il meccaniscmo si inceppa e pufff, le banche centrali perdono il controllo dei mercati, che prendono posizione contro le stesse e in un amen …tutti col cerino in mano.
Sarà una bella sfida. Certo, tanta fuffa, ma mercati sempre estremamente interessanti.
Non solo non hanno insegnato niente, ma hanno rincarato la dose. E forse chi ha imparato sono le grandi banche che oggi non commettono più madornali errori come a quei tempi.
Per la cronaca, la grande bolla subprime ha un padre. Si chiama Alan Greenspan ed è il precursore di Bernanke nella politica monetaria espansiva.
In realtà gli scambi in borsa non mi sembrano inferiori a quelli del 2007, vedi grafico settimanale dell’ SP 500 sotto
Per quanto riguarda i rendimenti dei governativi, il tuo ragionamento non fa una grinza, salvo per quanto mi riguarda, per un problema soprattutto di natura psicologica (e forse qui sbaglio io, ma putroppo la psiche è spesso il nostro peggior nemico, perchè impedisce di ragionare con freddezza): cio che mi fa paura di un 30y o di un bund è il fatto che (oltre al rischio cambio) tu oggi (es. nel caso di bund, ancora peggio di un trentennale) paghi 146 qualcosa che fra 10 anni ti renderà 100 – per cui fatte salve le cedole ed il rischio tassi/inflazione ammesso di tenerlo sotto controllo – il tuo capitale è impegnato per 10 anni a rendimenti insignificanti ed esposto a perdite in conto capitale che possono essere causate da fattori imponderabili o shock impensabili o ingestibili anche per stati sovrani (crisi politiche, guerre…)
Non sarebbe meglio allora comprarsi il 1y o 2y, rimunciare a quell’1% di rendimento ed avere meno rischi sul capitale?
E’ vero, anche se mi pare di ricordare che il buon Alan nel 2006-2007 alzò progressivamente i tassi, per cui nel 2008 si potevano comprare bonds governativi a rendimenti interessanti, cosa che invece mi pare di capire nella situazione attuale è destinata a non verificarsi perchè i tassi rimarranno azzerati a tempo indefinito
non compro bund manco scannato, i 30y sono pura speculazione anch’essa per i prossimi mesi dove mi aspetto un modesto calo dell’s&p e un rafforzamento dei trentennali. I giochi si faranno a settembre con le elezioni tedesche sempre che qualcosa scappi di mano a Lisbona prima… per strategico intendo bond sicuri con scadenze entro 2016/2018 max. Ne ho comprati a man bassa sino a 12 mesi fa, oggi sono lì con rendimenti residuali nulli ma non sapendo cosa fare di meglio me li tengo, il principale me lo ridanno indietro sicuro e poi vediamo, nel frattempo dormo tranquillo.
Dovevo andare con una spedizione vicino alla fotografia degli indici di borsa che hai postato ma poi è saltata perchè gli altri partecipanti erano out of budget. Segno dei tempi, ora sono a casa a rosicare e mi hai rovinato la giornata postando quella foto. Cerco di dimenticare con l’uso di stupefacenti (tra cui la chiacchiera su questo blog) e tu mi fai questo, sei cattivo !
Commento apprezzabile. Una tra le chiavi è proprio questa: individuare i paesi che avranno crescita interna sufficientemente armonica unita a condizioni politiche prevedibilmente stabili, autosufficienti almeno per l’alimentazione e non troppo energivori. Non mi interessano i paesi export oriented, è un modello tutto basato sulla leva operativa, grandi risultati e grandi crack, ma nel futuro vedo più crack che risultati. Non esiste niente di ideale tuttavia, ma ci sono paesi che mi piacciono di più, l’indonesia è interessante, credo ci andrò presto, è pure ricco di una natura incredibile e costa pochissimo. Ne riparliamo.
🙁
Mi spiace aver risvegliato desideri sopiti
E’ una foto postata un paio di giorni fa da Marco Confortola che si trova da quelle parti, mi era piaciuta talmente che l’avevo salvata sul desktop per metterla come sfondo del monitor e per sbaglio l’ho ripescata nel fare l’allegato…
Devi essere un discreto alpinista se ti diletti ad organizzare gite da quelle parti..mi spiace ti sia saltata
PS. Dream – ma come si fa a modificare un post se uno sbaglia a scrivere?
Sono un paio d’ore che avevo voglia di chiederti se pensavi d’andare a vivere in indonesia, hai soddisfatto la mia curiosità. Comunque penso che con il minimo di pensione non si possa fare per molti anni i nababbi ma sicuramente vivere dignitosamente e con prospettive migliori di quelle che ci si prospettano qui.
non credo che ci andrò a vivere, in realtà non posso stare da nessuna parte per più di 3 o 4 mesi. E’ una malattia che ho preso anni fa ed è incurabile. Man mano che decrescono i risparmi e aumenta l’età privilegerò luoghi caldi ed economici. 😀
è il 60 esimo anniversario della scalata di Hillary e Tenzing, ci sono vagoni di persone al CB dell’Everest una specie di circo Barnum ormai, ma immagina i vantaggi x l’economia locale che è tra le più misere del mondo. Non ero diretto proprio lì, troppa gente. Ma ci sono migliaia di cime sopra i 6000 in Himalaya, è la prova dell’esistenza di Dio. Comunque non ne resterò lontano x molto, quando sono là sotto degli indici di borsa mi interessa zero meno meno, mi basta un pò di riso e un piumino, motivo in più x andarci e starci, così poi la smetto di rompere gli zebedei a tutti sul blog. Per ora sono depresso e quindi mi dovete sopportare. 😐
Mi spiace per la malattia e la depressione ( chi non lo è,poi i pessimisti cosmici ) per quanto riguarda il doverti sopportare penso che sia un problema che ti stai facendo , non vedi come si animano i blog quando ci sono i tuoi commenti. Ciao. ( battuta a doppio senso: ma quando vedi i crack quali vedi? non rispondermi.)
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