GUEST POST: La Cina e il declino industriale ed economico dell’occidente

Scritto il alle 15:36 da Danilo DT

Un post scritto da Gaolin direttamente dall’EXPO di Shanghai 2010…

Sabato 25 settembre scorso, nel mezzo di un viaggio di lavoro, ho approfittato della giornata
festiva, per molti ma non per tutti in Cina, per visitare l’EXPO 2010 che si sta svolgendo a
Shanghai.
Mostra universale, allestita alla grande dai cinesi che hanno dato l’ennesima dimostrazione della loro superefficienza, delle loro capacità organizzative che, bisogna ammetterlo, sono veramente invidiabili.
Le dimensioni imponenti di questa esposizione e gli afflussi da record resteranno insuperati per lungo tempo. Credo che solo una prossima EXPO in Cina potrà sopravanzarla. D’altronde pare logico e quasi scontato che sia e sarà così.
Quello che non è logico è che ben pochi o nessuno dei nostri governanti, dal massimo al piccolo livello, abbiano pensato di venirci a fare un salto, preferibilmente in incognito e a loro spese. Ne avrebbero avuto da imparare assai.
Trattasi alla fine di una mostra dedicata ai cittadini cinesi che, andando a visitarla, hanno la
possibilità di farsi una vaghissima idea di cosa sta fuori di casa loro. Infatti i visitatori stranieri sono veramente pochissimi ma ai cinesi questo importa poco, anche se hanno un gran piacere di scambiare qualche frase, se ne hanno uno vicino. Passando una buona parte della giornata a fare code mi è venuta l’ispirazione di scrivere questo post che ho inviato a DT.

L’ispirazione e la voglia mi è venuta facendo la coda per entrare nel padiglione tedesco che,
leggendo i cartelli luminosi, avrebbe dovuto durare 4 ore. La cosa mi aveva molto incuriosito perché una coda di tale dimensione non l’avevo mai fatta e mai mi ci sarei messo dentro se non per il fatto che, fare una coda di 4 ore in Cina, è comunque un’esperienza che vale la pena provare perché, come sempre qui in Cina, si impara qualcosa in ogni occasione.
Ma cosa c’entra una coda di 4 ore con il tema del declino in questione?
C’entra, c’entra eccome.
I cinesi sono un popolo molto laborioso e pieno di inventiva, a loro modo hanno un elevato senso della disciplina, l’attitudine imprenditoriale e il senso degli affari è molto diffuso, e inoltre hanno tutti una grande pazienza. E sì, ce ne vuole di pazienza per sorbirsi come nulla fosse 4 ore di coda disciplinatamente, in perfetto ordine, con tutti, dai vecchi ai piccoli, che mai fanno uno sbuffo, mai si lamentano, anzi trovano il modo di passare questo popò di tempo quasi in allegria.
La pazienza è la virtù dei forti, diceva uno dei più bravi professori che ho avuto. Aveva perfettamente ragione i cinesi sono proprio forti e in più molto astuti.
Nei giorni scorsi il primo ministro cinese Wen Jabao ha incontrato lungamente Mr. Obama. Wen è preoccupato per le pressioni che gli USA fanno alla Cina per un aggiustamento sostanzioso della parità fra il CNY e lo USD. Non fa che dire in tutti i modi che questo creerebbe gravi problemi in Cina e che alla fine ciò sarebbe un danno e uno sconquasso per tutti. Diciamo anche che ha una buona parte di ragione. Allora per il momento la BPOC (Banca del Popolo di Cina) agisce rivalutando un pochino il CNY rispetto allo USDL, tanto per fare un po’ contenti gli americani e poi compra titoli in EUR, facendo rivalutare questo nei confronti di tutte e due. Insomma per la Cina meglio di prima.
Il suo Renmimbi debole continuerà quindi a regalare ai bravi industriali cinesi degli ottimi profitti e ulteriori incrementi dell’export, continuando così in modo imperterrito a mantenere l’equazione:

N posti di lavoro in più in Cina – N posti di lavoro persi da altre parti = 0 (zero)

In estrema sintesi questo al momento è quanto sta succedendo nel mondo e in tutto questo delicatissimo tema la UE è totalmente indeterminante. Insomma si continua a riscontrare che stiamo assistendo al rapido declino del sistema industriale occidentale con una tutto sommato pacatezza e rassegnazione degna di miglior causa.
Invece di essere TUTTI incazzatissimi, o perlomeno molto preoccupati, per questo nefasto fenomeno, sembra che tutto sommato esso non susciti molto interesse e che poco importi ai più, almeno fino a quando questi non ne vengono direttamente colpiti.



Nei blog economici se ne parla un po’ ma indirettamente, come se il declino industriale fosse una conseguenza e non una delle cause determinanti di questa crisi economica a tutto campo.
Per chi ha vissuto la propria vita addentro i problemi dell’economia manifatturiera, c’è di che essere sconcertati.
In pratica non si percepisce una consapevolezza di quale disastro continui a incombere sull’economia produttiva/reale di tutti i paesi occidentali ma non solo di questi.

L’asservimento agli interessi della grande finanza, a cui le politiche dei vari governi si sono, più o meno consapevolmente, sostanzialmente prostrate, è un chiaro indicatore di chi viene ascoltato, quando si tratta di prendere decisioni economico-finanziarie importanti.

Certamente l’andamento degli indici di borsa sarà importante, per i tutto sommato pochi che con il trading finanziario si guadagnano da vivere ma per i moltissimi che vivono di tutt’altro che gliene importa?
E’ mai possibile che l’andamento della borsa sembra quasi oscuri tutto il resto? Ora che la realtà si sta manifestandosi nella sua crudezza, ovvero con innumerevoli imprese europee già fallite/chiuse o, insieme a tante famiglie, alla disperazione, è il caso di cambiare o no?

E’ il caso perlomeno di cercare di capire perché un sistema produttivo va in tilt, ovvero si trova spiazzato nella competizione mondiale per effetto dell’irruzione incontrollata nei nostri mercati delle economie asiatiche tutte ma della Cina in particolare?

Il discorso qui è lungo e non trattabile in un breve spazio ma vi è un fattore cruciale che determina l’esito delle battaglie della competitività sui mercati internazionali, ovvero il tasso di cambio fra le monete. Tanto per tornare a citare la Cina, si dovrebbe ogni giorno dire che il tasso di cambio dello YUAN è di moltissimo sottovalutato.

A quasi tutti sfugge che in Cina con 1.300 Yuan al mese (circa 150 Euro), che rappresenta la paga media di un lavoratore delle zone sviluppate, si vive dignitosamente e se ne risparmia anche una percentuale significativa, come fanno per tradizione, cultura e necessità tutti i cinesi. Ci sono ancora molti che credono che in Cina le prestazioni lavorative siano pagate con l’equivalente di una scodella di riso. E’ una stupida falsità che normalmente offende non poco i cinesi. Invece nei nostri paesi tutti sanno e dicono che con 1.000 Euro al mese non si può vivere, se non con tante rinunce, per non dire di stenti, se si hanno persone a carico.

La Cina, popolata da 1.300.000.000 persone, è gestita da una classe dirigente con criteri
imprenditoriali, nel bene e nel male, che ha visioni di lungo periodo e che sa perfettamente dove vuole arrivare, se tutti gli altri la lasciano fare.
In questi due decenni trascorsi la Cina, partendo da una condizione di arretratezza estrema, è riuscita a praticamente quasi smantellare il sistema produttivo manifatturiero americano e a minare bene bene la solidità di quello europeo.
Tutto questo con la complicità, di solito inconsapevole ma spesso interessata, di una ridotta oligarchia occidentale che, con la sua supponenza verso la Cina, sta facendo il gioco di questa, con enorme e ahimè duraturo danno per le imprese, i lavoratori e la classe media dei propri paesi, NESSUNO ESCLUSO, neanche la Germania nel lungo termine.

Gaolin

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8 commenti Commenta
amensa
Scritto il 28 Settembre 2010 at 16:06

grazie gaolin della testimonianza diretta da quell’universo cinese di cui troppo poco conosciamo, e che invece dovremmo e dovremo conoscere.la nostra classe imprenditoriale, abituata alle svalutazioni competitive, non ha la minima sensazione del ridicolo , quando si lamenta.
ricordo i toni trionfalistici, circa 20 anni fà , quando cominciarono a vendere alla cina macchine tessili, salvo poi piangere 10 anni dopo quando siamo stati invasi dai tessuti prodotti in cina.
e la figura dell’expo 2015, dove la mettiamo ? dopo due anni stanno ancora litigando su quali terreni farla, sintomo questo del degrado intellettuale e politico raggiunto.
quando dico che il nostro sport nazionale è il cercare di esser più furbo degli altri, dò la dimensione di questo disastro intellettuale, che dovessi rappresentarlo con un dipinto, disegnerei un gran cerchio di persone ch esi inc….no l’un l’altro, in un glorioso girotondo.
peccato, perchè come popolo abbiamo tante buone qualità, oltre all’inventiva, alla fantasia, al gusto….. poi roviniamo tutto per non sapersi organizzare.
peccato !

narendra
Scritto il 28 Settembre 2010 at 17:53

In Italia abbiamo Roma ladrona ( pensate alle migliaia di assunzioni fasulle per Alitalia nella capitale per anni e anni) e un Sud infiltrato da mafia, camorra e via dicendo; il Nord, nei precedenti lustri di vacche grasse, ha procreato poco e ha reso smidollata la scarsa gioventù, cresciuta nella bambagia;l’immigrazione selvaggia e la globalizzazione fulminea della produzione hanno dato altri colpi tremendi e ora siamo alla semi paralisi. Il guaio è che questi cinesi qui affittano e comprano a man bassa, creando uno sconcerto che ai piani alti non viene raccolto. Solo la Lega Nord, forse, si è resa conto del disastro a cui stiamo andando incontro! Io, intanto, come docente statale, ho subito una perdita stipendiale su base annua di circa 7500€ per blocco del contratto e scatti di anzianità. In Borsa è difficilissimo guadagnare, data la pericolosità estrema dei mercati finanziari e i tassi d’interesse sono all’ossso. Incredibile, ma vero: ci stiamo impoverendo costantemente…

madness
Scritto il 28 Settembre 2010 at 19:00

Quei cinesi che erano in coda da 4 ore però a dire la verità non sono quei cinesi astuti e attivi a cui ti riferivi, spero!
E quei tedeschi di quel padiglione possibile che non avessero pensato di escogitare qualcosa, tipo biglietto d’entrata oraria ogni 5 minuti per esempio? Quantomeno uno nel frattempo fà tempo a farsi il giro dell’Expo.
Siamo nel 2010 e ancora sento parlare di code interminabili, tanta tecnologia ma poca zucca a volte.
Speravo comunque di leggere qualcosa di più sostanzioso.
L’Europa per contrastare la Cina ha già messo in atto i dazi doganali. Evidentemente non sono ancora sufficienti, dovrebbero alzarli.
Ma c’è la pressione delle lobbies che esportano verso Oriente che cercano di continuo di frenare queste proposte di aumentare i dazi, in quanto ovviamente la Cina risponderebbe a sua volta con altrettanti dazi.
Fatto stà comunque che la produzione e ormai anche la progettazione della tecnologia informatica è praticamente in mano sempre più all’Asia, e questo potrebbe essere un grosso rischio per l’Europa e gli USA, non si può vivere di sole banche o società finanziarie, anche perchè anche i capitali iniziano ad andare in direzione est.
Il problema principale secondo me comunque resta sempre quello della redistribuzione del reddito, c’è una società mal costruita che non può andare avanti molto a lungo basandosi solo sulla competitività e sul massimo profitto, inevitabilmente alla fine crollerà tutto causa contraddizioni e differenze di stili di vita enormi non più sostenibilii e sopportabili.

aquilifer
Scritto il 28 Settembre 2010 at 19:05

gaolin auspichiamo che sta ridotta oligarchia capitalista occidentale super avida
che delocalizza imprese , che a sua volta distrugge redditi di famiglie quindi consumi
fa risultatare ovviamente economia che non si espande

e allora visto che gli stati sono sempre piu indebitati e non possono indebitarsi all infinito
per dare aiuto all economia privata.
il ruolo chiave sta proprio in sta benedetta oligarchia occidentale (economia privata) che se non smette di essere sempre piu avida ogni giorno che passa
si autodistruggera , insomma si dovrebbero fare delle regole che vietino in qualche modo
gli investimenti dove i costi della manodopera e fortemente piu bassa , penso pero che sia un utopia

bergasim
Scritto il 28 Settembre 2010 at 19:11

scusa gaolin, ma quale sarebbe la classe imprenditoriale cinese?

La cina è un regime, il tutto ruota attorno al partito al potere e a tutti coloro che vi gravitano intorno

In cina il nuemro vero dei suicidi nelle fabbricche è in continuo aumento, e il dato vero non viene pubblicato

In cina esiste uno sfruttamento VERGOGNOSO delle persone, passando sopra qualsiasi cosa in nome del BUNINESS, ledendo ogni sorta di diritti e dignità morale

La nuova cina, così potente economicamente, nasce solo grazie alla globalizzazione sfrenata, che ha permesso ad un oligarghia finanziaria e industriale di arricchirsi sulle spalle dei consumatori americani ed europei, delocalizzando a più non posso in aree come la cina, l’india, il vietnam, con la speranza ( speriamo resti tale ), di sostituire i consumatori delle economie mature con quelli dei paesi emergenti, una gran figata per noi euroepi, nel frattempo la politica a livello mondiale, ha fatto finta di niente, o ha voluto far finta di niente per poter anche lei avere un posto al tavolo dei vincenti della globalizzazione, tutto era stabilito a tavolino, ed ecco che magicamente nasce la nuova cina, pieni di imprenditori rampanti, ma FINIAMOLA, anche mio nonno con una manodopera ridotta in schiavitù, un pò di cervello e un mercato di consumatori fessi e indebitati dove esportare, sarebbe potuto diventare un gran imprenditore.
La cina non è altro che un mostro della globalizzazione, l’unica speranza è un riequilibrio dei redditi, non si può permettere di delocalizzare sempre più in paesi come la cina, la cui forza economica è diventata un arma per ricattare i paesi industrializzati, i quali sognano l’eldorado dei nuovi mercati cinesi e dei nuovi consuamtori spendaccioni, e no! qui corriamo il rischio di avere creato un mostro che una volta raggiunta l’autosufficienza ( visto che si sta accapparando la maggior parte delle risorse energetiche mondiali) ce lo mettera a tutti nel ….. altro chye mercati dove esportare, e tutto questo non porterà a piacevoli risvegli, ma siccome la speranza è l’ultima a morire, un cambiamento epocale in cina con la fine di questo REGIME, allora forse qulacosa di positivo potrebbe nascere, ma per favore finiamola di citare la CINA come un paese virtuoso, è una dittatura e basta!

bergasim
Scritto il 28 Settembre 2010 at 19:19

chissà come la vedono quelli di amnesty international, questa grande cina patria dei diritti, sicuramente benissimo 👿

aquilifer
Scritto il 28 Settembre 2010 at 19:50

viva amnesty international, se la cina non cambia REGIME finiremo come vuole Marchionne della FIAT ,cioe come i cinesi superproduttivi, CON DIRITTI QUASI A ZERO ,tutto cio significherebbe ritornare 100 anni indietro nel tempo, e FREGARSENE ALTAMENTE DEI MORTI che ci sono stati per avere quel po di diritti che oggi fanno giustamente e umanamente valere !
al contrario della cina che i diritti li stronca
vergognamoci e opponiamoci al sistema sfruttatore della cina!

redbull
Scritto il 29 Settembre 2010 at 11:37

aquilifer@finanza: viva amnesty international, se la cina non cambia REGIME finiremo come vuole Marchionne della FIAT ,cioe come i cinesi superproduttivi, CON DIRITTI QUASI A ZERO ,tutto cio significherebbe ritornare 100 anni indietro nel tempo, e FREGARSENE ALTAMENTE DEI MORTI che ci sono stati per avere quel po di diritti che oggi fanno giustamente e umanamente valere !al contrario della cina che i diritti li stroncavergognamoci e opponiamoci al sistema sfruttatore della cina!  

Si ma che centra sempre sta FIAT??? Ma basta criticare la FIAT e Marchionne!Basta invece a questi sindacati che sono la VERA rovina del nostro Paese! Diritti, diritti, diritti…. E doveri quando??? La FIAT è in perdita SOLO in Italia! Me lo spieghi il perchè?

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