FED: nessuna novità. Ma per la BCE il mercato nutre attese importanti

Scritto il alle 08:40 da Danilo DT

Il nulla di fatto della FED, le aspettative per la BCE e la reazione del cross EUR USD.

Tutto come da copione. Come previsto il nostro amico Ben Bernanke non ci stupisce con effetti speciali e manovre straordinariamente espansive come un quantitative easing di terza generazione, in quanto l’economia sta rallentando, ma ancora non siamo arrivati a quei livelli di allarme che portano il Governatore della banca centrale più potente del pianeta a dover intervenire.
Tassi «eccezionalmente bassi» almeno fino alla fine del 2014, in una forchetta fra lo 0 e lo 0,25%. Economia in rallentamento, occupazione che si sta stabilizzando ma disoccupazione sempre elevata, con delle tensioni sui mercati finanziari globali che pongono significativi rischi al ribasso alle prospettive economiche.
Quindi assolutamente un copione già scritto e letto in passato.

Chi credeva in qualcosa di straordinario è rimasto deluso.
Chi sperava in un intervento concertato delle banche centrali anche (doveva partire da qui).
Chi ipotizzava una FED che subiva le pressioni dei mercati e di Obama e che quindi andasse ad intervenire per il bene dell’economia mondiale e dei mercati, beh, si è di certo sbagliato.
La FED giustamente prosegue per la sua strada, con la consapevolezza che i problemi economici per gli USA sono sempre lì e che si ripresenteranno probabilmente in modo molto più intenso nelle prossime settimane. Ecco il motivo per cui non si è intervenuti. Il QE lo avremo forse a settembre ed in concomitanza con dati economici più negativi.

Sono poche le cartucce di cui dispone la FED. Ed è quindi normale che le usi con parsimonia. E gli stessi economisti, a dire il vero, non si aspettavano altro. Da un sondaggio Bloomberg, solo il 12 % degli economisti intervistati da Bloomberg ipotizzava un intervento forte della FED, mentre per il 48 % deglio stessi sarà la riunione del 12-13 settembre a portare delle novità.

Ora la palla a Draghi

Tolto il dente della FED, ora la palla passa alla BCE: che ci combinerà il buon Mario?
Qualcosa deve fare. I mercati si sono fidati. Lui adesso non può permettersi di deluderli.
LTRO, taglio tassi, SMP, acquisti di bond privati (bancari), ESM e scudo anti spread, o ancora licenza bancaria per il fondo Salva Stati. O un quantitative easing mascherato.
Molto può essere fatto e molto Draghi ha discusso con la Buba in questi giorni. Sempre secondo quanto riportaBloomberg, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, ha detto che la Banca centrale europea non deve oltrepassare il proprio mandato, aggiungendo che i governi sovrastimano le possibilità dell’Eurotower. E avverte: “Siamo la maggiore e la più importante banca centrale dell’Eurosistema e abbiamo una voce più importante rispetto ad altre banche centrali dell’Eurozona“.

Tanto per capire chi comanda….

Tra qualche ora, finalmente, sapremo…Intanto guardate la reazione del cross EUR USD alla notizia del “nulla di fatto” della FED. A buon intenditor, poche parole.

PS: non dimenticate mai che la politica monetaria NON risolvera’ i problemi dell’economia globale. Metterà delle toppe, per il resto ci vuole il rigore…

STAY TUNED!

DT

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13 commenti Commenta
gainhunter
Scritto il 2 Agosto 2012 at 08:52

http://www.ecb.int/ecb/orga/capital/html/index.en.html

Tanto per capire chi, VOLENDO, potrebbe comandare. E soprattutto farsi sentire.
A meno che c’entra quel 30% di capitale ancora da sottoscrivere. Come dire che se si arriva a fine 2012 con tutto il capitale sottoscritto, poi la strada per noi sarà in discesa?

kry
Scritto il 2 Agosto 2012 at 09:20

gainhunter,

Per noi continuerà ad essere in salita,è per gli altri che si troveranno improvvisamente salite più ripide delle nostre se non addirittura dei muri ( contro cui il rischio è andare a sbattere).

kry
Scritto il 2 Agosto 2012 at 09:36

Tra i due giganti ci stanno i nani UK e non mi sembra siano messi bene. ————————- Il governo inglese starebbe valutando l’opportunità di acquisire al 100% le quote di Royal Bank of Scotland (Londra: RBS.L – notizie) . E quindi di nazionalizzarla definitivamente, per costringere la banca a erogare maggiori crediti alle aziende.

Secondo un’indiscrezione raccolta da Financial Times di oggi, lo Stato dovrebbe spendere circa 5 miliardi di sterline per rilevare il 18% delle azioni ancora in mano a privati. I quali, una volta estromessi, non potrebbero più avanzare azioni legali sul governo perché contrari ad una politica di maggiore flessibilità nei confronti dei prestiti alle società.

Pare che il progetto sia osteggiato dal cancelliere George Osborne. Anche perché gli inglesi sono poco propensi a caricarsi sulle spalle il rischio derivante dall’incremento di prestiti a rischio, se non addirittura tossici.

Rbs dovrebbe annunciare domani una perdita, prima delle tasse, di 1,5 miliardi di sterline nei primi sei mesi dell’anno, a causa, fra le varie voci, di un accantonamento per il rimborso delle perdite subite dai clienti in seguito al collasso della piattaforma IT della banca. Un episodio che potrebbe comportare un esborso notevole, valutato attorno a decine di milioni di sterline. La banca è inoltre coinvolta nello scandalo sulla manipolazione del Libor assieme a Barclay’s e ad altri istituti di credito britannici.

paolo41
Scritto il 2 Agosto 2012 at 10:31

..troppa attesa per la riunione Bce, pompata in modo incredibile da tutti i media…si rischia di rimanere disillusi….

fdonni
Scritto il 2 Agosto 2012 at 10:47

Vorrei fare una domanda che mi sovviene spesso in questi giorni… ma nessun media ne parla, e sono sicuro che qui troverò la risposta 🙂

La BCE l’anno scorso aveva già comprato bond italiani e spagnoli, senza troppi problemi e senza chiedere particolari autorizzazioni… Perché invece questa volta tutti questi problemi, questi veti? Cosa è cambiato rispetto al 2011?

Grazie a chi vorrà rispondere.

lampo
Scritto il 2 Agosto 2012 at 11:27

fdonni@finanza,

Provo a rispondere in maniera concisa e semplice. Tutto quello che acquista la BCE è di livello senior, per cui in caso di ristrutturazioni o fallimenti, ha la precedenza sugli altri, lasciando quindi meno liquidità per rimborsare gli altri possessori degli stessi titoli di stato, obbligazioni bancarie e via dicendo.
Quindi sebbene sia di fatto un aiuto l’acquisto da parte della BCE, dall’altro ha effetto opposto, nel senso che rende meno appetibili per gli investitori, le altre quote collocate sul mercato, visto il rischio che si assumono.
Ovviamente questo problema non ci sarebbe se il livello di fiducia degli investitori fosse più alto: ecco perché si vuole dare all’ESM una licenza bancaria… in modo da renderlo potente in maniera illimitata, con l’aiuto della BCE.
Ciò ripristinerebbe la fiducia e ridurrebbe ai minimi termini l’effetto che ho spiegato prima.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro.

gainhunter
Scritto il 2 Agosto 2012 at 12:15

lampo,

Perchè lo stesso problema non avviene con gli acquisti sul mercato secondario della Bundesbank? Forse perchè sono poco pubblicizzati, o forse occultati dal bilancio?

http://investigationfin.canalblog.com/archives/2011/11/25/22804763.html
“Le rapport indique qu’il y a une présence permanente sur le marché secondaire de la Bundesbank. Je rappelle que je n’ai pas été en mesure de quantifier la photographie au 31 décembre 2010 dans les comptes de la Bundesbank.
Le rapport fournit même un ordre de grandeur de 20 % pour la moyenne, sur les huit dernières années, de la part sur le marché secondaire allemand des activités de Market Management de la Bundesbank, dont 60 % auraient eu lieu sur le Frankfurt Stock Exchange.
En 2006, sur un total de 3 311,6 milliards d’euros échangés pour les titres publics, 381,6 seraient imputés à la Bundesbank, dont 332,4 à Francfort.”

lampo
Scritto il 2 Agosto 2012 at 13:31

gainhunter,

Perché gli acquisti della Bundesbank servono anche ad aiutare il piazzamento dei titoli tedeschi a interessi vantaggiosi per loro, visto che ne aumentano la liquidità.

Ma non succede solo in Germania…

fdonni
Scritto il 2 Agosto 2012 at 15:23

fdonni@finanza,

Grazie per la risposta, ma intendevo un’altra cosa… l’anno scorso la BCE ha comprato BTP sul secondario senza problemi, senza grandi preavvisi, senza chiedere il permesso a nessuno… l’ha fatto e basta, e gli spread sono scesi. Questo a mia memoria (e si sa che la memoria può tradire).

Adesso invece pare che per rifare questa operazione ci voglia la bolla papale… qual è la differenza? Non è la stessa operazione? Sono finiti i soldi dedicati? Ci sono altre restrizioni? Questo non capisco…

gainhunter
Scritto il 2 Agosto 2012 at 16:53

lampo,

Fin qui ci arrivo anch’io 🙂
Ma anche gli acquisti della bce aiuterebbero il piazzamento dei titoli italiani e spagnoli a tassi migliori, e anche per la Bundesbank si pone il problema della precedenza di rimborso, in via teorica, così come sono teorici i default di Italia e Spagna, dato che i titoli acquistati dalla BCE verrebbero rivenduti successivamente, così come è già stato fatto in passato, e come fa la Bundesbank.
Quindi dov’è la differenza?

lampo
Scritto il 2 Agosto 2012 at 21:51

gainhunter,

fdonni@finanza,

La mia impressione (ripeto solo impressione) è che prima le banche potevano permettersi di ricomprare sul secondario i titoli di stato, per cui c’era una sorta di accordo con la BCE (vedi caso LTRO).
Adesso non è più possibile perché hanno grossi problemi, nei loro bilanci… e sono già piene di titoli di stato. Quindi chi li compra?
Ecco perché c’è l’esigenza che la BCE abbia potenzialità illimitata… per intervenire anche sulle banche.
Ovviamente però non sono d’accordi molti paesi virtuosi, tra cui anche la Bundesbank… perché significherebbe fare di tutta un erba un fascio… nel senso che dopo un investitore non capirebbe più quale paese/banca è virtuosa e quale no… quindi piuttosto non comprerebbe niente… oppure vorrebbe un premio maggiorato, facendo salire lo spread anche nei Paesi “virtuosi”.

gainhunter
Scritto il 2 Agosto 2012 at 22:28

lampo,

Io penso invece che la Bundesbank, che conosce bene lo stato delle banche tedesche, non vuole assolutamente che si risolva, o per lo meno che si attenui, la tensione sui titoli di stato dei PIIGS: fin quando lo squalo ha in bocca una preda non ne cerca un’altra.
Qui si parla spesso di USA e UK che hanno tutto l’interesse a mantenere l’attenzione sull’Europa per distoglierla dai loro problemi, che sono molto più gravi, ma ricordiamoci che tra banche inglesi, americane e tedesche la differenza è poca. E la Bundesbank rappresenta le banche tedesche, non la Germania.

fdonni@finanza,

A memoria Trichet ha iniziato con gli SMP (acquisti di titoli di stato), poi la Bundesbank si è opposta, e a un certo punto gli SMP sono cessati. Poi è arrivato Draghi che, per aggirare i limiti sul sostegno agli stati membri, si è inventato l’LTRO, che, a differenza degli SMP, finisce per mettere in cassa della BCE titoli più o meno rischiosi per 3 anni, per cui non può essere usato all’infinito. E anche in questo caso, se non ricordo male, la Bundesbank si è fatta sentire (ma poi a quanto pare anche Deutsche Bank ne ha approfittato, ma furbescamente utilizzando alcune controllate italiane e spagnole).
E’ un continuo rincorrersi tra la BCE e la Bundesbank: se Draghi dovesse riutilizzare strumenti su cui la Bundesbank ha già espresso parere contrario significherebbe sfidarla e andare allo scontro, con il rischio di provocare una rottura proprio all’interno della BCE. E allora deve inventarsi qualche nuovo strumento per “sorprendere” la Bundesbank, in modo che l’eventuale ma molto probabile ulteriore parere negativo avvenga ancora una volta a giochi fatti.

gainhunter
Scritto il 2 Agosto 2012 at 22:30

Chiarisco meglio:
SMP = acquisti di titoli di stato che vengono successivamente rivenduti sul mercato, quindi restano presso la bce per un tempo limitato

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