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FACCIA A FACCIA: da adesso cambia tutto
FED E BCE: banche centrali che fino ad oggi si sono mosse verso la stessa direzione. Politica monetaria espansiva all’ennesima potenza anche per far salire l’inflazione. Ma il mese prossimo le strade delle due banche centrali probabilmente cominceranno a divergere. E chi diventerà protagonista assoluto? Il Dollaro Usa e il cross EUR USD. Intermarket docet.
Draghi e Yellen, due persone che si trovano in cabina di regia delle due banche centrali più potenti al mondo, al momento.
Due persone che vivono di parole e di forward guidance. La prima, Draghi, oggi decisamente più concreta ed affidabile, la seconda, la Yellen, recentemente in stato confusionale profondo.
Il capo della FED (Yellen) infatti continua a dire che alzerà a dicembre ma sempre se le condizioni di mercato lo permetteranno. E’ quasi un volere ma…dipende…
La cosa è anomala anche perché la FED sta perdendo la sua identità. Come detto in passato, la politica monetaria americana deve essere attuata e gestita NON guardandosi intorno, ma focalizzandosi sull’economia a stelle e strisce. Però ignorare il mondo e le sue problematiche, è impossibile anche controproducente. Ed ecco che allora, negli ultimi flash, la Yellen fa cenno anche alla Cina e alle condizioni economiche dei paesi emergenti. Ma poi ricambia idea e dice: “i dati economici Usa sono forti e permettono un intervento sui tassi”. Il mercato non sa più che pensare…
In realtà, siamo onesti, il mercato sconta già questo benedetto rialzo di 0.25%, come sconta anche una lunga fase di stasi successiva del saggio di sconto. E solo un cambiamento di questo quadro, andrebbe a modificare il sentiment di mercato.
E dall’altra parte invece troviamo la BCE di Mario Draghi. Taglio decisamente più forte e convinto, quantomeno nell’atteggiamento. Decisione chiara sul voler fare qualcosa a dicembre e quindi andare a modificare il QE Europeo. Come? E di quanto? Questo si vedrà però, almeno, l’azione è stata già annunciata.
Rispetto alla FED non si tratta di discutere “SE” farà, ma “COME”. E questo già cambia anche molto le carte.
Quindi attenzione. Aprite bene le orecchie e segnatevi sul calendario QUESTA data che rischia di diventare storica: 3 dicembre. Perché storica? Perché in questo giorno avremo di fronte (in orari differenti) le decisioni di politica monetaria, molto probabilmente con tanto di azione e non solo di parole, sia di FED che di BCE. E sarà storica perché le due banche centrali prenderanno due strade esattamente agli antipodi e divergenti (nota bene, la data giusta della Fed è il 16 dicembre ma il 3 c’è il discorso al Congresso dove potrebbe già preannunciare prese di posizione).
E la manovra divergente è chiara: Fed restrittiva e Bce espansiva.
Inutile tentare di prevedere come si muoveranno i mercati. Una cosa però è certa. Se per bond ed equity, molto dipenderà dalle parole e da cosa già oggi il mercato sconta, quello che più di tutti subirà importanti effetti è il cross EUR USD.
Cosa condiziona il cross EUR USD
Questo grafico di Barclays spiega egregiamente cosa influenza il cross EUR USD. Fate la somma di FED + BCE, e otterrete l’80%. Il resto? Briciole.
Dal cross EUR USD e dal suo andamento si capiranno e si potranno anche prevedere, in futuro, evoluzioni e cambiamenti delle rispettive politiche monetarie.
Quindi la morale è semplice.
Il mondo della finanza è sempre più complesso e, permettetemi, affascinante. Capire tutto quanto sta accadendo, permette di leggere le reazioni dei mercati e riuscire a gestire anche le emozioni mantenendo la razionalità.
Il Cross EUR USD, in ambito di quella che rischierà di diventare una vera e propria guerra valutaria, sarà estremamente condizionante e diventerà una delle cartine tornasole fondamentali per i prossimi mesi.
Grafico EUR USD
Benvenuti nella fase 2.0 della politica monetaria. Se prima anche le mosse degli istituti centrali “core” erano tutte unidirezionali, da oggi non saranno più così. Permettetemi, ora viene il bello.
E questo grafico che vi sto per presentare, sintetizza tutto questo ragionamento e per certi versi lo certifica.
USA vs Eurozona: guerra di tassi e di cambio
Nella parte alta del grafico trovate a confronto il rendimento dei titoli a 2 anni di Eurozona e USA. Come vedete lo spread tra questi due titoli si sta allargando a dismisura.
Sotto invece trovate in viola la differenza tra i due rendimenti e in verde il cross EUR USD. Evidente la correlazione tra queste asset class. Non occorre dire o analizzare altro. Come direbbe il buon George…
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eur/usd -1,35%
good news bad news…la Fed ha raggiunto quanto vuole a parole, il metadone rischia di ridursi.
LONG MIB 22450, CHIUSURA POSIZIONE DEL 13/10 = -550… un mese da pareggio ( tot. +50 dal 4 settembre. E si riparte LONG con grande forza dopo i DATI ODIERNI SULL’OCCUPAZIONE. Col recupero di ottobre sull’SP500 il segnale di allarme rosso è nettamente rientrato.
certo che per quanto le politiche monetarie siano divergenti, ad un certo punto il disequibrio nei prezzi (il famoso big mac index) fermerà il cambio eurusd.
Lasciano a Dream le ipotesi sul “certo punto” (ovviamente prima bisognerà superare il minimo di marzo), lancio un’ipotesi sul quando: direi proprio le date indicate in questo post, date in cui forse si arriverà già scontando tutta la divergenza possibile.