EUROVITA: cosa sta succedendo e cosa fare?

Scritto il alle 11:51 da Danilo DT

In realtà avrei voluto fare un podcast sull’argomento viste le tante domande ricevute, ma preferisco scrivere due righe visto che il podcast, per problemi tecnici, al momento non riesco a farlo.
L’argomento che mette in ansia i risparmiatori questa volta non è la FED o la macroeconomia, ma più semplicemente una società assicurativa che è sulla bocca di tutti. Si tratta di EUROVITA.
Prima di darvi alcuni pareri puramente personali una premessa è d’obbligo.

In questi giorni si sta parlando molto in merito al commissariamento di Eurovita SpA e sul blocco (temporaneo) della facoltà di riscatto delle polizze della suddetta Compagnia.
Come poi vi spiego, la situazione è in evoluzione e per nulla definitiva. Ma qualcuno, ovviamente, da buon squalo, coglie la palla la balzo seminando terrorismo tra i risparmiatori.

Su Linkedin in questi giorni ho letto molti post, soprattutto scritti da pseudo consulenti più o meno indipendenti che ovviamente si sentono in possesso della pietra filosofale, che prendono le distanze da Eurovita perché con loro non sarebbe successo nulla al risparmiatore e perché le società con cui trattano loro a livello di polizze hanno requisiti di solidità assoluta. E chi è del mestiere sa benissimo che è un attimo confondere, a convenienza, indicatori e indici di solvibilità con quelli di redditività.

Non sarebbe magari il caso di prendere in seria considerazione anche un rischio CREDIBILITA’ nei confronti di certe polizze, come la Ramo I, che rappresenta da sempre una roccaforte per sicurezza?

Non dimentichiamo inoltre che il blocco dei riscatti è proprio stato deciso in questo senso, per evitare che la situazione degenerasse per colpa della speculazione, e per tutelare quindi i risparmiatori stessi. Quindi, e poi la pianto, un consiglio. Prendete le distanze da questi consulenti che sono solo capaci a valorizzare i propri interessi e non quelli del cliente, visto che la pietra filosofale non la possiede nessuno.
Detto questo, andiamo ad analizzare la questione Eurovita.

Tutto nasce dal fatto che l’IVASS ha chiesto alla società Cinven che ha la maggioranza di Eurovita stessa, un aumento di capitale pari a 200 milioni di Euro. Questa cosa ha scatenato al speculazione, molti clienti si sono precipitati a chiedere il rimborso e questo ha comportato l’assottigliamento patrimoniale della compagnia. Cinven, vista la situazione, preferisce NON dare corso alla richiesta dell’Autorità di Vigilanza e quindi ecco arrivare il commissario Alessandro Santoliquido che quindi traghetterà la società, cercando anche dei nuovi investitori, molto probabilmente del mondo assicurativo stesso.

Siamo davanti ad un rischio default? Secondo me ipotesi remota. Se poi dovesse finire in liquidazione ecco che succede.

(…) Nel malaugurato caso che Eurovita finisca in liquidazione (decisa dal Ministero su proposta dell’Ivass), dopo aver stabilito un attivo e un passivo, i sottoscrittori di polizze verranno iscritti a quest’ultimo per il soddisfacimento degli asset.

Riguardo gli attivi a copertura delle riserve tecniche dei rami vita, il codice delle assicurazioni private stabilisce che si rimborsa — in via prioritaria rispetto agli altri titolari di crediti sorti anteriormente al provvedimento di liquidazione — chi ha diritto a capitali o indennizzi per polizze scadute o sinistrate entro il sessantesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del provvedimento di liquidazione e chi ha diritto a rendite maturate entro lo stesso termine; i titolari di crediti derivanti da operazioni di capitalizzazione; chi ha diritto alle somme dovute per riscatti; chi ha contratti in corso stipulati entro il sessantesimo giorno successivo alla data di liquidazione. (…) [Source] 

In tutto si tratta di 353 mila i clienti, con 413 mila polizze di cui alcune sottoscritte con il brand Ergo, Old Mutual Wealth Italy, Pramerica Life, gruppi via via acquisiti dal polo assicurativo di proprietà del fondo inglese Cinven per un totale di 15,3 miliardi di euro.
E parliamo di un colosso quindi, non proprio di una pulce nel panorama assicurativo italiano. Il danno reputazionale (assicurazioni = sicurezza) potrebbe esser devastante per tutto il sistema e quindi secondo me Santoliquido saprà trovare gli interlocutori giusti.

Quindi che fare? Beh, c’è poco da fare anche perché si resta in stand by fino a quando non avremo news da Santoliquido. Però soprattutto per chi ha le Ramo I mi sento di dare un messaggio di tranquillità, anche se ovviamente con beneficio di inventario.
Immaginatevi se questi tipi di polizze, con gestione separata, subissero un danno reputazionale di questo tipo. L’effetto domino sul sistema Italia sarebbe devastante. Un motivo in più per pensare che una soluzione, magari con qualche big player del settore, si troverà già nelle prossime settimane.

STAY TUNED!

Danilo DT

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