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ETF monitor: oil WTI, Eurostoxx50

Scritto il alle 15:09 da gremlin


CRUDE OIL WTI
Etfs Wti Crude Oil   (posizione rialzista)
Etfs Daily Short Wti Crude Oil   (pos. ribassista)
Strumenti non a leva, leggere le schede di Borsaitaliana linkate.

Medio periodo: laterale, possibile test di area 90 dove ci aspettiamo pullback con primo obiettivo area 95; l’eventuale ritorno a 85 renderà più probabile uno scenario di ampia e prolungata fase laterale 85/95
Breve periodo: lateral ribassista; seguire al ribasso eventuale breakdown di area 90 con target max in area 85 da dove rientrare long anche sovrappesando.

EUROSTOXX50
Db X-Trackers Eur Stoxx50 Ucits Etf (posizione rialzista)
Db X-Track Eurostoxx50 Sht Dai Ucits Etf  (pos. ribassista)
Non sono a leva, leggere le schede di Borsaitaliana linkate.

Medio/lungo periodo: lateral rialzista fintanto che tiene area 2550; primo target long 2850; il breakdown è inversione e sarà seguito da ampia volatilità
Breve periodo: rialzista fintanto che tiene area 2700;  primo target long 2850; il breakdown è inversione con primo target a 2550. Sul brevissimo trend ribassista.

§§§

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5 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 4 Giugno 2013 at 15:20

a 85 $ l’intera industria dello shale oil inizia a sanguinare. Il break-even è stimato vicino a quel prezzo. In realtà gli americani come sempre fanno, sacrificano il lungo termine per qualche sporco dollaro ora e subito, e ora più che mai sono in balia dei sauditi che hanno un break-even non noto ma non superiore ai 30$ di sicuro. Non vogliono il petrolio basso perchè devono tenere calma la propria popolazione, ma se necessario possono polverizzare l’industria petrolifera USA con qualche mese di prezzi molto bassi. Fortunatamente alcune commodities possono presentare occasioni (tra le poche) nel caso in cui dinamiche politiche e finanziarie portino i prezzi a ridosso degli 85 $ per il WTI e un pò sopra per il brent. Guarda caso sono tecnicamente dei supporti fortissimi, supporti basati su fattori reali e non psicologici come nel caso delle azioni. Sono d’accordo con te, il petrolio sotto 90$ è da accumulare senza paura.

gremlin
Scritto il 4 Giugno 2013 at 16:18

john_ludd@finanza,

😀

jt_livingstone
Scritto il 5 Giugno 2013 at 01:26

Non credo che sia proprio 85$ il punto di breakeven ma credo che sia piuttosto vicino a 70$ di WTI. Per breakeven intendo il punto in cui i produttori non riescono a ripagarsi nemmeno i costi fissi. Il che in teoria, come dimostra la situazione del gas puo’ anche non implicare la chiusura della produzione.

Il punto e’ che il Brent adesso la fa da padrone, ovvero molti produttori sono riusciti a garantirsi uno sbocco dei mercati alternativo all’oleodotto e pertanto riescono a raggiungere mercti prezzati a Brent.

Faccio un esempio
Il Syncrude canadese viaggia attualmente a premio sopra il WTI di circa 10$ pur essendo una qualita’ inferiore del WTI. Secondo Suncor, uno dei principali produttori di Syncrude il loro costo di estrazione e’ di 40-45$ a barile.

il West Canadian Select (“WCS”) prezza “solo” 12-15$ meno del WTI. Considerate che WTI e’ un petrolio light di ottima qualita’ mentre il WCS e’ una schifezza difficile pure da trasportare via oleodotto.

Assumiamo di fare il prezzo di breakeven sul WCS e non sul Syncrude
Se lo sconto rimanesse cosi’ $85 di WTI si trasformerebbero in 73-70$ di WCS, che ancora sono sufficienti a incassare qualcosa. Si stima infatti che il costo di estrazione di queste schifezze canadesi sia intorno ai 60-65$/barile.

Se prendiamo per buoni questi valori diciamo che per mettere in crisi l’industria dello shale oil ci vogliono prezzi del WTI sotto i 75$ per un periodo prolungato.

Giusto per dire che non e’ cosi’ assurdo vedere il WTI scendere anche a $70 senza compromettere le aziende petrolifere piu’ di tanto. Detto questo anche io sono dell’idea che $85 sono un ottimo supporto per il WTI.

gremlin
Scritto il 5 Giugno 2013 at 07:31

jt_livingstone,

grazie Lorenzo, analisi autorevole da rammentare la tua

peccato che qui nell’italietta l’unico sostituto d’imposta che tratta le opzioni su oil ti chieda 4000 di margine anche per strike far otm
conosci mica qualcun altro che fa margini più bassi? :mrgreen:

john_ludd
Scritto il 5 Giugno 2013 at 13:34

jt_livingstone,

Ok per la corretta precisazione. Non ho parlato di break even ma di prezzo vicino a… e soprattutto che sotto gli 85$ l’industriale locale inizia ad avere dei problemi e a ridurre gli investimenti. Non voglio essere troppo precisino, questo è un blog generico e non specialistico e nessuno sa che in realtà ci sono tanti tipi di petrolio con diversi costi di produzione ma anche diverse rese etc… 85$ è un valore congruo per valutare posizioni sul WTI e sappiamo bene che può scendere sotto e starci x un pò ma non x troppo, pena prezzi molto maggiori in futuro. E in ogni caso quello che conta è il brent e assimilati per il quale non ha senso parlare di break even a causa dei costi estremamente diversi delle varie produzioni. In generale non si sbaglia ad affermare che l’ultimo decile della produzione è ormai sopra i 75$, che questi costi aumenteranno in futuro rapidamente e che l’offerta è limitata e non in grado di soddisfare una domanda che secondo i maghi delle previsioni di crescita infinita dovrebbe essere del 2% anno per i prossimi 20 anni x garantire una crescita del 4% dell’economia mondiale. La produzione delle majors è sotto del 20% rispetto il picco del 2004 e sono sempre più gas companies e meno oil companies. Siamo completamente nelle mani dei sauditi e non c’è nessuna possibilità di evitarlo. L’ultimo report di Jean Laherrere (che apprezzo particolarmente per il rigore e la storia professionale dello scienziato) va nella stessa direzione di tutti gli altri report di geologi e centri studi indipendenti, o sbagliano tutti oppure davanti a noi c’è un muro. Ciao.

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