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ETF: FTSEMIB a leva non sempre in linea col NAV
FTSE MIB: quando l’ETF non rispecchia “troppo” il sottostante
Rispondo ad un’email di Francesco, un lettore che mi pone una domanda che molto probabilmetne in molti si sono fatti:
“Carissimo DT, spesso e volentieri uso gli ETF a leva sulla borsa italiana, l’XBEAR e il LEVMIB per fare trading (emittente Lyxor). Però molto spesso noto che non sempre la performance degli stessi è apri all’indide moltiplicato per 2. Come mai?”
Carissimo Francesco, tanto per cominciare non dimentichiamo mai che questi prodotti, negoziati a Piazza Affari, subiscono l’influenza della “legge” di domanda ed offerta. Quindi quando c’è pressione al rialzo, può capitare che il LEVMIB diventi ”caro e viceversa l’XBEAR diventi “cheap”. Però facendo un’analisi molto generalizzata non mi sembra di poter notare, per l’investitore, grandi incongruenze in quanto col tempo il premio/sconto sul NAV tende sempre ad azzerarsi. Infatti, quando ci sono delle sitauzione “estremizzate”. nell’arco di qualche settimana c’è sempre un riallineamento.
Chiaro però che, nell’intraday e NON SOLO, si potrebbero anche creare delle incongruenze non di poco conto, soprattutto per lo scalper e il trader. Morale: non sempre questi prodotti funzionano come dovrebbero.
Per meglio spiegare il fenomeno vi allego i grafici.
Lyxor Etf Leveraged Ftse Mib
Lyxor Etf Xbear Ftse Mib
Come vedete dai grafici, il massimo di Sconto/Premio si è aggirato, nel corso degli ultimi anni, su un 2.33% per il LEVMIB (quando i Tori scalpitano) e su un -1.90% per l’XBEAR. Certo, percentuali non esorbitanti che però confermano quanto detto prima.
STAY TUNED!
DT
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Ciao Dream. Non dimenticare di spiegare ai nuovi l’effetto ‘volatilità’ di questi strumenti, che si palesa nei momenti come questo. Infatti ne abbiamo parlato a lungo durante le precedenti montagne russe del 2008-2009.
Questi strumenti alla lunga sono destinati al valore zero e vanno usati solo nel brevissimo. Io l’ho scoperto sulla mia pelle e da allora non li tocco più neanche con la canna lunga 🙂
In sintesi l’effetto si può spiegare così: poniamo che il sottostante in due giorni prima salga e poi scenda tornando allo stesso valore di partenza (100). Se tu sei andato long o short in leva sul sottostante ti ritrovi al punto di partenza, mentre un etf in leva, prezzando due giorni di seguito, pagherà la volatilità del giorno per lui negativo (quello long o quelo short).
Se l’oscillazione è bassa quasi non te ne accorgi, ma i periodi di montagne russe si vedono eccome. Esempio:
sottostante: 100 – 90 – 100 (-10% seguito da un +11-1%)
etf short leva 2: 100 – 120 – 93 (+20% seguito da un -22.2%)
Quindi in soli due giorni, mentre il sottostante è rimasto fermo, l’etf ha correttamente perso il 7%..
Gli ultimi due anni di SKF (etf short leva due sui finanziari USA) contro il suo sottostante.
il sottostante è tornato alla casella di partenza, l’etf si è divertito parecchio nel 2008, ma poi è finito dove doveva finire…
E’ evidente che non sono strumenti adatti al trading di breve/brevissimo… 😆