E SE LA MIA BANCA FALLISCE?

Scritto il alle 11:00 da Danilo DT

fallimento bancheRitrovarsi con un fallimento di una banca USA ormai è diventato una consuetudine. In Europa, al momento, non ci siamo ancora trovati davanti a grossi fallimenti, a parte la vicenda di Northern Rock, che sicuramente è stata storica e significativa. Ha dato il “La” alla crisi subprime.

E la cosa curiosa è che Northern Rock non è una banca americana, bensì è una banca inglese, e quindi fa parte di un sistema bancario che resta tutt’ora uno dei più indiziati ad una potenziale crisi futura.

E in Italia come stiamo? Direi meglio.

In questo periodo tutti iniziano ad avere paura di tutto. e direi che questo “panico” inizia ad essere giustificato. La crisi economico-finanziaria si sta allargando a macchia d’olio ed i risparmiatori iniziano a temere l’incolumità non solo fisico-psichica (stress da ribasso dei mercati) ma anche del proprio conto corrente.

In questo week end ho ricevuto diverse email e richieste di spiegazioni su una situazione che potrebbe esssere molto fastidiosa, ovvero il fallimento del proprio Istituto di Credito e la domanda più classica che ho letto in questi giorni è stata la seguente:

“Che succede ai miei soldi se la mia banca fallisce?”

La Direttiva Europea 94/19

A livello comunitario, esiste una normativa che garantisce i risparmiatori, tramite una sorta di assicurazione che andrebbe a coprire eventuali default dell’Istituto di Credito. I vari paesi membri hanno la possibilità di adeguarsi a questa normativa per l’importo che ritengono più consono. La base di partenza era di un modesto 20.000 €. Per fortuna il nostro Bel Paese si è adeguato in maniera sicuramente più generosa, garantendo per un importo minimo di 103.281,38 €, alias i vecchi 200.000.00 di Lire del vecchio conio, senza franchigia alcuna (che invece poteva essere prevista… bella presa in giro altrimenti!).

Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi

E chi ci dà queste garanzie? In Italia esistono due fondi. Il primo è senza dubbio il più famoso, ovvero il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Oltre a questo c’è anche il Fondo di Garanzia dei depositanti del Credito Cooperativo. La cifra resta, appunto, la già menzionata 103.281,38 €, la quale cifra però, notate bene, è valida per ogni intestatario del rapporto. Quindi se il c/c è intestato a 3 persone, la cifra potrà coprire fino ad un importo triplo, ovvero 600.000.000 di Lire (per i nostalgici della Lira…)

Il Dossier Titoli: stesso discorso?

Se per il c/c abbiamo questo Fondo a garanzia, per i titoli invece come funziona?

Innanzitutto non dimentichiamo mai che i titoli ed i nostri investimenti sono in deposito e quindi la banca non ne può disporre. Sarà quindi sufficiente trasferire questo deposito presso un altro istituto. Non dimentichiamo infatti che ormai i titoli non sono più materiali e quindi (tranne alcune eccezioni) trasferire dei titoli, significa trasferire banalmente dei flussi informatici, avendo come “base centrale” il Monte Titoli che funge da reale depositaria.

E se fallisce una SIM?

A questo scenario apparentemente tranquillizzante, bisogna però ricordare un ultimo granoso problema. Che succede se a fallire non è la banca, bensì una SIM?

In questo caso interviene il Fondo Nazionale di Garanzia (un altro fondo, diverso da quelli prima menzionati), il quale copre però per una cifra pari solo a 20.000 €. Dobbiamo preoccuparci? Direi di no. Vale la pena di sottolineare che, a differenza delle banche, le SIM tengono depositati i soldi dei clienti in un “conto terzi”, dal quale possono prelevare esclusivamente per pagare gli acquisti, le spese, i margini di spettanza di ciascuno di loro nel limite della sua disponibilità, mentre devono attingere ai fondi propri per ogni altra esigenza, compresa l’eventuale concessione di prestiti ai clienti medesimi. Quindi questo fondo è un “di più” che garantisce il cliente.

E per il risparmio gestito?

Quello rimane un discorso a parte, un contenitore che non può essere “aggredito” dai creditori dell’istituto e quindi continua tranquillamente ad avere il suo valore. Non dimentichiamo mai, infatti, che vige il principio della separatezza.

Una domanda piccante…

Ma se fallisse una grossa banca, questo Fondo Interbancario ha denaro a sufficienza per coprire tutti i c/c dei clienti? Beh, non penso prorpio. Per fortuna in pasasto il fallimento di una banca si è sempre rivelato un evento rarissimo e la Banca d’Italia ha sempre fatto il possibile per far si che queste banche “in dissesto” potessero fondersi con altre realtà più solide, salvando capre e cavoli.

Poi, come sempre, del doman non v’è certezza….

STAY TUNED!

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Grazie e buona lettura!
DT

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