DEFAULT RUSSIA: danni ed effetti sul sistema (occidentale)

Scritto il alle 23:15 da Danilo DT

Alcuni giorni fa, l’agenzia Fitch usciva con un comunicato dove, a seguito di un forte peggioramento economico causato dalle sanzioni e dall’embargo, si prevedeva un vertiginoso aumento del rischio default della Russia. E l’insolvenza sarebbe poi ricaduta su Titoli di Stato emessi da Mosca per 40 miliardi di dollari e obbligazioni societarie per oltre 200 miliardi di USD.

Poi abbiamo avuto le prime avvisaglie ed i primi timori, quando ci siamo ritrovati con alcune scadenze che poi, però, sono state regolarmente pagare in valuta forte, come previsto dalle emissioni stesse.

E poi arriviamo al weekend dove l’agenzia S&P Global ha tagliato a default selettivo (Sd), quindi ad un solo livello dal finale DEFAULT, il rating della Russia. In realtà è una mossa che è figlia dello stesso embargo. Quindi un default indotto e non voluto.
Infatti il livello di Restricted Default è stato deciso in quanto gli Usa hanno bloccato a inizio mese il pagamento di bond russi per un valore di 600 milioni di USD. E poco importa se il Cremlino ha ancora i mezzi per poter rimborsare i prestiti grazie alla vendita di gas e petrolio, il problema sta nel fatto che i bondholder non ricevono il denaro in conto corrente attraverso la banca depositaria (JP Morgan) e quindi, come da manuale, senza questi pagamenti (che non sono permessi dall’embargo), le agenzie di rating 30 giorni dopo la data di scadenza delle emissioni devono dichiarare il default.

Per cercare di salvare il salvabile, Mosca lo scorso 4 aprile ha deciso di effettuare in rubli i pagamenti di cedole e capitale sugli Eurobond denominati in dollari. Ma le norme parlano chiaro: se si paga in valuta diversa, è default.
Cosa che ormai possiamo dare per scontata, anche se Mosca, ovviamente, pare non essere molto d’accordo…

(…) Mosca ha informato che interromperà le vendite di obbligazioni per il resto dell’anno e intraprenderà un’azione legale se le sanzioni la costringeranno ad un default sul debito. Lo ha spiegato il ministro delle finanze, Anton Siluanov, a quotidiano russo Izvestia. La Russia è fallita due volte negli ultimi 100 anni, la prima nel 1917 sul debito estero, la seconda nel 1998 su quello interno. (…) [Source] 

Grafico CDS Russia 1y

Il grafico che vi propongo è sui CDS a breve, ovvero ad un anno e sono quelli che meglio spiegano l’urgenza del momento.
Livelli raggiunti stellari, incorporano una probabilità di default superiore al 99%. Ma attenzione, la situazione si aggrava perché non c’è solo lo Stato in difficoltà.
DEFAULT Russia anche dal mondo corporate. Si parte dai treni…

(…) Oggi le ferrovie di Stato russe, Russian Railways, sono state dichiarate in default, dopo avere mancato il pagamento degli interessi su un green bond in franchi svizzeri, il mese scorso. Il pagamento della cedola sarebbe dovuto avvenire entro il 14 marzo, con un periodo di tolleranza di 10 giorni, secondo il Credit Derivatives Determinations Committee britannico, organismo che regola i termini internazionali di gestione dei crediti sui derivati. Tra i creditori di Russian Railways c’è anche Unicredit che ha erogato alla società finanziamenti per 545 milioni. (…) [Source] 

Ebbene si. La compagnia statale Russian Railways, è stata dichiarata inadempiente da una commissione di controllo sui derivati dopo aver mancato il pagamento di interessi su un bond.

Perché non è un fatto trascurabile? Perché questa azienda è semplicemente il PRINCIPALE datore di lavoro del Paese, con oltre 700mila dipendenti e una delle tre più grandi aziende di trasporto ferroviario al mondo. Una mazzata pazzesca per l’economia russa, soprattutto perché, come per il Bond governativo, non si tratta di volontà ma di costrizione.

Infatti leggendo da Bloomberg si capisce che le ferrovie avrebbero tentato il pagamento, ma sarebbero rimaste bloccate da “obblighi di conformità all’interno della rete bancaria”. Proprio come per i govies di Mosca. E lasciamo da parte il fatto che Unicredit ne subirà anche le conseguenze indirettamente. Questa è un’altra storia.

Cosa significherebbe DEFAULT per la Russia?

Credo che in molti, a questo punto, se lo stanno chiedendo. Molto semplicemente, un default implicherebbe un isolamento finanziario del Paese, ancora più grave di quello attuale. E sul paese rimarrebbe una macchia che lo andrebbe ad estromettere dal sistema economico. Gli effetti sarebbero poi gravi sulle prospettive macroeconomiche di medio periodo, sulla stabilità finanziaria e le condizioni di investimento già deboli della Russia, e ci sarebbe una grande riduzione ai mercati finanziari e dei capitali esteri.

Ed a quel punto, anzi, aumenterebbero a dismisura i deflussi di capitali, e tutte le operazioni con la Russia dovranno essere controllare e autorizzate, vista anche la situazione di embargo.

OK, Russia che viene cancellata dalla cartina economica globale, si fa per dire… Però cari amici, vi chiedo anche di porre la vostra attenzione a cosa significherà per gli altri paesi del mondo. Infatti come immaginare un default della Russia senza un effetto contagio?

Intanto la Russia ha circa 2.000 miliardi di debiti (escluso il mondo bancario) più bond per 700 miliardi (fonte: BRI). E dove si trovano questi debiti? Non certo nel Sahara, ma nei paesi occidentali.

E poi aggiungiamole varie esposizioni delle società americane o europee su asset azionari russi. Se volessi diventare un menagramo, direi che c’è il rischio di un nuovo credit crunch, il che potrebbe costringere la Banca centrale europea e la Federal Reserve a versare liquidità in tempi brevissimi per evitare gravi conseguenze sul sistema.

Dubbio amletico: ma non stiamo parlando di aumentare i tassi di interesse e diminuire i bilanci delle banche centrali? Uh, la situazione si complica, la matassa è sempre più ingarbugliata, speriamo di non fare come i treni russi. Deragliare passivamente senza averne né la colpa né una volontà soggettiva.

STAY TUNED!

Danilo DT

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1 commento Commenta
kociss01
Scritto il 12 Aprile 2022 at 18:46

una cosa che non ho mai capito fin dall’inizio : xche’ il governo russo e/o la banca centrale hanno disseminato le loro riserve in valuta pregiata presso istituti bancari esteri??? non sapevano che in caso di embargo-sanzioni sarebbero stati questi i primi ad essere congelati?? sarebbe stato molto meglio mantenerli nei forzieri della banca centrale russa, adesso verrebbero comodi, che errore strategico madornale possibile che siano stati cosi’ miopi ?

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