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Crisi VENEZUELA: il paese ormai ha i giorni contati

Scritto il alle 15:30 da Danilo DT

default venezuela maduro

Sul Venezuela mi sono già soffermato più volte negli ultimi mesi. Credo che ormai siamo arrivati al dunque. Il momento clou è vicino. E come momento clou intendo il default.
Ho torvato calzante e realistico l’articolo scritto da Seminerio,  come estremamente veritiero il video del FT.
Un paese ormai alla disperazione. Un paese ormai finito…

(…) nel primo trimestre di quest’anno il Venezuela ha venduto oro per 1,7 miliardi di dollari. Nel 2015 Caracas aveva già smobilizzato circa un miliardo di dollari di oro, attraverso uno swap col demonio capitalista chiamato Citigroup. Quest’anno, tra debito sovrano e quasi-sovrano, quest’ultimo riconducibile alla compagnia petrolifera nazionale PDVSA, il Venezuela dovrà pagare circa 6 miliardi di dollari. Il motivo per il quale il regime ha deciso di restare solvibile ad ogni costo sul debito in valuta detenuto da non residenti è da ricercare nel fatto che il paese non vuole vedersi sequestrare impianti petroliferi ed altri investimenti effettuati all’estero (ed anche altro, pubblicamente inconfessabile), ma la situazione è chiaramente insostenibile.
Con un deficit pubblico stimato al 17% del Pil ed una monetizzazione furiosa che ha prodotto un’iperinflazione attesa quest’anno al 1.600%, il paese è ormai perso.Saccheggi e disordini sono ormai parte del paesaggio. Nel frattempo, sempre per “risparmiare” dollari, il regime punta a finire l’opera di distruzione della domanda interna e quindi a schiacciare senza pietà le importazioni. I numeri fanno spavento, non meno delle motivazioni usate dal regime. Nel 2015 le importazioni del Venezuela sono state pari a 37 miliardi di dollari. Il governo pianifica di abbatterle a 20 miliardi quest’anno, più per mancanza di valuta che per azione deliberata, dopo tutto. Ma è una contrazione equivalente ad un evento bellico, ed oltre. Ma Miguel Perez Abad, ministro di industria e commercio, giorni addietro è riuscito a dichiarare, in una intervista a Bloomberg:

«Manterremo l’attuale livello di restrizioni per forzare il settore produttivo dell’economia ad aumentare la produzione. Siamo fiduciosi di poter tagliare il valore delle importazioni a 15 miliardi di dollari»

Distruggere la domanda interna per “forzare il settore produttivo ad aumentare la produzione”, in un paese privo da tempo immemore di una propria industria manifatturiera sarebbe anche esilarante, come battuta, se non ci fosse di mezzo la vita di milioni di persone. Dopo di che, le imprese smetteranno di produrre per mancanza di importazioni, verranno sequestrate dal regime, forse qualche imprenditore diverrà il capro espiatorio ed il martire per le masse affamate e disperate. Il regime venezuelano appare sempre più simile a quello di Nicolae Ceausescu, che ridusse alla fame un intero popolo per poter ripagare il debito estero, a mezzo di distruzione della domanda interna. Verosimile che Maduro rischi la stessa fine, proseguendo su questa strada.
Interessante nemesi, per il paese che aveva deciso di lottare contro la dittatura del dollaro ammassando oro. Per non parlare del fatto che, quando si dispone di una moneta sovrana, sarebbe utile evitare di farne carta da parati o destinabile ad altre funzioni, ad esempio corporali. Ma dietro questi comportamenti assai poco rivoluzionari, che spingono a ripagare ad ogni costo il debito estero si nasconde, con ogni probabilità, il fatto che esponenti del regime hanno costituito imponenti riserve occulte su banche estere, che rischierebbero di essere bloccate in caso di insolvenza sovrana. A pensar male si fa peccato ma con questi regimi si coglie nel segno. (Source)

E fa quasi compassione da una parte, ma anche rabbia dall’altra, leggere che Maduro, sul sito della società PDVSA dice:

“Presidente Maduro: Avanzamos hacia la construcción de una poderosa Zona Económica de desarrollo integral compartido”

Il presidente starebbe muovendo il paese verso la costruzione di una PODEROSA area economica? Certo. Il canto del cigno per cercare di incantare la popolazione che ormai ha ben chiara la situazione. La gente ha fame. E quando la gente ha fame può solo arrivare una cosa. La rivoluzione.

AMEN.

Riproduzione riservata

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Danilo DT

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6 commenti Commenta
Scritto il 31 Maggio 2016 at 17:22

Se non altro, loro hanno risolto il problema della deflazione!!! 🙂

corvaz
Scritto il 31 Maggio 2016 at 17:51

E’ da tempo che il governo comunista ha distribuito armi al popolo fedele al loro partito unico, mentre i pochi imprenditori esistenti sono costantemente minacciati dai militari ai quali devono pagare il pizzo e continuare a produrre in attesa di un esproprio governativo che arriverrà probabilmente con la rivoluzione. Hanno riempito la pancia dei loro burocrati e distribuito case e reddito minimo a chiunque pensando di diminuire il malaffare per poi ricredersi e dare loro la caccia come si fa in Australia con i canguri in un clima di costante propaganda contro i pochi che sanno fare impresa perché arrichirsi con il lavoro onesto è un reato. Come insegnano gli antichi tiranni della Grecia la via migliore per arrivare al potere si chiama democrazia.

Scritto il 31 Maggio 2016 at 22:03

dfu­ma­gal­li@fi­nan­za,

A chi troppo e a chi troppo poco…. Hahahahahah!

atomictonto
Scritto il 1 Giugno 2016 at 08:32

Sarebbe anche ora di rendersi conto a livello glbale che i regimi populisti, tutti, portano solo al disastro. La costruzione di consenso basata sull’insoddisfazione della parte ignorante della popolazione, quella piu facilmente intortabile, ammansita con mirabolanti promesse di “nuovi mondi possibili”, giustizialismo alla Torquemada e magnfici luminosi futuri una volta che si abbatte il “nemico esterno” (tutti i populismi si focalizzano su di un “nemico esterno” ai confini nazionali o ai confini ideali del proprio target audience….immigrati, “negri”, caste, capitalisti, comunisti…chi piu ne ha piu ne metta).
Macchiavelli già descrisse abbondantemente come fosse facile usare “lo perimetro” delle mura fortificate o delle menti deboli per manovrare le genti verso “temerarie et dolorose avventure”.

filipposense1
Scritto il 5 Giugno 2016 at 01:24

ato­mic­ton­to@fi­nan­za:
Sa­reb­be anche ora di ren­der­si conto a li­vel­lo gl­ba­le che i re­gi­mi po­pu­li­sti, tutti, por­ta­no solo al di­sa­stro. La co­stru­zio­ne di con­sen­so ba­sa­ta sul­l’in­sod­di­sfa­zio­ne della parte igno­ran­te della po­po­la­zio­ne, quel­la piu fa­cil­men­te in­tor­ta­bi­le, am­man­si­ta con mi­ra­bo­lan­ti pro­mes­se di “nuovi mondi pos­si­bi­li”, giu­sti­zia­li­smo alla Tor­que­ma­da e ma­gn­fi­ci lu­mi­no­si fu­tu­ri una volta che si ab­bat­te il “ne­mi­co ester­no” (tutti i po­pu­li­smi si fo­ca­liz­za­no su di un “ne­mi­co ester­no” ai con­fi­ni na­zio­na­li o ai con­fi­ni idea­li del pro­prio tar­get au­dien­ce….im­mi­gra­ti, “negri”, caste, ca­pi­ta­li­sti, co­mu­ni­sti…chi piu ne ha piu ne metta).
Mac­chia­vel­li già de­scris­se ab­bon­dan­te­men­te come fosse fa­ci­le usare “lo pe­ri­me­tro” delle mura for­ti­fi­ca­te o delle menti de­bo­li per ma­no­vra­re le genti verso “te­me­ra­rie et do­lo­ro­se av­ven­tu­re”.

Credo tu abbia centrato in pieno il problema. Purtroppo chi e’ causa del suo mal, pianga sé stesso… Mi dispiace tantissimo perché e’ un paese meraviglioso e pieno di risorse.

pippo2015
Scritto il 7 Giugno 2016 at 09:49

Greggio vicino al massimo di 8 mesi
Qualcuno ha notato la correlazione tra greggio e crisi del Venezuela?
Hanno spinto il wti fino a 26$ poi non appena è collassato il Venezuele lo hanno riportato a 50$
Questa gente è pericolosa!
Altro che ISIS

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VEDO PREVEDO STRAVEDO tra 10 anni!

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