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CRISI GRECIA: rimandare i problemi non significa risolverli!
Sarà sicuramente un caso, però proprio nel momento in cui si torna a parlare di rischio rottura dell’Euro si va a rispolverare qualche vecchia magagna che NON è mai stata risolta ma che era finita momentaneamente nel dimenticatoio.
Se ben ricordate, l’evento precursore di eventuali Frexit ed Italiexit (Brexit è un’altra storia) era stata la Grexit. Ovvero il rischio di un’uscita pilotata della Grecia dall’Euro.
Ricordate? Già in passato avevo descritto come il problema Grecia era stato solo rimandato e rincarato ma non di certo risolto.
Ed ecco che ora riaffiora tutto, in perfetta sintonia con una rinnovata percezione del rischio finanziario sui bond governativi periferici.
(…) Come ad ogni inizio d’anno, in vista della scadenza di luglio (7 miliardi di bond), tra la Grecia e i creditori torna ad infiammarsi lo scontro sul piano di salvataggio. Il Governo di Alexis Tsipras sostiene di aver rispettato i patti, approvando riforme di austerità fortemente criticate dagli ellenici, mentre i creditori chiedono più lacrime e sangue per avere la certezza che il Paese torni in carreggiata nei tempi e con i modi previsti. I prossimi due appuntamenti cruciali sono fissati per il 6 febbraio quando si riunirà il FMI per decidere che posizione prendere sulla vicenda ellenica e il 20 febbraio quando sarà la volta dell’Eurogruppo: i ministri dell’Eurozona dovranno decidere se sbloccare o meno la nuova tranche di finanziamenti. Ancora una volta l’Europa starà con il fiato sospeso in attesa del solito compromesso dell’ultima ora. E se non dovesse arrivare questa volta ci sarebbe il default. (IBTimes)
il 6 febbraio è già passato e quindi il FMI ha già detto la sua, che non è nulla di diverso rispetto a quanto chiesto in passato:
Il Fondo si divide sulla crisi di Atene ma arriva a una risoluzione di maggioranza: l’austerity l’ha penalizzata, il paese dal 2010 ha fatto molto ma deve accelerare sulle riforme. I target imposti dalla ex-Troika sono irrealistici e Bruxelles deve tagliare il debito. Washington “pronta a discutere per collaborare con le altre istituzioni” (Rep)
La richiesta del FMI è lecita perchè non c’è altra soluzione e fintanto che non ci sarà un haircut del debito greco, ma su TUTTO il debito, non si risolverà il problema. Questo significa però andare ad intaccare anche i titoli che sono in pancia alle istituzioni internazionali, BCE in primis.
Ecco, in questo grafico potete rinfrescarvi la memoria su quello che è il problema. il 72% del debito greco è in mano ad istituzioni pubbliche.
“Malgrado gli enormi sacrifici ellenici e il generoso supporto degli altri paesi europei – scrive il FMI dando un colpo al cerchio e uno alla botte – serve un taglio del debito più sostanzioso per garantire la sostenibilità nel lungo termine del piano di aiuti”
Ma l’evidenza non basta, anzi, in BCE c’è anche chi fa del sano umorismo.
“Sono sopreso dalla durezza del rapporto – ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem -. La Grecia sta meglio di quanto dice l’Fmi. Abbiamo già limato il debito ma se serve e se Atene collabora potremo fare di più”.
Il documento del FMI parla chiaro e critica Bruxelles senza però dare soluzioni concrete ed immediate se non chiedendo di tagliare il debito. Forse per il MI è facile parlare, visto il suo basso coinvolgimento nella questione.
E ora che succede? Come detto il 20 febbraio l’Eurogruppo dovrà decidere se dare l’ok ai nuovi aiuti ad Atene. In caso contrario si dovrà discutere sul da farsi nella consapevolezza che Atene sarebbe insolvente per i prestiti in scadenza a luglio.
Ma cosa interessante è che la questione verrà discussa molto probabilmente a maggio. Vale a dire DOPO le elezioni di Francia e Olanda e poco prima di quelle tedesche. Secondo voi ci sarà anche un po’ di strategia politica nelle scelte per decidere sul da farsi? Probabilmente si, anche se poi, la soluzione migliore è più comoda visto il momento molto caldo, sarebbe regalare altri soldi ad Atene. Almeno così si continuerebbe a comprare tempo e politicamente non ci sarebbero grosse problematiche visto il caldo periodo elettorale. Tanto ormai ci siamo abituati a questo modus operandi…
STAY TUNED!
in una dimostrazione ad Atene circolava una maglietta che scriveva:
non buttate lacrimogeni ,piangiamo anche senza quelli