CRIPTOCURRENCY REVOLUTION: la Blockchain è la VERA rivoluzione!

Scritto il alle 10:12 da Marco Dal Prà

Dodici mesi di Criptovalute – Terza Parte

Nei precedenti due articoli ho cercato di evidenziare i maggiori avvenimenti relativi alle criptovalute degli ultimi 12 mesi, prima di tutto dal punto di vista della capitalizzazione di mercato e poi dal punto di vista delle “ICO che hanno portato nuovi capitali in questo ecosistema, allo scopo di finanziare i progetti più disparati.

Con questa terza parte voglio parlare sempre degli avvenimenti degli ultimi 12 mesi ma guardando cos’è successo dal punto di vista “industriale”, di come cioè questa tecnologia si sta consolidando in progetti reali, progetti che stanno lentamente entrando nella vita di tutti i giorni. Parleremo quindi non solo di Bitcoin ma piuttosto di Blockchain.

 

Cos’è la Blockchain

Una brevissima parentesi per spiegare cosa si intende per Blockchain. E’ semplicemente un modo di archiviare i dati; è il modo con cui le criptovalute come Bitcoin registrano le transazioni, cioè i pagamenti. Ma la Blockchain è un archivio “speciale”, diverso da tutti gli altri database. Prima di tutto è un archivio nel quale i dati si possono solo aggiungere in coda. E’ quindi immodificabile, eterno. Questo perchè i dati registrati sono collegati sequenzialmente tra loro tramite firme digitali. In secondo luogo è distribuito, decentrato, è cioè replicato in migliaia di copie in tutto il mondo. Questo lo rende robusto e affidabile. Il software che lo rende funzionante è Open Source, libero, tanto che chiunque può installarne una copia nel proprio PC. Terzo, è liberamente consultabile da parte di chiunque, il massimo della trasparenza.  Questo strumento farà concorrenza non solo alle monete statali, ma anche ai notai, al catasto e ad altri registri pubblici.

 

Cosa è successo nel mondo

Nella panoramica generale, prima di tutto metterei il Giappone , che lo scorso Marzo ha legalizzato l’uso di bitcoin come mezzo di pagamento, a seguito del quale si sono subito fatte avanti catene di supermercati e di apparecchiature elettroniche.

Poi abbiamo avuto notizie di paesi che vogliono diventare criptocurrency-friendly come Slovenia, Estonia e Malta; qui la camera di commercio sta organizzando l’installazione degli sportelli bancomat (ATM) in bitcoin.

Ancora più di peso la notizia che i governi di Russia e Emirati Arabi Uniti hanno palesato l’intenzione di lanciare una criptovaluta di stato, ai quali si deve aggiungere l’Estonia, con una iniziativa più timida a causa della sua appartenenza all’area Euro.

Non parlo invece della decisione di questi giorni di CME Group di lanciare i Bitcoin Futures, perché chi opera nel mondo della finanza troverà sicuramente i canali più adatti dove si discute di questa notizia (che trovo comunque straordinaria quanto inaspettata).

 

Appena fuori delle porte di casa

Veniamo ora alle iniziative concrete che si sono viste negli ultimi 12 mesi nei paesi che con l’Italia confinano più direttamente.

Prima di tutte citerei la Svizzera, dove Falcon, si è fatta avanti (prima banca al mondo) per la gestione di asset in criptovalute, e dove abbiamo avuto la società nazionale delle Ferrovie che nelle stazioni ha aggiunto ai distributori automatici di biglietti la funzione per acquistare bitcoin.

In secondo luogo c’è l’ Austria, con una iniziativa che sembra esprimere una certa polemica contro  l’Euro : qui è possibile acquistare ben 4 criptovalute (Bitcoin, Ethereum, Dash e Litecoin) semplicemente negli uffici postali.

 

Veniamo all’Italia

In Italia le iniziative sulle criptovalute sono molto più numerose di quanto si creda.

La prima è la lenta e progressiva creazione di una “Bitcoin Valley” nella provincia di Trento, capitanata dalla città di Rovereto (dove ha sede la società Inbitcoin), nella quale agli esercizi commerciali ora si è affiancato anche il servizio mensa delle scuole della zona.

 

Poi abbiamo il primo importante utilizzo notarile della blockchain di bitcoin : lo ha deciso la società acquedottistica della Regione Sardegna, iniziativa denominata “Certificazione Inalterabile delle letture dei contatori” per mettere fine alle tante contestazioni.

Questa notizia dal punto di vista informatico (ma non solo) ha dell’incredibile : è l’incoronazione dell’affidabilità “industriale” del protocollo Bitcoin.

I notai di tutto il mondo sono già in agitazione, ma quelli italiani hanno già pronta la contromossa :  il progetto di una loro blockchain preparata assieme con IBM.

Paura di restare tagliati fuori dal mercato ?  Permettetemi un commento : la concorrenza fa bene !

 

Terzo evento, la decisione della casa d’aste Sant’Agostino di Torino, di accettare pagamenti in Bitcoin, prima al mondo a fare questa scelta. Una notizia che è veramente rimbalzata nei mass media di tutto il mondo.

 

Ma chi sta spingendo ?

Ultimo argomento e ultima domanda : chi sta spingendo forte con progetti industriali sul settore delle blockchain e delle criptovalute ?

Ancora lei, la multinazionale dell’informatica nonchè madre del Personal Computer : IBM.

La trovate in prima linea nel progetto open source della Linux Foundation denominato Hyperledger  : memorizzatevi questo nome perché, per come si stanno mettendole cose, entrerà ovunque, compresa la Borsa Italiana.

Ma di progetti in corso IBM ne ha altri altrettanto importanti, come quello con il leader mondiale delle navi portacontainer, Maersk, allo scopo è snellire e efficentare la burocrazia che segue ciascuna nave utilizzando una blockchain.

Infine, più di recente, abbiamo la stipula di un accordo della stessa IBM con il team di sviluppo della criptovaluta Stellar Lumens, finalizzato alla realizzazione di un sistema di pagamento più veloce rispetto agli attuali sistemi bancari nell’aera del sud pacifico.

Tutto da verificare se questo sistema sarà a servizio delle banche o se, più probabilmente, si metterà in concorrenza, togliendo una ulteriore pietra dalle fondamenta del vetusto sistema bancario mondiale.

Ma ne riparleremo.

 

Image source: hyperledger.org

Guest post by Marco Dal Prà

10 commenti Commenta
andreap
Scritto il 8 Novembre 2017 at 15:13

Tutto molto interessante, grazie.
Sarebbe bello se tu entrassi più nel dettaglio del blockchain applicato alle monete:
1) Gli scambi di criptovaluta sono salvati e vanno ad allungare le catene. Quindi leggendo uno dei milioni di database diffusi si vedono tutti gli scambi di tutte le monete da quando sono state create? Chiunque ha potenzialmente accesso a queste informazioni?
2) Che informazioni vengono salvate nello scambio di criptovaluta? Immagino che quando avviene uno scambio nella catena vengano salvate almeno la data, l’ora e l’identificativo del nuovo proprietario della moneta, altro?
3) L’identificativo di un utente proprietario di criptomonete immagino sarà a prova di violazione della privacy. Ma se io ackerassi il pc di uno di loro, potrei estrarre il suo id e conseguentemente scoprire tutte le sue transazioni consultando uno dei tanti database diffusi?

Altra questione interessante che manca è il mining: Come funziona? La gente che compra pc potenti per fare mining quanto guadagna effettivamente? Com’è stabilito il limite del massimo circolante? Come potrebbe cambiare una moneta virtuale quando si arriva al limite e non è più possibile fare mining? È già successo per qualche moneta?

Sarà meglio che mi fermi qui! 😀
Saluti e complimenti ancora per i 3 articoli.
Andrea

    Scritto il 9 Novembre 2017 at 00:12

    Le domande richiedono una lunga trattazione, ma sinteticamente :
    1) I database delle criptovalute (Le Blockchain) sono archivi pubblici (altrimenti… torniamo alle banche private). Chiunque può averne una copia installando il relativo software nel proprio PC. Qui puoi consultare tutti i movimenti di Bitcoin dal 9 Gennaio 2009 https://blockchain.info/; qui vedi quante “copie” ci sono nel mondo https://bitnodes.earn.com/ ; invece per Ethereum qui https://etherscan.io/

    2) Ogni “conto corrente” nella criptovaluta ha il corrispondente “IBAN”, viene chiamato indirizzo; questo è il primo indirizzo Bitcoin della storia : 12c6DSiU4Rq3P4ZxziKxzrL5LmMBrzjrJX . Da un indirizzo non è possibile conoscere nulla. Così come non puoi sapere chi ha in tasca la chiave di una serratura.

    3) E’ vero che se ti rubo lo smartphone con il wallet che accede ai relativi bitcoin, ne prendo possesso, allo stesso modo che potrei fare se nel PC hai le credenziali di accesso di un conto corrente bancario.

    4) Il Mining serve per confermare/validare le operazioni di certe valute come Bitcoin ed Ethereum, quindi non terminerà mai. Garantisce il funzionamento della criptovaluta e la sua sicurezza. Semmai in futuro terminerà l’emissione di nuovi coin (numero inventato a piacimento dal suo inventore).
    A quel punto il minatore dovrà accontentarsi dei guadagni dalle “commissioni”.
    In ogni caso è certamente più redditizio fare trading piuttosto che mining. I consumi elettrici delle macchine di mining, che ho potuto misurare con strumenti (professionali), sono davvero notevoli.

gainhunter
Scritto il 9 Novembre 2017 at 14:00

Grazie per le informazioni, molto interessante.

Marco Dal Prà:
3) E’ vero che se ti rubo lo smartphone con il wallet che accede ai relativi bitcoin, ne prendo possesso, allo stesso modo che potrei fare se nel PC hai le credenziali di accesso di un conto corrente bancario.

Non è proprio la stessa cosa: il conto corrente bancario è legato alla persona, non alle credenziali, il cryptowallet se non erro invece è legato alle credenziali. Quindi è vero che in caso di furto di credenziali del conto il ladro può fare bonifici in uscita, se si tratta di conto senza limitazioni (alcuni conti di risparmio prevedono bonifici verso un solo IBAN e molti conti prevedono un importo massimo per i bonifici), ma il bonifico è tracciabile e il conto del destinatario è intestato a qualcuno di identificabile che la polizia può “andare a prendere”. Inoltre in caso di furto delle credenziali io posso telefonare alla banca e bloccare tutto appena me ne accorgo, con il cryptowallet no.

Scritto il 9 Novembre 2017 at 23:00

gainhunter,

Tutto è tracciato nella blockchain, tracciato e pubblicamente consultabile. https://blockchain.info/
Il contrario dello Shadow Banking o delle Dark Pool

gainhunter
Scritto il 10 Novembre 2017 at 07:47

Marco Dal Prà,

Certo, il mio commento non era per sminuire o “andare contro” le cryptocurrencies, di cui tra l’altro non conosco molto. Era per capire la sicurezza di un “conto” in criptovalute rispetto a un conto bancario tradizionale in caso di furto (in quanto il punto 3 del tuo commento non mi sembra proprio corretto rispetto a quanto conosco io).
Le mie osservazioni sono solo queste:
– mentre non è possibile rubare un conto bancario è possibile rubare un conto in criptovalute
– in caso di furto di credenziali di un conto bancario è possibile recuperare i soldi in quanto i bonifici sono tracciati E i conti bancari sono intestati; in caso di un conto in criptovalute è vero che le transazioni sono tracciate MA, se non erro, i conti sono anonimi, e quindi non c’è alcuna possibilità di riuscire a riprenderseli (motivo per cui i diffusori di ransomware danno le coordinate di un conto bitcoin e non l’IBAN di un conto bancario)
E’ così o non è così?
Questo non è per dire che le criptovalute sono inutili o insicure, ma per conoscerne le caratteristiche e gli svantaggi (tutte le cose ne hanno almeno qualcuno) e quindi capire che è ancora più importante, anzi fondamentale, proteggere le credenziali e il portafoglio.

paolo41
Scritto il 10 Novembre 2017 at 14:43

da ingegnere sono sempre costretto ad applicare i metodi matematici !!!!! dato che ho capito fin dall’inizio che i bitcoin sostenevano investimenti in aziende all’avanguardia o comunque ad elevato growth , mi domando quali possano essere i sottostanti che hanno avuto un aumento di valore pari a quello realizzato dalle criptovalute. O ci troviamo di fronte a menti extra-terrestri o…… a furbi che hanno capito come acchiappare i polli….

Scritto il 10 Novembre 2017 at 20:22

gainhunter,
Come dicevo l’argomento è vastissimo, comunque per sommi capi :
1. Non è possibile rubare nè un conto corrente bancario nè un conto in criptovaluta. Sono invece “rubabili” (permettetemi l’italiano) le chiavi di accesso, per entrambi.
2. Se il ladro è molto bravo purtroppo non riesci a recuperare nè i soldi nè le criptovalute. Le criptovalute comunque nel tempo vincono, perchè alla blockchain non sfugge nulla, anche dopo 10 anni.
3. Se il ladro è meno bravo, o imprudente, li recuperi in entrambi i casi.
Banca o Bitcoin richiedono comunque indagini non semplici, vedi ad esempio un bonifico internazionale, oppure bitcoin usati per fare un acquisto in un’altra nazione.
Per le questioni di anonimità delle criptovalute, il mito viene sfatato da questo articolo (anche se un po’ datato)
https://www.wired.it/attualita/2014/07/11/bitcoin-non-e-il-paradiso-di-terroristi-e-criminalita-organizzata/

Scritto il 10 Novembre 2017 at 20:29

paolo41,
La bellezza delle “monete matematiche” come Bitcon, Ethereum sta su due colonne portanti : la prima è che sono basate su leggi matematiche, migliori certamente di quelle stabilite per via parlamentare, la seconda, che sono decentrate e cioè sono replicate migliaia di volte in altrettanti computer. Un livello di affidabilità che nemmeno tutti i server di Google possono assicurare (perchè concentrati in pochi siti).
Il tutto libero ai contributi di chiunque, visto che come Linux e OpenOffice i sorgenti sono depositati nel sito mondiale dell’Open Source : Github.com

gainhunter
Scritto il 10 Novembre 2017 at 20:40

paolo41,

Si potrebbe vedere anche al contrario: sono le valute tradizionali che si sono deprezzate rispetto alle criptovalute, in conseguenza dell’inflazione degli asset delle banche centrali, loro emittenti.
Contro questo punto di vista però c’è l’oro, che dal max del 2011 è molto sotto, ma è anche vero che dal min del 2001 è molto sopra… e poi è un mercato manipolabile.

gainhunter
Scritto il 10 Novembre 2017 at 20:57

Marco Dal Prà,

Grazie, leggerò sicuramente i 3 studi citati nell’articolo.

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