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CONTRORDINE! Il QE Europeo non finisce qui. Anzi…

Scritto il alle 12:21 da Danilo DT

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Il programma di acquisti della BCE, come è noto, dovrebbe interrompersi a marzo 2017. Questa data rappresenta il VERO incubo dei gestori e anche dei risparmiatori in quanto nessuno sa dire COSA avverrà dopo. La cosa interessante è che tutti, compresi coloro che hanno generalmente il pugno duro, hanno visto un ammorbidimento. Insomma, i tedeschi sembrano sempre rigidi ma poi si rendono conto che la situazione è decisamente complessa ed una chiusura “rigida” del QE potrebbe avere effetti importanti su tutte le curve dei tassi, mettendo in difficoltà i paesi più deboli e, indirettamente, anche loro.

Fino a qualche settimana fa, dalla Germania si dava per certa l’impossibilità di una continuazione del quantitative easing. E difatti ecco che cosa è accaduto nelle ultime ore.

BERLINO/FRANCOFORTE (Reuters) – La Banca centrale europea prolungherà il quantitative easing oltre marzo 2017 e sta valutando di segnalare formalmente dopo il meeting di politica monetaria di giovedì 8 dicembre che il programma è destinato a finire prima o poi. Lo riferiscono fonti qualificate a diretta conoscenza del dibattito, secondo cui anche alcuni dei più scettici all’interno del Consiglio considerano ormai inevitabile l’estensione del piano di acquisto asset oltre marzo, vista la debolezza di fondo dell’inflazione e gli accresciuti rischi politici.

INEVITABILE: questo termine spiega tutto. Non è una questione di volontà o di convenienza. E’ una costrizione, cioè la BCE è obbligata ad andare avanti altrimenti il giochino salta. Cosa che però deve ancora essere decisa è come avverrà l’estensione.

(…) I lavori preparatori delle commissioni si concentrano su un’estensione di sei mesi del Qe mantenendo costante il ritmo degli acquisti a quello attuale, ovvero 80 miliardi al mese. All’interno della banca centrale non manca tuttavia chi preferisce un’estensione con volumi più ridotti, per evitare l’impressione di un programma senza limiti. Ad esempio, riportano le fonti, c’è chi propone che il Qe venga esteso per nove mesi, con acquisti pari a 60 miliardi.(…) Un’ulteriore opzione messa sul tavolo sarebbe quella di estendere il programma senza indicare una cifra fissa di acquisti mensili, in modo da dare alla banca centrale la possibilità di muoversi in base agli sviluppi economici: questo darebbe permetterebbe alla Bce di effettuare acquisti fino a 80 miliardi senza però dover necessariamente spendere l’intera cifra. (Reuters

Per farla breve: la BCE è cosciente che deve per forza continuare con gli acquisti. Mi domando come potranno continuare serenamente, visto che già in passato si è parlato del rischio di mancanza di “carta” da acquistare. L’incertezza sta nel modello da seguire. La BCE non può dare la percenzione del “QE to infinity“. Quindi il segnale potrebbe essere quello di una continuazione ma con importi ridotti. Ecco perchè l’idea del “tapering” potrebbe essere vincente.
Ovvero partire con 80 miliardi e poi scendere ogni mese di 10 miliardi fino ad esaurimento. Ma ecco che appare un problema. Se per molti il tapering era troppo “generoso”, oggi invece appare persin limitato. Significherebbe decretare la “morte predefinita” del QE Europeo. Ma la BCE vuol fare in modo che il mercato non abbia questa percezione. Deve insomma sentirsi sempre “protetto”.

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Il Bilancio BCE era destinato a questo tipo di grafico, che però, per forza, dovrà essere rivisto.
Senza pudore, una BCE sempre più propositiva che per forza di cose diventerà prima detentrice del debito pubblico comunitario. E chissà che non sia un primo passo verso la socializzazione del debito.
Ma quello che fa paura ai mercati è questo secondo grafico. E’ vero che molto ha fatto la Trumponomics e le aspettative di inflazione. MA è evidente che la curva si sta muovendo verso l’alto. Ma questa è la curva Euro benchmark. Pensate l’effetto che potrebbe avere, su questa curva, il termine del QE. Sopratutto per i nostri BTp.

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Danilo DT

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2 commenti Commenta
albertopletti@gmail.com
Scritto il 2 Dicembre 2016 at 13:47

Intanto sembra facile pensare che se al referundum la spunta il “si” il Mib andrebbe come una scheggia a 18000, se invece fosse la volta del “no” si scenderebbe anche sotto i 16000 (ma credo proprio che non si andrebbe sotto i 15000). Poi vedremo cosa dirà Draghi.

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