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OUTFLOW: fuga dal mercato obbligazionario EUROPEO
Quando il mercato prende posizione, diventa difficile cercare delle spiegazione. Se così il mercato ha deciso l’unica cosa che occorre fare è adeguarsi. Se poi quanto accade non fa che anticipare ciò che si stava aspettando, tanto meglio.
Per certi versi, ci sono degli elementi che risultano discordanti. E’ noto a tutti il piano della BCE sugli acquisti in ambito QE potrebbe essere rivisto, magari non subito ad ottobre ma probabilmente a dicembre, nello stesso periodo in cui la FED dovrebbe (sempre condizionale) alzare i tassi di 1/4 di punto. Come abbiamo già discusso in passato, possiamo aspettarci, secondo me, una modifica al mandato BCE che permetterebbe di ridurre gli acquisti di titoli tedeschi a scapito di maggiori importi investiti sui bond periferici (a tassi più difendibili), anche se la cosa potrebbe riaccendere la polemica con Berlino, secondo cui la Bce sta finanziando i Paesi più indebitati.
Oppure la BCE potrebbe decidere per l’innalzamento del limite acquistabile di ogni singola emissione. Insomma, la BCE si trova a voler difendere in qualsiasi modo il suo programma di acquisti, diversificando il più possibile, anche perchè sta iniziando a “mancare carta”. Il programma, come è noto, dovrebbe terminare a marzo 2017. E si inizia anche a parlare di tapering.
Quindi, proviamo a tirare le somme.
a) Fino a marzo 2017 non si discute la continuazione del QE da 80 miliardi al mese
b) Possibile revisione qualitativa degli asset acquistati.
c) difficile l’inclusione di azioni nel paniere acquistabile (modello giapponese)
d) bisognerà superare il Muro di Berlino (in senso finanziario) che ovviamente fa ostruzione e difende una linea più moderata
e) da marzo 2017 possibile annubcio di un tapering inteso come continuazione del programma di acquisto con decrescita di 10 miliardi al mese (quindi 70 miliardi ad aprile, 60 miliardi a maggio, 50 a giugno e così via, fino all’azzeramento degli acquisti)
f) il tapering e le sue dinamiche sopra esposte rappresentano un parere personale, quindi assolutamente opinabile e teorico
g) ma tutto questo dipenderà da come reagirà l’economia e dalle condizioni di mercato
Il punto G è come sempre la chiave di tutto. Anche perchè non dimentichiamo mai che il tapering e la chiusura del QE (non parliamo ancora di exit strategy) potrebbero portare dei problemi per esempio al mondo bancario, che detiene in portafoglio grandi cifre di bond comunitari. Se il mercato obbligazionario tendesse a normalizzare, questi bond scenderebbero di prezzo, generando minus difficili da digerire, ancor di più in un quadro di mercato dove le banche sono già in grande difficoltà per gli NPL (sofferenze) e bassa redditività. Banche italiane in primis.
Ed ecco un’altra stranezza di mercato. Da una parte quindi le possibili news in arrivo fronte BCE non possono che aiutare i bond corporate a prendere prezzo, malgrado rendimenti che non possiamo definire tali in quanto negativi.
“This is a sign of how much impact corporate bond buying has had on the credit market,” said Barnaby Martin, a European credit strategist at Bank of America Corp. “If corporate yields continue to fall, then conceivably it could impact the ECB’s ability to buy bonds. It’s surprising how quickly we’ve reached this situation.” (BBG)
Un mercato che quindi sta raggiungendo livelli di assurdo. Ma attenzione, qualcosa si muove.
Come vi ho già spiegato in passato, è un grande errore poter pensare di “cavalcare” l’onda fino all’ultimo giorno e poi scendere dal cavallo esausto il giorno prima della fine del QE. Visto che ormai i “rendimenti” sono quelli che sono, visto che il mercato obbligazionario può generare performance solo di matrice speculativa, visto che che ci sono più rischi che benefici e visto che ci sono già diverse voci su possibili mosse controtendenza della BCE, in molti hanno già cominciato a cambiare strategia.
Morale: lo vado dicendo da settimane. Che sia giunto il momento di diminuire in modo feroce la duration dei portafogli? Qualcuno ci sta sicuramente pensando, e in molti hanno già anche agito.
European bond funds suffered their largest withdrawals in more than a year and the redemptions from the continent’s equity funds inched closer to the $100bn mark as a turbulent pound highlighted the risks of the looming UK exit from the EU.
Money managers invested in European stocks recorded $1.1bn of withdrawals in the week to October 12, the 36th consecutive week of outflows, according to fund flows tracked by EPFR. European bond funds, which had benefited from central bank stimulus programmes in the wake of the Brexit vote in June, were hit with $2.2bn of outflows. That marked the largest weekly withdrawal since June 2015. (FT)
Ecco fatto, abbiamo subito il più grande outflow (disinvestimento) dai fondi obbligazionari europei delle ultime settimane. Solo un caso oppure un’inversione di tendenza? Il grafico potrebbe farci porre questa domanda. Però questa volta si tratta probabilmente di un movimento che non possiamo sottovalutare.
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