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CINA: FTSE XINHUA 25 indice protagonista
Singapore: PIL primo trimestre 2009 a +12.7%
Singapore: PIL secondo trimestre 2009 a +20.4%
Che la CINA fosse un paese in controtendenza a livello globale, lo si era capito, e i dati di Singapore usciti qualche giorno fa lo hanno testimoniato.
Decoupling?
Beh, il decoupling ormai ha raggiunto quasi il valore di un elemento mitologico. Se ne parla da sempre ma non si è ancora visto. Ma questa volta il decoupling che definirei “relativo” inizia ad essere assolutamente reale. Permettetemi se in modo presuntuoso battezzo un termine inesistente sul mercato. Dovrei metterci il copyright, vorrà dire che se noterete degli usi impropri, segnaltemelo!
Scherzi a parte, lo definisco “decoupling relativo” in quanto non è possibile decorrelare totalmente la Cina da tutte le altre economie. Però l’Alfa generato, malgrado un Beta sempre elevato, non dà spazio a fraintendimenti. Ma non solo in Cina.
Il calo congiunturale verificatosi nei principali paesi emergenti è stato infatti più lieve rispetto a quello dei paesi industrializzati, tale da poter parlare di forte rallentamento piuttosto che di recessione conclamata.
E oggi, in una situazione che vede l’economia americana dare i primi segni di svolta, dai paesi emergenti più rappresentativi giungono chiari segnali che la strada delle ripresa è già stata imboccata con successo da alcuni mesi. Gli stimoli di natura monetaria e governativa sono stati infatti tali da favorire una rapida ripresa degli investimenti pubblici che è culminata in una forte domanda di materie prime e in una ripresa (seppur lenta) dei livelli di crescita.
Cina: sempre forte la crescita del PIL
E’ una delle economie al mondo ad oggi più in salute, con tassi di crescita del PIL prossimi all’8%. A fronte del forte calo della domanda estera, ha fatto seguito una buona domanda domestica aiutata dal corposo pacchetto di stimoli governativi che il governo ha messo in atto negli ultimi mesi del 2008. E tutto questo ha generato, e lo abbiamo visto diverse volte, un aumento del CRB e delle materie prime in generale.
Cina quindi che “prova” a prendere in mano le redini del gioco. Senza riuscirci in pianta stabile, secondo me. Troppo determinante è ancora l’economia USA e tropo “piccola” è ancora la capacità di consumi della Cina. Ma le prospettive sono tutte a favore del gigante asiatico.
FTSE Xinhua 25 China Index
Tra i tanti indici presenti (conoscerete certo l’Hang Seng di Hong Kong, e Singapore) c’è anche l’indice FTSE Xinhua 25 China Index. E’ un indice che racchiude le 25 più importanti big cap cinesi. I colossi del settore insomma, o se preferite il cugino del nostro FTSE MIB.
Il grafico è quantomai chiaro.
Rotta la trendline ribassista gialla, inversione chiara ed evidente con rottura delle medie mobili a 21+55 e poi della 200, rottura dell’ultima fan line di Fibonacci e ora…rottura del massimo relativo precedente. Sempre in condizione di RSI non eccessivo. MACD positivo, trendline di riferimento arancione.
Che dire? Chiaro più che su altri listini. Qui lo scenario è LONG, pià che su altri listini, con tareget a quota 19600 tanto per cominciare.
FTSE Xinhua 25 China Index con le DMA
Ma per il medio lungo come è messo l’indice FTSE Xinhua 25 China Index?
Per l’occasione rispolvero le solite DMA, e guardate il risultato.
Ancora una volta le DMA sono eccellenti. Anche forse “fortunate” nel punto segnalato dalla freccia azzurra.
Comunque sia il grafico parla da solo con i Buy e i Sell in evidenza.
Da inizio anno ha fatto il 123%. E non è poco. Malgrado questo, il sengale è evidente. Alla faccia di correlazioni con altri mercati. Ah già…però c’è il decoupling relativo.
Long sempre però con protezione.