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Buon Compleanno Bitcoin !
Il 31 Ottobre 2008 uno sconosciuto utente che si faceva chiamare Satoshi Nakamoto pubblica in una ancora più sconosciuta mailing list un documento di poche pagine nel quale spiega come potrebbe funzionare una moneta elettronica gestita direttamente dagli utenti.
Il documento “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System” non è troppo complesso, ma urta contro una spessa barriera culturale: una moneta che si muove solo tramite internet, che non ha coperture di nessun tipo e che per funzionare non necessita di una banca centrale, non sembra plausibile.
L’idea è cioè troppo rivoluzionaria per essere capita subito, quindi l’autore decide di sviluppare il relativo software per dimostrare che la teoria può essere tradotta in pratica.
Dal dire al fare
Passano circa 3 mesi ed il 9 Gennaio 2009 la blockchain, il database che tiene traccia delle transazioni in bitcoin, cioè l’archivio dei pagamenti, emette il suo primo blocco: è la prova che Satoshi Nakamoto (o colui che si cela dietro a questo pseudonimo) ha messo in funzione il programma.
Pochi giorni dopo, il 12 Gennaio, Nakamoto riesce ad eseguire il primo pagamento inviando 10 bitcoin, ad un altro utente che si offre di provare il software bitcoin: è Hal Finney, un tecnico informatico californiano esperto di crittografia e noto per aver sviluppato giochi per consolle.
Da allora i PC che ne mondo fanno funzionare il software Bitcoin sono aumentati gradualmente da 2 fino ai 10.000 di oggi e tutti conservano una copia aggiornata della blockchain, ovvero i pagamenti che gli utenti si sono scambiati dal 2009 ad oggi.
Le basi c’erano tutte
Il software Bitcoin quindi è un sistema ultra-collaudato, ma c’è da osservare che nel 2008 le basi scientifiche, i fondamentali, le tecnologie perché qualcuno sviluppasse una moneta “virtuale”, distribuita e basata sulla crittografia, c’erano tutte.
In altre parole, il background tecnico e scientifico ormai era pronto per dare modo a chiunque di avere quel lampo di genio per sviluppare questa “invenzione” incastrando tasselli già esistenti, analogamente a quanto è accaduto con tante invenzioni che si sono viste nella storia dell’umanità.
E’ quindi indifferente chi sia veramente Satoshi Nakamoto, perché molto probabilmente prima o poi ci sarebbe arrivato qualcun altro.
Ma quali sono le basi, il terreno “fertile” grazie al quale bitcoin ha potuto germogliare ? Vediamone assieme alcune.
Milton Friedman
Forse in pochi la conoscono, ma circola in rete una vecchia intervista a Milton Fridman, il famoso economista americano, dove ipotizza in futuro la possibilità per i cittadini di scambiarsi del denaro via internet senza passare per le banche e senza usare le valute dello Stato.
Anzi, ad ascoltarlo attentamente, Friedman sembra assolutamente convinto che il fenomeno sarebbe arrivato, spiegando che tale novità tecnologica sarebbe stata anche un problema ”fiscale” per i governi.
Non sappiamo se questa convinzione fosse tutta sua oppure se qualcuno gli avesse spiegata questi concetti, fatto sta che era il 1999 e Friedman, che aveva 87 anni, predisse Bitcoin con 10 anni di anticipo.
Frederic von Hayek
Pur non essendo la persona più adatta per discutere di economia, voglio comunque ricordare che Friedrich von Hayek, economista austriaco insignito del premio Nobel nel 1974, che era contrario all’attuale sistema delle banche centrali, ma favorevole ad un un sistema monetario basato su monete emesse dalle banche private, in concorrenza tra loro.
Una sorta di libero mercato per le monete.
Una formulazione teorica che oggi è diventata pratica proprio con le criptovalute, che mancano di un organo centrale di controllo e che sono il concorrenza tra loro.
Il problema è che ora, con le criptovalute, le valute di Stato sono confrontabili: se ne possono vedere i pregi ma anche i difetti.
L’euro è tutto elettronico
Nei giorni scorsi sono andato a vedermi le statistiche della Banca Centrale Europea.
In pratica su circa 11000 Miliardi di Euro in circolazione, che la BCE ha trasferito (prestato) “elettronicamente” alle banche commerciali, solo il 10% sono rappresentati da monete e banconote.
Il restante 90% è in conti correnti, carte di credito ed altri sistemi elettronici.
Ricordo infatti che sono le nostre banche a chiedere alla Banca Centrale di convertire gli euro “elettronici” in denaro contante, ma solo per far fronte ai nostri prelievi agli sportelli bancomat. Se nessuno prelevasse al bancomat, non ci sarebbero contanti in circolazione, e gli Euro resterebbero solo in forma elettronica.
E la stessa cosa riguarda tutte le monete del mondo, quindi non c’è nulla di strano nelle criptovalute : sono completamente elettroniche come l’Euro, il Dollaro la Sterlina, ecc….
Background Scientifico
Le basi matematiche e scientifiche sulle quali si basano le criptovalute non sono state inventate dal creatore di Bitcoin, ma erano già presenti da molto tempo.
La crittografia, le firme digitali e il consenso distribuito, sono tecniche che sono state sviluppate negli Stati Uniti già negli anni ’70 e perfezionate negli anni 80 da alcuni professori universitari .
Anche su incarico della CIA, che certamente aveva necessità di rendere più sicure le comunicazioni militari a fronte dello sviluppo dei calcolatori, ma sono tecniche che oggi tutti possono avere tali e quali nella penna USB con cui fare la firma digitale.
Ecco quindi che dobbiamo ringraziare Ralph Merkle (digital signatures and merkle trees), Neal Koblitz (elliptic curve crypto), Leslie Lamport (malicious-fault-tolerant consensus), Victor Saul Miller (independent inventor: elliptic curve crypto).
Background Tecnico
Forse non tutti ricordano Napster, il sistema distribuito per scambiarsi file tra gli utenti, chiuso nel 2001 in quanto veniva utilizzato prevalentemente per scambiarsi file musicali copiati illegalmente.
Questa piattaforma è stata la base di lancio per lo sviluppo di sistemi decentrati, meglio detti “peer-to-peer“, come Emule e Bittorrent, che mancano di un server centrale, ma al contrario sono completamente distribuiti.
E’ questa la tecnica che permette alle criptovalute di funzionare senza un’ente centrale, e che permette loro di garantire un’elevatissima affidabilità dal punto di vista tecnico, mai vista in precedenza, in quanto è assai improbabile che tutti i nodi della rete vengano contemporaneamente disattivati. Tantomeno se ne può manomettere uno per appropriarsi o sequestrare i bitcoin in esso contenuto.
In due parole, le criptovalute non sono né censurabili né confiscabili : vita dura per i dittatori.
I soldi dello Stato, sono infiniti….
Infine, vorrei inoltre ricordare cos’è accaduto il 15 Agosto 1971, giorno in cui il presidente americano Richard Nixon decretò la fine del “Gold Standard”, cioè la fine della convertibilità delle banconote in oro.
Probabilmente Nixon era oberato di debiti dovuti alla guerra in Vietnam ed aveva bisogno di stampare Dollari.
Da quel giorno la Banca Centrale degli Stati Uniti, la Fed, aveva “mano libera” alle rotative per stampare Dollari.
(Una volta si chiamava Repubblica di Weimar, oggi lo chiamano Quantitative Easing).
Con una criptovaluta come Bitcoin questa “astuzia” da politico navigato non sarebbe stata possibile, visto che nei software esiste un preciso limite al numero di “coin” generabili, così… la guerra in vietnam sarebbe finita molto prima !
Conclusioni
I cambiamenti tecnologici sono un qualcosa di inarrestabile. Emergono perché ci sono gli elementi che permettono di realizzarli, tanto che molto spesso sostituiscono quello che c’era prima rapidamente.
Così è stato per la stampa di Gutenberg, per la macchina a vapore di Watt, per il Macintosh di Steve Jobs e tanti altri. Che ve ne fate oggi di una cassetta VHS ?
Ma le criptovalute ci pongono davanti un altro problema.
Se un macchinista dell’800 venisse trasportato qui oggi su di un treno Frecciarossa, pur vedendo che ruote e rotaie non sono cambiate, vi direbbe che non può funzionare perché non ha la caldaia, non c’è il carbone, né acqua e nemmeno vapore.
Potrebbe addirittura dirvi che è una truffa: vi stanno vendendo una carrozza vuota.
Il suo problema invece è che la tecnologia è completamente cambiata e seppure si tratti sempre di un carro che viaggia su rotaie, non può comprenderla perché non ha le conoscenze necessarie. I macchinisti di oggi, infatti, studiano inverter e motori elettrici e non più pistoni e carbone.
Inutile quindi giudicare le criptovalute con i vecchi strumenti : sono programmi ed in quanto tali fanno moltissime altre cose, oltre che rappresentare un valore.
Sarebbe come voler pesare una locomotiva elettrica per misurare quanto carbone c’è dentro : è assurdo.
Le Mail hanno sostituito i Fax; le criptovalute sostituiranno il denaro emesso dalle banche centrali. E’ una questione tecnologica. Le innovazioni si possono rallentare, ma prima o poi prendono il sopravvento. Si chiama evoluzione.
Buon compleanno Bitcoin.