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Il BITCOIN è morto. VIVA il BITCOIN!
Se c’è una cosa che fa divertire i sostenitori di Bitcoin e delle Criptovalute sono gli annunci della loro imminente fine o, peggio ancora, della loro morte. Infatti, da quando Bitcoin è nato, nel 2009, dichiarazioni di questo tipo ce ne sono state decine all’anno.
L’ultima in ordine di tempo è del prestigioso giornalista inglese Ambrose Evans-Pritchard, che sul Telegraph lo scorso giugno ha pubblicato un articolo intitolato “I Bitcoin sono inutili, immorali e insicuri: il verdetto di questo nuovo rapporto è raggelante” (il link lo trovate alla fine), un misto di mezze verità e di strafalcioni.
Sull’onda di questa notizia troviamo anche un articolo del Sole 24 Ore, che senza mezzi termini arriva a dire che le criptovalute hanno il fiatone e che nella storia monetaria, vince chi ha più fiato.
Peccato che al solito questi articoli siano scritti da chi di informatica non sa assolutamente nulla e quindi non riporta alcuna notizia sugli sviluppi della tecnologia che è alla base delle criptovalute.
Oggi, è vero che le “valute matematiche” dal punto di vista finanziario stanno attraversando un periodo pessimo, ma questo non significa che i software che ne permettono il funzionamento siano stati abbandonati.
La comunità di sviluppatori infatti non si lascia certamente intimorire dalla fuoriuscita, più o meno temporanea, di speculatori ed investitori, ma continua imperterrita il lungo e difficile lavoro di miglioramento ed innovazione, come avviene in tutti i campi dell’Information Tecnology.
Accuse a raffica
Le accuse che vengono quotidianamente esposte a sproposito contro le criptovalute sono moltissime e ci vorrebbero pagine e pagine per spiegarne l’inconsistenza. Tra le tante, ad esempio, c’è quella di non essere tracciabili, mentre invece le crypto sono più in chiaro di un qualunque conto bancario, oppure che hanno un consumo energetico enorme, quando invece è dimostrato che le banche consumano molto di più (come ha spiegato Forbes).
Un’altra delle più comuni accuse che vengono rivolte a Bitcoin & C. , è la loro lentezza rispetto alle carte di credito. Ma questo è un argomento risaputo e dibattuto quotidianamente dai programmatori, e non passa giorno che non vengano annunciate nuove migliorie o idee per far competere le Crypto con Visa e Mastercard.
La locomotiva a vapore che George Stephenson aveva costruito nel 1829 raggiungeva a malapena i 40 km orari. Ma questo non significò che era da buttare. Era solo da migliorare, e fu migliorata, tanto che oggi in treno viaggiamo tranquillamente a 300 km orari.
Questo progresso è stato molto lungo perché gli addetti alla progettazione dei treni erano pochissimi e scollegati. Le comunità che sviluppano i programmi open souce come Firefox, OpenOffice e le criptovalute, invece, sono formate da migliaia di sviluppatori che, seppure lontani, lavorano interconnessi abbreviando i tempi di sviluppo delle nuove versioni.
Ricordo ad esempio come sia in dirittura d’arrivo il sistema dei pagamenti veloci in bitcoin denominato Lighting Network – letteralmente “rete fulmine” – già in fase di test.
Come dire, bolla o non bolla il progresso sta arrivando.
Grafico BITCOIN BTCUSD by TradingView
Nel frattempo
Nel frattempo nel mondo criptovalute succede veramente di tutto, tanto che i siti specializzati come Coindesk e Cointelegraph pubblicano ormai decine di notizie al giorno. Tra le tante cito ad esempio alcuni accordi intercorsi tra grandi banche e alcune piattaforme, come tra Santander e Ripple, oppure tra Goldman Sachs e l’exchange Poloniex.
Non c’è poi da nascondere che continuano a fiorire progetti di nuove criptovalute prive dei fondamentali, tanto che a breve le vedremo sparire nel nulla (come evidenziato in queste pagine nei giorni scorsi). Ma quel ch è peggio è che sono sempre alla porta le cosiddette “Scam”, o “Cripto-Scam” cioè Token predisposti solamente per spennare qualche pollo.
Il problema in questo caso è che mancano organi di vigilanza. I programmatori che sviluppano Bitcoin o Ethereum o altre crypto non sono certamente agenti di polizia nè hanno risorse e tempo da dedicare per aprire indagini verso “colleghi” che stanno costruendo dei progetti truffaldini.
A questo proposito c’è da dire che purtoppo oggi le autorità sono tutte concentrate sulla pubblicazione di vessatorie norme contro il riciclaggio (AML e KYC), volte sostanzialmente all’imposizione di nuove tasse, senza alcuna attenzione al loro vero compito, che è quello di tutelare il cittadino o il risparmiatore, lasciando campo libero ai truffatori.
E poi c’è la “BIS”
La storia di questi giorni, comunque, parte dalla Bank of International Settlements, la Banca Centrale delle banche centrali, la quale, in un lunghissimo report dello scorso 17 Giugno, neanche troppo velatamente ha sparato a zero contro le criptovalute.
Per certi versi non ci trovo nulla di strano, visto che, come dice il più classico dei proverbi, “Ognuno porta l’acqua al suo mulino”.
Inutile chiedere alla BIS se le criptovalute siano buone : se rispondesse “Si”, è come se annunciasse la propria estinzione. Meglio annunciare la morte di bitcoin.
Un leggerissimo conflitto di interesse.
Link Utili
L’articolo del Telegraph tradotto da Come Don Chisciotte.org
Il Report della BIS pubblicato il 17 Giugno 2018.